Spettri diavoli cristi noi

Titolo: Spettri diavoli cristi noi

Autore: Riccardo Ielmimi

Editore: Neo Edizioni

Collana: Iena

Pagine: 176

Prezzo: € 16,00

Uscita: 12 febbraio 2025

Recensione

“Spettri diavoli cristi noi” scritto da Riccardo Ielmimi, gli ha permesso di vincere il “Premio Nazionale di Narrativa” Neo Edizioni – 2024 e quindi di venire pubblicato proprio in questi giorni12 febbraio da questa importante casa editrice.

Il titolo è assolutamente molto, ma molto particolare e la trama incuriosisce il lettore, appassionato dal genere, fin da subito. Così ha fatto anche con me, più che altro per capire cosa gli avesse permesso di vincere il primo premio.

Devo ammettere che la sua scrittura è complessa, intensa, profonda e assai diversa da quella di altri scrittori. La sua penna è incisiva, a volte contorta e non sempre di facile lettura; infatti, tra tutti i libri che ho letto di questa casa editrice, devo ammettere, con tutta sincerità, che questo romanzo mi ha messo seriamente in crisi facendomi traballare nella mia sicurezza di lettore e nel mio intento voler sapere come la storia sarebbe continuata. Ho tenuto duro e ho deciso di continuare.

Il mondo descritto da Riccardo Ielmini non è adatto a chiunque, ma solo a chi ama il genere e a chi non si fa spaventare da una penna aggressiva  e lugubre.

Il romanzo si divide in tre parti: la prima “La Confraternita” (che a mio avviso trovo molto interessante ed intrigante come argomento); la seconda “Diaspora” e la terza “Il ritorno della Confraternita”.

Tutto ciò è avvolto in passaggi che sorprendono e che lasciano un po’ senza fiato il lettore stesso. Le tematiche affrontate sono diverse e non delle più piacevoli e tranquille, infatti si parla di spettri, del Male, del Diavolo, messe nere, contrabbandieri eccetera. Come potete notare i brividi, in certi casi, sono ben previsti.

Proprio per questo motivo “Spettri diavoli cristi noi” non è adatto a chiunque. Il romanzo si immerge in ricordi che non si vorrebbero far tornare a galla, in quelli più oscuri e anche più deprimenti che si vorrebbe dimenticare.

La penna dell’autore è sicuramente molto potente, forte e sa come lasciare il segno. Per un amante dell’adrenalina come me ho trovato pane per i miei denti. E voi che ne pensate? Potrebbe incuriosirvi ed essere un romanzo capace di sfamare la vostra curiosità e voglia di lettura?

Qui sotto trovate l’incipit:

“In principio, nel buio, prima del sonno, è la paura, la magica incontrollabile paura del Diavolo che aleggia sulla giovinezza, il Diavolo bestemmiato dalle nostre vecchie come Anticristo, Bestia, Ciapin, l’acchiappa-anime che visita i tuoi sogni, bambino, che si intrufola nel tuo ozio, pinin, che perlustra gli angoli morti della tua fragile fortezza, stèla, e quindi sta’ lontano dal Diavolo, e bestemmialo, Satana, tienilo a mente, tienilo a cuore, che se il principio è buono il resto è buono, dicevano le vecchie nella veglia e nel sonno, e noi nottetempo o splendi-giorno non volevamo crederci, ma elettrizzavamo la nostra vigilanza, divorando nostro malgrado storie di santi e madonne oppure accatastando pacchi di riso, scatole di salsa, plateaux di tonno per poveri cristi che se ne stavano a crepare di fame a Gulu, Uganda, come se tutto quell’ammonticchiare fosse la nostra muraglia contro le incursioni di Belzebù, e poi ancora abbarbicandoci ai capitoli successivi della dottrina delle vecchie, costellata di esorcisti alle prese con legioni di porci indemoniati e di brucia-stròlighe, e via, quindi,…”

Trama

Un uomo racconta, comincia da quando lui e il suo gruppo di amici – la Confraternita – ascoltavano le nenie delle vecchie che li mettevano in guardia dal Diavolo, da Belzebù, che aleggiava sulla loro giovinezza. E il Diavolo prende forme diverse in ogni storia che ferisce il paese – la Contea.

Un paese sulle rive di un lago ai piedi di una montagna, dove i boschi transfrontalieri allungano la propria ombra, nasconde contrabbandiero e messe nere, lambiscono strade di provincia dove il male propaga in ferite che tutti vorrebbero dimenticare.

C’è la morte di Frida, l’amata del gruppo, e c’è il Gigante dei traslochi. C’è Artù il muto, figlio del Gandhi, e c’è Arben l’albanese, con le sue cinque figlie e il loro improvviso destino. Ci sono personaggi che spariscono e riappaiono come fossero spettri.

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