Titolo: Tumorati di Dio
Autore: Fabio Paolo Costanza
Editore: Bookabook
Collana: Narrativa
Pagine: 155
Prezzo: € 14,00
Uscita: 5 maggio 2022
“Ciò che il Tumorato da Dio ha veramente di esclusivo è non essere morto, ma nemmeno più vivo”
Trama
Quando Gabriele scopre che il tumore che pensava di aver sconfitto un anno prima è ancora lì, molto più forte e spietato di quanto non lo sia mai stato, il mondo che lo circonda inizia a sgretolarsi. Improvvisamente si scopre più solo che mai: dopo la morte della madre, l’Alzheimer del padre e la rottura con l’amata Johanna, Gabriele non ha nessuno a cui confidare la paura per la malattia e l’angoscia per il futuro, ma anche la rabbia e l’invidia nei confronti di chi può continuare a vivere la propria vita. Inizia quindi a scrivere un memoir, ripercorrendo le tappe più importanti del suo vissuto, ma anche le numerose occasioni che sente di aver perso. Più scrive, più la disperazione si fa profonda. Ma è nei momenti più dolorosi che la vita ci riserva le sorprese più inaspettate.
Biografia
Fabio Paolo Costanza è nato nel 1982 a Seregno. Imprenditore culturale, vive e lavora a Milano. “Tumorati di Dio” è il suo romanzo d’esordio.
Incipit
“Si può iniziare a scrivere un memoir a trentasei anni alle ore 06:24 del giorno di Ferragosto a Milano, chiusi nel chiarore rarefatto di una camera da letto matrimoniale, vacante per metà, se una decina di giorni prima ti è stato annunciato – con efferata e così algida professionalità medico-ospedaliera – l’increscioso accaduto della diffusione di cellule metastatiche all’interno di polmoni e cervello. Cellule maligne origina tesi da un tumore primario custodito gelosamente dentro il proprio corpo da più o meno un anno. O meglio, sopra il proprio corpo, trattandosi di melanoma o, più banalmente, fatale e a quanto pare imbattibile cancro della pelle.
Il sole poco fa era rosso, ora è chiaro, pallido. Emaciato. Sono sveglio da dieci minuti e sto fumando una sigaretta senza neanche aver bevuto il caffè. Ho già sbagliato. Ascolto il secondo o terzo tram che esce dal deposito dell’ATM vicino casa, rompendo il silenzio assurdo della notte, di ogni notte. L’alba sarebbe una cosa fantastica se poi non ci fosse tutto il resto. Se poi non ci fosse tutto il resto, se vivessi dentro un’alba perenne, potrei anche smettere di bere e forse di fumare…”