Titolo: Una brutta storia. – Il commissario Incantalupo
Autore: Paolo Domenico Montaldo
Editore: Yowras
Pagine: 252
Prezzo: € 12,00
Uscita: 29 febbraio 2024
Recensione
Era da un po’ che non mi allietavo con la lettura dei gialli scritti da Paolo Domenico Montaldo riguardanti il commissario Incantalupo e ne sentivo un po’ la mancanza, specialmente, per i suoi personaggi che erano diventati come degli amici che ho seguito fin dalla loro prima indagine, imparando, così, a conoscerli meglio, a vederli crescere e migliorare nel lavoro e nei rapporti personali.
Quindi ho ripreso la lettura e questa volta il titolo in questione è “Una brutta storia” che fa parte della seconda serie dell’amato commissario, ovviamente anche questo volume pubblicato da “Yowras Editrice”. È stato, quindi, un piacere ritrovare l’ironia, come sempre ben rappresentata dall’autore, nonostante sia un giallo, ma che viene evidenziata con un font diverso.
Per la parte gialla chi la ama viene assolutamente accontentato perché è come sempre presente, ma nel modo giusto e con i dettagli e le caratteristiche più adatte a questa serie. L’inizio di questa vicenda parte subito molto bene, con una sana adrenalina che fa sperare in un’ottima lettura.
Paolo Domenico Montaldo, quindi, anche in questa dodicesima indagine, intrattiene il lettore con una storia gialla avvincente e ben calibrata, ricca di momenti interessanti che catturano l’attenzione ed invogliano a leggere per scoprire l’andamento della vicenda e scoprire, magari prima della fine, che cosa accadrà.
Ho apprezzato molto i vari protagonisti, ma in questa indagine, Marianna è stata, secondo me, la migliore e mi è piaciuta parecchio. Inoltre, ho apprezzato anche l’ambientazione coinvolgente ed interessante.
Come sempre l’autore non è avaro di dettagli e di caratteristiche nel raccontare la vicenda, e ciò lo si apprezza parecchio perché grazie a tutto questo il lettore riesce ad immaginare assai bene le varie scene descritte, quasi come se fosse lì presente. La sua scrittura, quindi, è fluida, ma ricca di caratteristiche adatte ai vari momenti e chi legge è invogliato a continuare con frenesia ed interesse.
Quindi il mio giudizio riguardante anche “Una brutta storia” de “Il commissario Incantalupo” è positivo perché è stata una piacevole lettura. Come sempre vi invito, se amate i gialli, a recuperare tutte le indagini di questa serie targata “Yowras editrice” perché l’autore saprà intrattenervi e farvi svagare nel modo migliore.
Qui sotto vi propongo l’incipit:
“Stava camminando lungo il fiume, al guinzaglio aveva Toto, un meticcio figlio di un incrocio improbabile che gli aveva regalato le zampe davanti un po’ più corte di quelle dietro e per questo, quando correva, perdeva il senso dell’equilibrio e caracollava con effetti disastrosi, spesso catapultandosi in giravolte dalle quali si rialzava con un’aria stupita.
Cos’è successo?
Dove mi trovo?
Si mangia?
Al contrario Gualtiero, perché questo era il nome di chi teneva Toto al guinzaglio, camminava ancora spedito e senza caracollare. Aveva settantacinque anni portati bene. Era in pensione da tre lustri. In quel momento, in quel giugno generoso di afa cittadina, si sentiva leggero come se avesse avuto vent’anni. Si sentiva un ragazzo impertinente e sperava, proprio quella sera, di poter ritornare a casa, cenare con sua moglie e poi riprendere le buoni abitudini dell’alcova…”
Trama
La morte bussa una volta sola. Le acque del fiume restituiscono un cadavere che porta con sé la prima smentita a questo antico detto. Un labirinto di specchi che raddoppiano, mistificano, contorcono la realtà accoglie il commissario Incantalupo, più che mai coinvolto e incalzato dai servizi segreti.
La sovrintendente Marianna Morando, collega e moglie, lo affianca nelle indagini che conducono a preziosi elementi, dall’oscura e lontanissima provenienza, collegati con speculazioni internazionali. Un turbine di macabri ritrovamenti, pranzi strategici, identità nascoste e mancati inseguimenti sconvolge i capitoli di una storia che sprofonda nelle sabbie mobili della malvagità.
Nel corso dell’ultima, lunga e movimentata notte, che da un prestigioso hotel del centro prosegue nella zona collinare della città, il vicecommissario Santini dimostra di essere un uomo di cuore e di coraggio. Giunge il mattino a rischiarare gli uffici del piccolo commissariato di periferia. Armando Incantalupo tira le somme di un caso intricato e scopre con un certo stupore che le sue quotazioni di commissario sono salite alle stelle.