Titolo: Risposta sbagliata. Il commissario Incantalupo
Autore: Paolo Domenico Montaldo
Editore: Yowras Editrice
Pagine: 156
Prezzo: € 12,00
Uscita: 25 settembre 2020
Recensione
“Risposta sbagliata”, scritto da Paolo Domenico Montaldo, è il primo volume della serie gialla de “Il commissario Incantalupo”, tutti pubblicati da “Yowras Editrice” a cui mi sono avvicinato con alte aspettative e una voglia immensa di tuffarmi tra le sue pagine, sia perché ne avevo sentito parlare molto bene, sia perché mi attirava parecchio. .
Devo ammettere, fin da subito, che mi ha conquistato, già dalle prime pagine, per diversi motivi e l’ho divorato in poche ore.
La scrittura di Paolo Domenico Montaldo è assolutamente avvincente, molto scorrevole ed estremamente appassionante perché sa dosare tutti gli elementi del giallo nel modo migliore. Inoltre, cosa non da poco, c’è una leggera ironia che impreziosisce il volume rendendolo davvero un libro piacevole e adatto a tutti, non solo agli appassionati del genere giallo.
Durante la lettura, capitolo, dopo capitolo, l’autore ci permette di conoscere meglio sia il commissario Incantalupo, a cui mi sono subito affezionato per il suo modo di essere, che gli altri personaggi che entrano man mano nella storia e la allietano, oltre a movimentarla. Tutti hanno un ruolo ben preciso, un proprio spazio e permettono, quindi, a noi lettori, di assistere con facilità alle indagini. Infatti noi stessi potremmo essere dei componenti del gruppo guidato da Incantalupo perché, grazie a Paolo Domenico Montaldo, col proseguire della lettura raccogliamo i vari indizi e prove.
“Risposta sbagliata. Il commissario Incantalupo” fa partire alla grande questa fresca e gradevole serie gialla. Si inizia col ritrovamento di un cadavere, ma non ci si ferma ad esso… lascio a voi scoprire che cosa accade per non rovinarvi la sorpresa e, specialmente, perché vorrei invogliarvi a leggere questa prima storia.
I personaggi sono molto ben caratterizzati e parecchio umani, in questo modo è come se fossero uno di noi, con i loro pregi e i loro difetti. Ci si sente della famiglia. Un altro punto forte sono le descrizioni che sono realizzate assolutamente bene; infatti, se chiudiamo gli occhi, ci immaginiamo sulla scena descritta.
Oltre a tutto ciò, c’è una particolarità tanto carina che rappresenta la parte più ironica del commissario e del libro: ossia i suoi pensieri sono messi nero su bianco. Infatti l’autore ce li propone, ogni tanto, con un font diverso. Meravigliosi.
“Risposta sbagliata. Il commissario Incantalupo” è indubbiamente un bel giallo, abbastanza classico, estremamente appassionante e ricco di colpi di scena. Inoltre, il ritmo è assolutamente dosato bene e non ci permette mai di annoiarci, anzi ci tiene incollati alle pagine, ve lo assicuro. Una volta terminata la lettura si ha subito voglia di proseguire col secondo volume da cui, infatti, mi farò intrattenere molto presto, sperando di confermare il mio ampio entusiasmo per il commissario Incantalupo.
Se desiderate un bel giallo, scritto molto bene, che vi faccia compagnia durante le vacanze estive e con personaggi in grado di lasciare il segno, allora procuratevi la prima avventura del commissario Incantalupo e poi fatemi sapere un vostro parere. Spero possiate esserne conquistati pure voi come è accaduto a me.
Concludo riportando il passaggio che è presente nell’aletta interna di Risposta sbagliata. Il commissario Incantalupo
“Pronto? Io sono la signorina Bottero e abito al terzo piano, in via San Domenico, il portone subito dopo corso Valdocco, vicino al bar che una volta era di Pietro, ma adesso c’è un altro che non mi piace e così non scendo più a prendere il caffè. Volevo dirvi che c’è del sangue che esce da sotto la porta della mia vicina. Insomma sembra sangue. Venite subito».
Un agente scrive su una tastiera un indirizzo e pochi altri dettagli.
Il messaggio attraversa l’etere e approda a uno schermo.
Una pattuglia si sta avvicinando al posto. Tutto ha il senso dell’efficienza, dell’ordine, un ordine silenzioso che deve apparire efficiente per la tranquillità di tutti noi che siamo quelli che l’ordine lo subiscono. Poco dopo gli uomini del pronto intervento arrivano sul posto. Salgono al terzo piano dove trovano una piccola folla ad aspettarli fuori dell’appartamento dal quale esce una sottile striscia di sangue, come un rifiuto liquido, male incanalato lungo una fessura fra due piastrelline rosse, consumate dal tempo. Un odore dolce, come di morte inaspettata, sembra filtrare sotto la porta chiusa.”
Trama
Chi può uccidere ancora e ancora a sangue freddo e in quel modo? Dove si nasconde l’assassino? E perché il questore non ne sa nulla? Sta fingendo? E il mio vice Santini? Cosa posso dire di lui? Di Marianna Morando e dei suoi occhi viola mi posso fidare? È sempre necessario avere un motivo per uccidere?
Questo si chiede il commissario Armando Incantalupo detto Lupo, travolto dalla sua prima indagine dopo il trasferimento in quella città, con quella pioggia che ricorda Parigi, in quel piccolo commissariato di periferia.
Quando Lupo entra per la prima volta nel suo ufficio anni ’80, fra vecchie cartine geografiche logore e una macchinetta del caffè che ha visto tempi migliori, trova ad accoglierlo un nutrito (ma non quanto vorrebbe) gruppo di agenti abituati a fare molto con quel che c’è. Il suo nuovo mondo prende la forma del corridoio grigio e storto del suo commissariato mentre una timida storia d’amore spunta tra le pagine.