Romanzo di crinale

Titolo: Romanzo di crinale

Autore: Silvano Scaruffi

Editore: Neo Edizioni

Collana: Iena

Pagine: 141

Prezzo: € 15,00

Uscita: 28 febbraio 2024

Recensione

“Romanzo di crinale” è il nuovo libro di Silvano Scaruffi (che nella vita fa il guardia diga) e rientra pienamente nel genere trattato dalla casa editrice “Neo Edizioni” che l’ha giustamente pubblicato con grande orgoglio. Affermo così perché è una lettura molto particolare, sia per la storia, che per lo stile narrativo.

“Neo Edizioni” compie un ottimo lavoro nella pubblicazione dei suoi testi e ama azzardare, oltre a stupire i suoi lettori. Personalmente apprezzo leggere testi come “Romanzo di crinale” perché sono molto originali e spiazzano, fin dall’inizio, oltre che nel corso delle pagine, stupendo con parecchio piacere.

La copertina, nella sua semplicità, conquista subito la nostra attenzione, ma è poi tuffandosi tra le pagine del libro che si resta maggiormente sorpresi. Infatti, i suoi personaggi e protagonisti, che abitano in un piccolo paese dell’Appennino tosco-emiliano, sono molto particolari, ad iniziare dai loro nomi, e agiscono in una maniera che vi lascerà senza parole.

Devo ammettere che l’autore ha compiuto un ottimo lavoro nel caratterizzali nel modo migliore, ricchi di particolari bizzarri che stupiscono e rendono la lettura assolutamente piacevole.

“Romanzo di crinale” vi appassionerà grazie proprio ai suoi personaggi che sono diversi da tutti quelli che avete incontrato nei libri letti finora. Personalmente mi sono lasciato trasportare dalle loro storie, dal loro modo di fare e dalla scrittura, a volte con termini non proprio comuni (ogni tanto, infatti, sono un po’ dialettali), che ne arricchiscono la storia rendendola diversa anche sotto questo punto di vista.

La scrittura di Silvano Scaruffi, mai come in questo caso, è assolutamente incisiva e ciò permette di distinguersi dagli altri romanzi in circolazione.

Inoltre, in poco meno di 150 pagine ho notato una grande quantità di storie e di argomenti, insomma una narrazione ricca ed intensa, ma ben raccontata. Personalmente mi sono “divertito” ad immaginare tutto ciò che l’autore ha raccontato nel corso delle pagine, quindi anche la zona fisica, infatti l’ambientazione delle varie scene che mi ha trasmesso un piacere visivo.

Se desiderate tuffarvi tra le pagine di un libro assolutamente particolare e farvi stupire dalla scrittura del suo autore, allora “Romanzo di crinale” fa al caso vostro.

Qui sotto vi propongo un pezzettino iniziale del romanzo:

“Il povero Ginasio, che dormiva in piedi, poggiato a un ciliegio storto cresciuto in Via Russia, in uno slargo tra due case, si insoniava le cose, il futuro, dicevano. Fatto sta che un giorno, il povero Ginasio era poi morto. E sua moglie, che lui chiamava la Viola, tanto che raspava in un cassetto, aveva trovato un biglietto scritto dal marito. L’aveva aperto perché era piegato venti volte tanto che sembrava un francobollo, e aveva letto:

La gente fa presto a dire, vè, Ginasio, st’altra settimana allora vieni a tagliarmi un po’ di legna? Ah, gli dico io, se ci arrivo a st’altra settimana, e loro si mettono a ridere. Visto? Adesso vedrai che ridono meno.

Così c’era scritto in quella specie di divinazione”

Trama

Strambi figuri abitano un piccolo paese dell’Appennino più remoto. C’è Bunga che va in giro con un verme dentro un vaso di vetro dicendo che quello è il capostipite della famiglia, e guai a chi lo tocca, c’è Brasco che tiene il bar, e Romma e Burasca che del bar sono frequentatori assidui. Poi c’è la Viola che ha sposato Ginasio e la Flora dei Verduga che osserva sempre Ginasio dormire sotto un ciliegio mentre sogna il futuro.

Intanto è arrivata la SIO, la società che sta costruendo il Parko, i terreni vengono espropriati e dalle profondità arrivano misteriose scosse. E c’è Bestio, che sottoterra ci abita, e vede. Un romanzo di crinale, terroso nella lingua e nell’impasto, e l’oscuro progresso che investe una comunità scalcagnata, che in queste terre ha radici antiche e ci si aggrappa come le rocce alla montagna madre.

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