Titolo: Non dire il tuo nome
Autore: Roberto Pitassi
Editore: Rossini
Pagine: 253
Prezzo: € 15.99
Uscita: 18 agosto 2022
Recensione
Roberto Pitassi è tornato in libreria, la scorsa estate, con un nuovo romanzo tutto da leggere, pubblicato da “Rossini Editore”. Il titolo è “Non dire il tuo nome” e trasmette timore e curiosità come deve essere per un genere di questo tipo.
L’atmosfera, che si trova al suo interno, è cupa, tesa, adatta alle scene narrate ed invoglia parecchio la lettura per gli appassionati di thriller. Oltre a ciò, “Non dire il tuo nome” propone alcuni colpi di scena, come è giusto che sia.
L’autore, a mio avviso, se la cava bene, sia con i vari dialoghi, che con le descrizioni ed è stato in grado di creare il giusto mix per tenere viva l’attenzione del lettore e per fargli sentire un pochino di adrenalina.
Ho trovato il libro scorrevole ed avvincente, i personaggi sono abbastanza descritti e la curiosità che scaturisce dalla storia è ben viva, come pure il ritmo che non annoia mai, ma anzi riesce a dare alla storia quella giusta velocità adatta ad un thriller, seppure questo non sia il genere esclusivo del libro. Infatti ho trovato elementi che non permettono di inquadrarlo solo in esso, ma c’è di più.
Nonostante ciò, Roberto Pitassi, a mio avviso, è stato in grado di non farsi sfuggire la mano, infatti è stato capace di dosare bene i vari elementi senza che la storia svoltasse eccessivamente in altri generi lontani dal thriller.
Inserendo la figura della strega Mary Gnot , (che mi ha lasciato un pochino dubbioso) ha dato un ingrediente fantasy al suo romanzo, regalando un po’ di mistero in più e maggior tensione, oltre a far in modo che al lettore sorgessero diverse domande. Con quest’ultimo elemento rende la lettura del suo “Non dire il tuo nome” non solo addato ad un target adulto, ma anche un po’ più giovane rispetto, forse, a chi di solito legge i thriller veri e propri.
Una piccola critica potrei farla affermando che in alcuni passaggi poteva osare di più in fatto di adrenalina e di tensioni, magari con descrizioni più forti e macabre come piacciono a me, ma sono consapevole che poi il pubblico di riferimento sarebbe variato rispetto a quello a cui è indirizzato il libro.
Nel complesso, questo nuovo lavoro di Roberto Pitassi riesce a tenere viva l’attenzione del lettore e a far in modo che la storia sia appassionante. Se la presenza dei bambini e della strega rende la lettura adatta anche a giovani lettori, questo libro è assolutamente indicato pure agli adulti (ovviamente devono essere appassionati anche del genere fantasy), che apprezzeranno la vicenda. Invece mi sento di affermare che chi ama leggere i thriller veri e propri, potrebbe non gradire completamente “Non dire il tuo nome”.
Concludo proponendovi, qui sotto, l’incipit del primo capitolo (che segue il prologo) in modo da darvi anche un primo assaggio della scrittura dell’autore:
“Angelino Santarossa fu il primo ad arrivare. Non era un caso, a lui piaceva essere l’apripista, colui che rompeva il ghiaccio. Lo adorava e se possibile lo esigeva. Sosteneva, con tono ironico, che era l’unico modo per ottenere il meglio dalla vita. Angelino era un tipo tutto gomiti e ginocchia e, a ben osservarlo, pareva non mangiasse da giorni. Indossava pantaloni corti, una maglietta verde a righe e delle espadrillas bianche con la punta tutta sporca di fango, regalo per i suoi nove anni di due estati fa. Conficcata al centro della maglietta, c’era un’insolita spilla da balia. La forma ricordava vagamente quella di un drago e mentre tutti sapevano che solo era un oggetto di poco conto, per lui aveva assunto un profondo significato. Per quanto assurdo, a suo dire, era la fonte della sua forza.
«L’anima del drago è dentro di me, io sono immortale. Nessuno mi può fermare» affermava spesso riferendosi al suo portafortuna. In quei frangenti, i suoi amici si dimostravano comprensivi e facevano finta di nulla. Sapevano che quella spilla aveva ben poco a che fare con la sua forza, ma vedere così il loro amico, li rasserenava…”
Trama
Estate del 1988, Poiana del Friuli. Luca, bambino di otto anni, si perde in un bosco e viene fatto prigioniero dalla strega Mary Gnot. Suo fratello maggiore Roberto, di undici anni, insieme al suo gruppo di amici, lo cerca vanamente. Dopo alcuni giorni, la polizia rinviene il cadavere di Luca: le indagini vengono affidate all’ispettore Lucia Guerra. Trascorso altro tempo, la strega si manifesta a Roberto e al suo gruppo. Così, gli amici decidono di effettuare delle ricerche e scoprono che, le informazioni su Mary Gnot, risalgono al 1638 e che un’antica maledizione grava sulle loro spalle.