Titolo: Un regalo
Autore: Enrico Iannaccone
Editore: Augh! Edizioni
Collana: Frecce
Pagine: 109
Prezzo: € 13,00
Uscita: 28 maggio 2021
Recensione
Enrico Iannaccone è un regista e compositore napoletano, ma ora è anche scrittore, infatti quest’anno è uscito il suo libro “Un regalo” firmato da “Augh! Edizioni”.
La sua penna è, secondo me, molto tagliente, a volte irriverente e particolarmente schietta. Il protagonista, Eugenio, trasmette al lettore la sua irritazione, il suo essere seriamente arrabbiato. Ci racconta, come un fiume in piena, la sua vita, il suo rapporto ormai finito con la moglie e non ne parla bene. Ciò mi ha fatto un po’ tristezza e mi ha provocato un filo di perplessità, come pure il rapporto che ha con i figli. Indubbiamente Eugenio sembra, a volte, avercela col mondo. Non è una persona serena.
La terminologia usata da Enrico Iannaccone nel suo romanzo “Un regalo” è, ogni tanto colorita, aggressiva e sopra le righe. Sulla quarta di copertina si legge:
“Le frasi sono un ammasso di parole. Se le parole prese singolarmente non significano niente, la frase è il totem dell’insignificanza”.
La storia scorre bene, incuriosisce il lettore perché è particolarmente coinvolgente e originale.
L’autore affronta vari argomenti che vanno dal rapporto con le ragazze al sesso, dal legame particolare con i suoi genitori (è nato quando loro avevano quarantotto anni), al ricordo di un’estate del 1978 in vacanza in Grecia con i suoi amici. Man mano che si procede con la lettura, si vengono a conoscere nuovi elementi della sua vita (per esempio si scopre che scrive poesie) e del suo carattere. Ecco quest’ultimo è sicuramente molto ombroso, a mio parere, introverso e non particolarmente simpatico, ma è anche lui stesso ad affermarlo. Un tempo, inoltre, era appassionato anche di cinema e di musica…
Insomma è Eugenio è un personaggio che sembra non faccia molto per farsi apprezzare ed amare, ma sa, secondo me, come rendersi particolarmente scostante. Però, a tratti, pare comportarsi così per difendersi, per non soffrire ulteriormente e fa intuire, a volte, che dentro di lui c’è parecchia dolore.
“Un regalo” è un libro che va meditato, molto introspettivo e spesso da leggere tra le righe ciò che racconta il protagonista . Il romanzo, a volte, ferisce, altre volte provoca domande nel lettore, fino all’esplosione dell’ultimo capitolo che ho trovato meraviglioso, potente ed intenso.
Tutti i ricordi e il modo col quale Eugenio rievoca il suo passato avvengono limpidamente, senza maschere, senza filtri. Un libro davvero sincero e particolarmente vero che provoca anche sensazioni contrastanti. “Un regalo” è un romanzo originale che merita di essere letto, nonostante il suo taglio particolare, specialmente per quanto riguarda il modo di porsi del protagonista e, ogni tanto, il linguaggio. Alcuni passaggi sono da leggere con attenzione perché hanno molto da trasmettere.
Vi propongo, ora, l’incipit:
“Sono una brutta persona, lo sappiamo tutti. Una persona brutta e antipatica. Ma mai quanto il traffico. Tutto è nato dal traffico. È incredibile la quantità di informazioni che un monumentale blocco di acciaio scintillante, inquinante e inquietante sia in grado di dare anche alla più semplice delle menti. Semplice come la mia, of course. Eppure in questa noia granitica, fatta di fumi grigi, cieli plumbei, numerose gocce di pioggia sui vetri ripetute tante volte quante quelle in cui la radio manda sempre la stessa canzone dello squallido cantautore italiano col pizzetto e la pelata – male di vivere da tutte le parti, dio mio – minuscolo obbligatorio – e di tutti – temo sia uno di quelli capaci di indossare maglie di pile munite di zip all’altezza della gola: meglio il cancro, quindi – proprio questa noia granitica, dicevo, è portatrice di inaspettate epifanie…”
Trama
Un uomo in un Autogrill, il non-luogo per eccellenza. Un punto di passaggio che per una volta diventa di approdo, almeno per il tempo necessario alla stesura di una lunga lettera che racchiude i ricordi, le gioie e le amarezze della propria esistenza. Pagine e pagine intrise di nude verità, sul confine – oramai superato – della disillusione, della purezza perduta e di un cinismo che rivela una voglia di ritrovare la propria essenza. Lontano dalle ipocrisie e dalle mille nevrosi di una società sempre meno a misura d’uomo. Eugenio, il protagonista, rievoca i tempi dell’indipendenza sentimentale, i mattoni da ingoiare di fronte alle prime responsabilità. Due figli da proteggere dallo squallore, una donna e un amore da non ridurre a banalità del quotidiano. E infine un regalo. Una confessione che possa riemergere dalle macerie di una fuga impossibile.