Titolo: Silenzio, nuvole e altre piccole faccende
Autore: Franco Gandolfi
Editore: Parallelo45 Edizioni
Pagine: 187
Prezzo: € 13,00
Uscita: 30 giugno 2020
Recensione
Franco Gandolfi ci propone il suo libro, pubblicato da “Parallelo45Edizioni”, dal titolo “Silenzio, nuvole e altre piccole faccende”. Si tratta una storia scritta in forma di monologo, infatti è assente qualsiasi tipo di dialogo.
L’autore racconta una vicenda come un fiume in piena. Durante la lettura ci arriva un grande potenza di narrazione, grazie anche ad una scrittura precisa, nitida e ben articolata. La penna di Franco Gandolfi è, a mio avviso, per palati molto sofisticati e raffinati, che cercano nei libri qualcosa di speciale e di elegante. “Silenzio, nuvole e altre piccole faccende” trasmette al lettore diverse emozioni, sotto varie forme, infatti, proprio la parola “emozione” è una delle protagoniste del romanzo.
Chi narra è un uomo che racconta, in particolare, il suo rapporto da padre adottivo di Emma, la figlia di Morena, la sua compagna. Si percepisce molto bene l’affetto che nutre per la bambina, proprio come se fosse sua figlia naturale e ciò, indubbiamente, è assai toccante. La storia contiene diversi passaggi coinvolgenti e profondi che invitano alla riflessione.
La lettura, a mio avviso, essendo un lunghissimo monologo, va fatta molto lentamente per intuire tutta la profondità e l’intensità dei vari momenti narrati circa la quotidianità. Si impara, inoltre, a dare peso alle piccole cose, a tenere conto di ciò che ci circonda, infatti vengono raccontate le varie esperienze quotidiane che il protagonista compie con la bambina, Emma. Di quest’ultima lo scrittore racconta tutte le sue preferenze e i suoi gusti, per esempio: ama i gatti, i cartoni animati ed andare a scuole, ebbene sì.
Ho trovato ammirevole la disponibilità dell’uomo e la sua bontà d’animo per riempire il vuoto che è stato lasciato in Emma, dal suo vero padre. C’è una canzone, di un famosissimo cantante che recita: “tu chiamale, se vuoi, emozioni” … ecco la trovo assai adatta per questo libro.
L’autore dà importanza ai piccoli gesti come, per esempio, al sorriso che scalda chi lo riceve. Inoltre Franco Gandolfi, in “Silenzio, nuvole e altre piccole faccende”, parla di diversi temi ed argomenti, come il mal di vivere, dell’ipocrisia, le ambizioni, dell’anima, delle malattie…e di tanto altro ancora.
Il romanzo, come potete intuire, è davvero colmo di argomenti sui quali riflettere, ha una sua profondità veramente potente. Consiglio questo libro a chi ama leggere pagine con un ritmo lieve, che si fanno gustare alla propria anima, alla propria testa e a chi ha gusti raffinati.
Ho sottolineato diversi passaggi, ma per non rovinarvi la lettura e lasciarveli assaporare meglio vi propongo, qui sotto, l’incipt:
“Scrivere è il mio mestiere. La prima idea dopo avere dichiarato che scrivere è il proprio mestiere lma ritengo legata all’attività di giornalista o autore di opere narrative e faccende simili. In questo caso il mestiere dello scrivere è legato ad altro. Evito di illustrare qual è l’altro che lega lo scrivere al mestiere anche perché si rivela trascurabile, adesso. Quanto più mi interessa è raccontare emozioni. Ho deciso che racconterò emozioni.
Questa mattina camminavo per strada – come tutte le mattine del resto, lasciati da parte giorni festivi di malattia e accidenti vari – quando ho deciso che sì, avrei descritto emozioni. L’avvertivo una necessità fisica e intellettuale nello stesso tempo. L’avvertivo, inoltre, una necessità dell’anima. Sarei potuto impazzire, altrimenti. Ho deciso di scrivere sebbene – in effetti – impazzire resti una faccenda estranea alla volontà. La ragione si perde e basta: un giorno il corpo si risveglia e la mente è altrove…”
Trama
Il protagonista, vivace anche se a tratti inquieto, racconta le sue giornate, le suggestioni che lo conquistano senza mancar nello stesso tempo di rivelare equivoci e contraddizioni della società a cui appartiene. Una quotidianità vissuta nel segno dello stupito disincanto annotando piacere e disappunto insieme. Un cammino percorso tra gli ostacoli di una generazione disadattata che guarda davanti a sé distinguendo soprattutto indeterminatezza e provvisorietà. Il sorriso, terapeutico quanto a volte lacerante, appare sul viso di Emma, figlia della compagna del nostro.
Emma è una bambina di otto anni impegnata a vincere la necessità di compensare il vuoto lasciato da un padre che all’improvviso, diversi anni prima, l’ha abbandonata. Il protagonista vive egli stesso le trepidazioni di un padre ma consapevole di essere altro. L’uomo e la piccola visitano insieme il giardino del quartiere, la biblioteca, la pinacoteca, trascorrendo giornate all’inseguimento di una libertà piena realizzata infine respirando il mare d’inverno…