Titolo: Prendila come viene
Autrice: Aurélie Valognes
Editore: Sperling & Kupfer
Collana: Pandora
Pagine: 263
Prezzo: € 17,90
Uscita: 20 luglio 2021
Traduzione: Margherita Belardetti
Recensione
Dopo il grande successo di “Non c’è rosa senza spine”, che ho letto l’anno scorso, Aurélie Valognes è tornata in libreria, per la mia gioia, col nuovo romanzo dal titolo “Prendila come viene” sempre pubblicato da “Sperling & Kupfer”.
La copertina è, indubbiamente, splendida e solare, adatta all’estate, ma è la trama, sicuramente, che conquista maggiormente, stuzzicando la nostra voglia di leggere questo libro.
Quello dell’anno scorso mi era piaciuto parecchio, quindi, inizialmente, ero un po’ titubante che si potesse ripetere lo stesso entusiasmo. E mi sbagliavo. Infatti, forse, a mio parere, questo è anche meglio.
Tutto è merito del piccolo protagonista, di nome Jean, che è un personaggio tenerissimo e, durante la lettura, saprà scaldarvi il cuore più volte. Inoltre vi farà commuovere nel corso dei vari capitoli. Ma non è il solo, perché anche la nonna Lucette, dalla quale andrà a stare, è un personaggio davvero fantastico che vi piacerà parecchio e sono certo che amerete. Che dire, invece, di Marie la madre del ragazzino?! Non è una donna che si apprezza molto e non riesce ad arrivare al cuore dei lettori, seppure, indubbiamente, è anche colpa dei vari problemi che deve affrontare, ma forse dimentica che cosa voglia dire essere una madre.
“Prendila come viene” è un romanzo assai scorrevole, una lettura assolutamente piacevole che vi conquisterà fin dalle prime pagine. Inoltre, in determinati passaggi, è un libro particolarmente intenso. Infatti la penna dell’autrice provoca, nel lettore, una serie di forti emozioni e lo porta ad apprezzare anche le piccole cose.
Viene data, giustamente, una grande importanza ai sentimenti e c’è una piccola dose psicologica che esorta la lettura. Il ritmo è costante e alcuni colpi di scena rendono il romanzo avvincente e stimolante. Devo ammettere che mi sono piaciute anche le varie descrizioni e mi sono innamorato, grazie ad esse, del luogo dove vive la nonna Lucette: Granville.
Come avrete capito, promuovo “Prendila come viene” con voti alti perché ha, al suo interno, una grande lezione di vita, oltre a due protagonisti che riescono a conquistare il lettore col loro modo di essere. La parola chiave di questo romanzo di Aurélie Valognes è sicuramente, secondo me, tenerezza e sono certo che mi darete ragione.
I vari avvenimenti che accadono e le decisioni che i personaggi prendono, danno vita ad una storia appassionante e, a tratti, struggente. Una volta terminata la lettura ho sentito la mancanza di Jean e di Lucette, perché sono riusciti, con grande garbo e delicatezza, a fare breccia nel mio cuore. Con il loro carattere, la loro dolce umanità, il loro schietto e coraggioso modo di vivere e di affrontare i vari eventi quotidiani, mi hanno tenuto incollato alle pagine. A questo punto non mi resta che invitarvi a leggere “Prendila come viene” e a farmi poi sapere il vostro parere !!!
Qui sotto vi riporto l’incipit:
“Jean è un sognatore: ha sempre la testa tra le nuvole, è sempre perso nei suoi pensieri. Per questo, immancabilmente, il più piccolo sassolino sulla strada lo coglie di sorpresa e in un attimo si ritrova gambe all’aria. Ogni volta si rialza di scatto mormorando: «Tanto non fa niente». Per ricordarsi di non piangere. Per convincersi di non sentire male. A sei anni le sue ginocchia cicatrizzano bene e il suo orgoglio resta integro: non gliene importa nulla di quello che pensano gli altri, della gente davanti alla quale finisce lungo disteso per terra una decina di volte al giorno.
Dopo ogni capitombolo se ne va, com’è venuto, canticchiando. A Marie, sua madre, sarebbe piaciuto insegnargli a camminare senza inciampi. Avrebbe voluto risparmiargli quelle inutili cadute, che feriscono lei almeno quanto lui, o anche di più. Forse avrebbe potuto consigliargli di alzare un po’ di più i piedi? Ma camminare non è come mangiare o leggere, camminare non si insegna…”
Trama
È l’estate del 1968 quando Jean arriva a Granville, cittadina di mare sulla costa della Normandia. Ha sei anni e una piccola valigia bianca che contiene le sue poche cose: l’ha riempita in fretta e furia sua madre la notte in cui sono fuggiti da una vita che le faceva male e le stava ormai stretta. Lei, Marie, la ribelle di famiglia, ha sempre desiderato qualcosa di più della semplice realtà di provincia, e sente che ora, in quell’anno che sta sovvertendo tutte le regole, è venuto il momento di realizzarsi a Parigi. Non può portare con sé Jean, e così lo lascia dalla nonna, in attesa di sistemarsi e venirlo a riprendere.
Convinto che la mamma tornerà presto, Jean non disfa neppure la valigia, tuttavia, a poco a poco, prende confidenza con nonna Lucette, un donnone dai modi spartani – non sente la necessità dell’acqua corrente né del frigorifero – ma dal cuore tenero, che ha cresciuto ben sette figli. Lui, curioso e loquace, porta una ventata di freschezza nell’esistenza dell’anziana Lucette, scandita dalle visite al camposanto e dalla passione sfrenata per il lavoro a maglia. Lei ha visto di tutto, lui si meraviglia di tutto.
In quella che doveva essere solo la parentesi di un’estate, Lucette gli insegnerà a prendere la vita come viene, senza porsi troppe domande. Mentre Jean, insieme alla nonna, ai cuginetti e a una zia dai capelli che profumano di biscotti, ritroverà una famiglia, e pazienza se non è come se l’era immaginata.