Titolo: Piccolo mondo perfetto
Autore: Kevin Wilson
Editore: Fazi
Collana: Le strade
Pagine: 424
Prezzo: € 18,00
Uscita: 15 novembre 2018
Traduttori: Silvia Castoldi
Recensione
Un libro con una storia molto particolare e assai discutibile. Si tratta di un progetto che il protagonista, Preston Grind, cerca di realizzare non senza difficoltà. Il suo intento è mettere insieme, sotto lo stesso tetto, più persone sole, con problemi personali ed in attesa di figli, in una grande comunità facendoli diventare una “famiglia allargata”, dove far crescere i futuri bambini all’interno della struttura per almeno dieci anni.
All’inizio i “partecipanti” (uso questo termine perché sembra di assistere ad un programma televisivo) accettano con entusiasmo e curiosità (le stesse che proviamo noi lettori pagina dopo pagina) pensando che l’idea sia esaltante e costruttiva ed inoltre essendo spesso soli sono contenti di poter avere compagnia e conoscere gente con cui instaurare amicizie ed a cui voler bene come una vera grande famiglia.
Se all’inizio tutto è esaltante, col passare del tempo cominciano a nascere diverse problematiche, di vario genere, che non vi anticipo per non rovinarvi la lettura.
Il libro è indubbiamente molto interessante, la scrittura cattura come la storia e durante la lettura nascono anche in noi diverse domande. Un romanzo che sicuramente ci fa riflettere e se all’inizio può sembrare leggero e di puro intrattenimento, col proseguire si intuisce, invece, che lo scopo è quello provocare in noi delle riflessioni, delle discussioni, magari con altri che lo hanno letto, e condividere i propri pensieri, le proprie idee circa questo romanzo e il suo pazzo o costruttivo progetto (dipende dai punti di vista). Un libro che sarebbe molto adatto ad uno dei famosi gruppi di lettura perché si presta davvero molto per la discussione finale.
La storia dimostra come niente può essere perfetto, perché l’essere umano ha i suoi pregi ed i suoi difetti ed inoltre non è un robot, non può essere addomesticato, ma anzi se portato in un luogo isolato, in una comunità fuori dal resto del mondo, si corre il rischio di provocare delle dinamiche dannose per se stesso e per gli altri creando seri problemi specialmente nei bambini. Inoltre in questo caso, si creano false aspettative ai pargoli: invece di farli sentire parte di una famiglia allargata, si crea in loro tanta confusione e molto attrito tra tutti.
Questa è la mia idea, ma sono aperto ad una discussione costruttiva. Infatti, come ho affermato sopra, la cosa meravigliosa di questo libro è che stimola un dibattito, fa avvicinare le persone per discutere del progetto presente nel romanzo.
“Piccolo mondo perfetto” lo consiglio perché ci regala una storia forte, con le sue problematiche e le sue stranezze. Mette in campo diversi argomenti e temi su cui soffermarsi, inoltre provoca nel lettore una grande varietà di sensazioni, anche inquietanti, di emozioni sia positive che negative e quando un libro ci stimola in questo modo è assolutamente da leggere.
Concludo con un passaggio:
“Per Grind, tuttavia, non bastava convincere le persone a considerare i propri vicini come potenziali punti di appoggio; quello che lui voleva era che tutti si considerassero membri di un’unica famiglia. Ma i suoi colleghi trovavano l’idea inquietante, uno sconfinamento in una sorta di terapia new age; perciò continuarono a concentrarsi su dati concreti e metodi scientifici.”
Trama
Orfana di madre, senza soldi e con un padre alcolizzato, la diciannovenne Izzy Poole rimane incinta di Hal, il suo insegnante di Arte del liceo. Lei, intelligente e schiva, determinata a non frequentare l’università malgrado gli ottimi risultati scolastici, sente di volere il bambino e decide di tenerlo; ma Hal, vittima di problemi psichiatrici, non regge la responsabilità e si suicida.
Preston Grind, psicologo a sua volta figlio di celebri psicologi e segnato da un passato traumatico, dà avvio a un innovativo progetto di educazione infantile: il Progetto Famiglia Infinita.
Nove coppie in condizioni economiche e sociali disagiate e in attesa del primo figlio trascorreranno dieci anni in una tenuta dove alleveranno i propri bambini come una sorta di famiglia allargata; anche Izzy, unico genitore single, entrerà a far parte del programma.
L’esperimento prende il via, procedendo nonostante le difficoltà, più o meno prevedibili, che accompagnano le giornate di questa strana famiglia artificiale e autosufficiente: si creeranno legami particolari, nasceranno gelosie e rancori, i rapporti inizieranno a incrinarsi in seguito a inevitabili tensioni sessuali che rischieranno di spezzare il fragile equilibrio della comunità… La famiglia può rovinarti la vita oppure te la può salvare: quel che è certo è che dalla famiglia non c’è via di uscita.
Kevin Wilson, dopo La famiglia Fang, dà vita a un nuovo, affascinante e geniale ritratto di una famiglia, questa volta allargata e anticonvenzionale, confermando la sua delicata abilità nel raccontare le relazioni umane.
Comments
anna paola maga
sì penso proprio sia da leggere