Titolo: Raudo e i cuori nel caffè
Autore: Giovanni Anzaldo
Editore: Solferino Libri
Pagine: 303
Prezzo: € 18,50
Uscita: 9 giugno 2023
Recensione
Giovanni Anzaldo ci propone il suo secondo libro dal titolo “Raudo e i cuori nel caffè”, pubblicato dalla casa editrice “Solferino libri”.
Raudo è il cane di Ennio, il protagonista del romanzo, è un animale poco attraente e purtroppo malandato, fa davvero molta tenerezza.
La storia racconta le vicissitudini dell’uomo dopo che è finita la sua storia d’amore con V, la donna con cui aveva adottato il cane. Ovviamente per Ennio non sarà per nulla facile superare la situazione e dovrà affrontare dei momenti parecchio difficili e pieni di sofferenza.
Oltre a loro due fanno la comparsa, durante i capitoli, anche altri personaggi che arricchiscono la scena con i loro interventi.
La scrittura di Giovanni Anzaldo è molto ironica, questo è un segno ben marcato che contraddistingue l’autore. Ma, nel corso del romanzo, non ci sono soltanto i momenti ironici; infatti, troviamo pure un velo di malinconia (secondo me molto forte) e un pure di tristezza che influiscono notevolmente in alcuni passaggi della storia.
Durante la lettura incappiamo in tanti riferimenti musicali e di altri generi. Lo scrittore affronta, inoltre, vari temi e diversi argomenti che movimentano la vicenda e danno ogni volta un tono diverso, oltre a regalare emozioni di vario tipo.
Il linguaggio usato da Giovanni Anzaldo è molto moderno, frizzante, adeguato alla situazione, ma a volte anche intrigante, sexy, pungente e con alcuni passaggi dedicati al sesso, quindi con una terminologia colorita consona al momento.
“Raudo e i cuori nel caffè” è un romanzo spumeggiante che con la sua storia riesce a conquistare abbastanza il lettore, ma specialmente grazie ai personaggi molto ben descritti e delineati, con i propri caratteri marcati e ben definiti.
Ennio, secondo me, è un personaggio controverso, perché a volte fa tenerezza, altre volte invece è, a mio avviso, irritante per il suo modo di reagire e di comportarsi. Infatti, ogni tanto sembra che il suo scopo sia di privarsi della felicità e ciò l’ho trovato molto fastidioso. Se lui è così, V. è anche peggio, infatti Giovanni Anzaldo ne ha fatto un personaggio, secondo me, davvero insopportabile, non mi ha conquistato per nulla e devo ammettere che Ennio ha avuto fortuna ad essere lasciato da una tipa così.
La terza figura che compare come protagonista è sicuramente Sandrino, egli è un amico e vicino di casa di Ennio ed è colui che in alcuni momenti regala un po’ di vivacità alla storia movimentandola ulteriormente.
“Raudo e i cuori nel caffè” è un romanzo che mi è piaciuto abbastanza, l’ho letto con curiosità ed interesse, inoltre in alcuni passaggi l’ho trovato frizzante e gradevole, in altri un pochino lento. I suoi punti di forza sono indubbiamente i protagonisti e il cane Raudo. Per il resto dipende un po’ anche dal proprio vissuto e dal genere di lettura che si preferisce.
Per quanto riguarda questo romanzo posso ammettere che è originale e particolare, sa come lasciare un segno nel lettore.
Qui sotto trovate, per concludere, l’incipit:
“Ora finisco tutto. Le serie, i film. Li guardo dall’inizio alla fine, vado avanti fino a notte inoltrata. Mai un tentennamento, uno sbadiglio. Quando io e V. ci mettevamo davanti al computer, ero io il primo a crollare. Di solito duravo sette minuti. Mi bastava lei, il divano, i titoli di testa e andavo subito in coma farmacologico. Stanotte invece non ho chiuso occhio.
Ho appena finito di vedere Novecento e mi chiedo come mai Bertolucci abbia scelto di farlo durare così poco, cinque ore non sono nulla. Dovrebbero fare un film che duri una vita e allora sì che sarebbe un bel vivere. Sono le sette del mattino. Raudo, il mio cane grasso, zoppo e cieco da un occhio, è sul divano, svenuto. Quello stronzo ha rovinato la colonna sonora di Morricone e non ha smesso di russare neanche un secondo. De Niro e Depardieu dovevano ancora entrare in scena e lui già organizzava dei rave dentro al suo naso. I bulldog li fanno in laboratorio e qualcosa, con il mio cane, dev’essere andato storto…”
Trama
Ennio è un cantautore con una sola canzone: “Il cane dell’appartamento”, un brano ispirato a Raudo, il suo poco attraente amico a quattro zampe. Lo ha adottato insieme a V., suo grande e unico amore, che però ora lo ha lasciato per rifarsi una vita e non una qualunque: è diventata un’attrice di cinema, con nuovi amici e, forse, un nuovo fidanzato. Per Ennio non c’è altro da fare che sforzarsi di dimenticarla ma il suo temperamento malinconico non aiuta, e Torino disseminata di ricordi ancora meno: i pezzi della sua relazione finita se li ritrova sparsi nei bar, nei cinema, nei teatri, sui marciapiedi e persino tra le maglie del tappeto del salotto.
Perseguitato da scene struggenti del passato, rampognato da Sandrino, il suo vicino di casa ex scassinatore e improbabile mentore, corteggiato ma non abbastanza da Lea, graziosa ristoratrice vegana, Ennio vede un’unica via di salvezza: scrivere un’altra hit che lo renda famoso e lanciarsi in una carriera da trapper. Potrebbe essere il modo per riconquistare V. Oppure potrebbe essere la ricetta del disastro.
A rendere indimenticabili Ennio, il suo difettoso cane Raudo e le loro mille disavventure non è solo il ritmo inarrestabile della narrazione o il fascino di una Torino ricca di atmosfera: è sentire, a ogni pagina, che la loro storia appartiene pienamente a chi la legge. Perché questa commedia romantica dolce-amara, divertente e vera ha il sapore delle nostre giornate più memorabili, degli amori che abbiamo attraversato e perduto, della speranza e della dolcezza di quelli che iniziano.