Promettimi che imparerai a nuotare

Titolo: Promettimi che imparerai a nuotare

Autore: Tommaso Fusari

Editore: Mondadori

Collana: Novel

Pagine: 318

Prezzo: € 18,00

Uscita: 18 ottobre 2022

Recensione

Era da tanto tempo che sentivo parlare dei libri di Tommaso Fusari e non appena è uscito questo suo ultimo lavoro “Promettimi che imparerai a nuotare”, pubblicato da “Mondadori”, ho deciso che era giunto il momento di scoprire personalmente la sua scrittura e una delle sue storie.

Mi sono accostato a questo romanzo, infatti, con grande curiosità ed aspettative normali e ho scoperto uno scrittore molto profondo, che sa usare le parole con grande capacità, senza però indugiare troppo, senza esagerare; infatti, ho apprezzato parecchio il suo non essere melenso ed eccessivo in alcuni passaggi dove altri, magari, lo sarebbero.

La storia, indubbiamente, non lascia indifferenti chi la legge con trasporto ed emotività e chi possiede una certa dose di sensibilità.

Il fatto che il protagonista, Alessandro, possegga un dono che, a mio avviso, non è solo speciale, ma anche una specie di croce da portare, ossia “sentire il dolore degli altri”, scombussola parecchio chi si avvicina a questo libro senza sapere l’esistenza di questa “capacità”, ma non me. Infatti ne so qualcosa, dato che ci sono passato pure io tempo fa, quindi conosce bene le sensazioni del ragazzo, capisco perfettamente che cosa prova nel corso del libro.

Le descrizioni di Tommaso Fusari sono perfette, limpide e profonde, specialmente, appunto, quando si tratta di mettere in luce questa caratteristica di Alessandro, a me sono venuti i brividi perché ho rivissuto un po’ del mio passato. Non è fantascienza, ma vi assicuro che è qualcosa di reale che esiste e che si prova davvero.

Sono ottimi tutti i personaggi presenti nel romanzo, chi maggiormente descritto e chi un filo meno, ma tutti sono necessari e utili a diffondere un senso, un significato incisivo, come la scrittura di Fusari. Devo ammettere che ne sono rimasto soddisfatto.

“Promettimi che imparerai a nuotare” è un libro che colpisce il nostro cuore, ci fa commuovere e riflettere, ci sorprende e ci intrattiene. Alcune scene e alcuni passaggi sono assai intensi, ma ovviamente bisogna essere portati e dotati di sensibilità per capire e per essere coinvolti dalla sua storia che è appassionante e che, in alcuni momenti, fa provare davvero i brividi.

La penna dello scrittore è carica di emozioni di vario genere, di sentimenti sotto diversi punti di vista; infatti, trova spazio sia l’amore che l’amicizia, entrambi i valori sono protagonisti ed evidenziati bene, senza essere mai eccessivi. La vicenda tocca molti temi ed argomenti e ho apprezzato che ciò avvenga con tatto e delicatezza, riuscendo ad evidenziarli bene.

Anche il dolore, ovviamente, ha un ruolo importante all’interno del romanzo, ma ciò non deve spaventarvi, perché è dosato e gestito da Tommaso Fusari, nel modo più adatto. Alessandro è un protagonista splendido, a cui ci si affeziona e si ammira, secondo me, per la sua tenacia, nonostante tutto, per il suo modo di reagire e di comportarsi.

“Promettimi che imparerai a nuotare” è un libro con una sua morale che si fa apprezzare, è ricco di insegnamenti e di momenti indimenticabili.

Il “sesto senso” di Alessandro non è da prendere alla leggera, ma ci tengo a sottolineare, che è qualcosa di reale, una sensazione che esiste davvero in alcune persone e non è facile da gestire, da tenere a bada, sconvolge, spaventa, agita interiormente il proprio stato, preoccupa ed angoscia, ma si può arrivare a domarlo e conviverci. In alcuni momenti sarà più forte e presente, in altri meno.

Vi consiglio vivamente la lettura del libro e di lasciarvi conquistare dalla scrittura delicata di Tommaso Fusari.

Qui sotto vi propongo l’incipit del prologo:

“La prima volta che capì di avere qualcosa che non andava era all’ultimo anno di asilo. Si imbambolava come tutte le mattine davanti alla televisione mentre i Frollis diventavano una poltiglia biscottata nel latte. Ogni volta che sua madre si affacciava in cucina si chinava rapidamente sulla tazza per farle vedere che sì, stava mangiando, non avrebbero fatto tardi.

«Ale…» diceva spazientita. «Ho finito, mamma, ho finito.»

Dopo un po’ lei entrava a passo svelto, prendeva il tele- comando e spegneva la televisione. Poi tornava in bagno, portando il telecomando con sé. Era novembre inoltrato, Alessandro se lo ricordava bene perché in classe avevano fabbricato un gigantesco cartellone con le stagioni e i mesi dell’anno. La scritta “Novembre” l’avevano colorata di marrone per ricordare le castagne, e ci avevano disegnato accanto pure due grosse nuvole grigie…”

Trama

Fin da bambino Alessandro ha un dono speciale: riesce a sentire il dolore degli altri. Gli basta guardare negli occhi le persone per entrare nel loro fondo, il posto cioè dove custodiscono le ferite che non mostrano a nessuno. Ma stare laggiù è terribile. Ti sembra di morire ma alla fine non muori mai. Per questo Alessandro ha scelto di planare sulla vita evitando qualsiasi contatto profondo con il mondo esterno. Accanto a lui ci sono soltanto la madre e Davide, il suo migliore amico, unica zona sicura in cui cercare riparo.

Tutto cambia, però, quando entra in scena Claudia, una ragazza dagli occhi cangianti che si ostina ad usare un vecchio walkman per ascoltare la sua musica. Con lei Alessandro scopre che negli sguardi che incontra può anche trovare altro, non solo il buio.

Ma ora che Claudia è lontanissima, Alessandro sceglie di rintanarsi nuovamente in se stesso. I suoi propositi, però, vanno in frantumi non appena la sua strada incrocia quella di quattro persone e il loro personalissimo fondo: Greta, una diciassettenne che sta cercando di sopravvivere all’adolescenza nonostante la madre depressa e il padre in carcere; Julieth, una giovane donna maltrattata dal marito alcolizzato, e Jay, suo figlio, un bambino dagli occhi grandi innamorato dei supereroi. Infine Achille, l’anziano vedovo che gestisce il negozio di dischi che Claudia tanto amava.

Tutti loro, inconsapevolmente e ognuno a modo suo, aiuteranno Alessandro a capire che i muri proteggono sì dalla sofferenza propria e altrui, ma dividono anche. E che forse qualche volta vale la pena restare perché, che sia tuo o di un altro, non puoi vincere un dolore scappando. Puoi però imparare a nuotarci dentro, con la consapevolezza che in superficie ci sono mani pronte a stringere le tue e a dirti che puoi ancora farcela.

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