Titolo: Velocità in fuga
Autrice: Biancamaria Frabotta
Editore: FVE Editori
Collana: Visionaria
Pagine: 247
Prezzo: € 18,00
Uscita: 15 febbraio 2022
Recensione
Biancamaria Frabotta, autrice di vari libri di poesie e di saggi, ci propone il suo primo ed unico romanzo dal titolo “Velocità di fuga” con una copertina splendida e con un suo significato che lascio a voi scoprire leggendolo.
Il libro, ripubblicato dalla casa editrice “FVE Editori”, vinse il Premio Tropea nella sezione narrativa.
“Velocità di fuga, pubblicato per la prima volta nel 1989, è insieme “un’autobiografia critica di un’intera generazione” (come ebbe a scrivere Alberto Moravia) e una lucida riflessione sulle nostre mutevoli, deformate identità.”
Ero davvero curioso di leggerlo e di scoprire la sua scrittura. Devo ammettere che il suo stile narrativo è molto ben curato, preciso ed incisivo.
Al suo interno sono tante le descrizioni che si incontrano durante la lettura e sono tutte ben scritte, anche grazie alla sua penna raffinata che ci propone pure parole ricercate, che si alternano a passaggi particolarmente “vivaci” nella terminologia.
In alcuni casi mi sono piaciuti, in altri, invece, ho trovato alcuni di questi passaggi un po’ lontani da me e dal mio mondo, dal mio modo di pensare e di vivere.
La storia mi l’ho gradita abbastanza e mi ha incuriosito. Ho letto il romanzo con interesse, ma, facendo delle riflessioni, ho trovato alcune parti un po’ lente, ovviamente per i miei gusti di lettore, altre invece più cariche di ritmo e più piacevoli. Inoltre, in qualche passaggio, ho percepito la sensazione di un romanzo di altri tempi, che non è una critica negativa, ma semplicemente un parere di ciò che mi ha trasmesso.
“Velocità di fuga” si può inserire, secondo me, tra i libri di formazione e l’ho trovato, a volte, anche introspettivo. Ѐ un romanzo, a mio avviso, strano perché in alcuni momenti mi è piaciuto tanto, in altri un po’ meno lasciandomi perplesso. Infatti durante la lettura ho trovato dei passaggi che mi hanno colpito e che ho apprezzato, mentre altri mi hanno lasciato un pochino dubbioso.
I vari personaggi lasciano un loro segno, ma non del tutto indelebile, seppure siano ben caratterizzati. Il pubblico dei lettori di “Velocità di fuga” penso sarà diviso, tra coloro che lo apprezzeranno parecchio e coloro che, invece, resteranno un po’ perplessi e straniti, proprio come me. Nonostante ciò, è un romanzo che ha da dare e da trasmettere, inoltre, secondo me, è scritto molto bene, in modo nitido e diretto.
Qui sotto vi propongo l’incipit che trovate dopo la prefazione dell’autrice Biancamaria Frabotta, con la quale ha voluto introdurre la nuova edizione di questo suo primo ed ultimo romanzo.
“Quando il telefono squilla riesco a schioccare le dita un secondo in anticipo, quello che basta per un rapido pronostico. È Eugenio, ne sono sicura; solo con lui mi capita questo sorprendente fenomeno. È come se il polso cominciasse a battere con un doppio ritmo e in me tutte le volte si ripetesse il luminoso inganno dell’ora legale, la corsa regolare ma febbrile della preveggenza artificiosa che prepara il più lento avvento del sole.
E non solo come un disavanzo, uno scacco, ma forse anche come un privilegio lusinghiero potrei esercitare questa dolce predisposizione che mi tiene sospesa a mezz’aria a un palmo dalla gabbia in cui libero e solo arruffa le sue ali il mio Pappagallino Azzurro, se Elvira non mi prevenisse, correndo al telefono e sbattendo la porta dietro di sé. Fossi ancora in tempo potrei gridare, precipitarmi dietro di lei…”
Trama
Il tempo della giovinezza coincide, in questo folgorante romanzo, con la scoperta di sé e del mondo, dell’amore e del tradimento, della politica e delle voci femminili della scrittura che, come amuleti, guidano e ispirano le scelte della protagonista. Giovane donna battagliera e commovente, la voce narrante è stretta tra la morsa dell’amore materno di Elvira e l’incertezza del rapporto con Eugenio.
E indimenticabili sono anche gli altri personaggi che si muovono in una Roma vivida e riconoscibile, tra l’università Sapienza, le strade del centro e il Gamelino, luogo di ritrovo del gruppo: Fausto e Beniamino, Olga e la misteriosa Dirce, dietro la quale si nasconde un segreto di cui tutti, tranne la protagonista, sono i fedeli custodi.