Titolo: Mi hanno rapito gli zingari
Sottotitolo: Una storia vera
Autori: Cristhian Scorrano e Marina Pirulli
Editore: Augh! Edizioni
Collana: Khorakhanè
Pagine: 316
Prezzo: € 15,00
Uscita: 8 giugno 2020
Recensione
Un libro molto particolare ed originale è quello scritto da Cristhian Scorrano in coppia con Marina Pirulli: “Mi hanno rapito gli zingari” e dal sottotitolo che rende tutto ancora più appassionante: “Una storia vera”. Questo loro lavoro è firmato dalla casa editrice “Augh! Edizioni” nella nuova collana: “Khorakhanè”.
Devo ammettere che mi ha incuriosito parecchio e che, leggendolo, ho scoperto un mondo a me non noto e si può sfatare anche alcuni luoghi comuni.
La scrittura è, indubbiamente, molto scorrevole ed avvincente, infatti i due autori sanno come catturare l’attenzione dei loro lettori.
Mentre leggevo, mi nascevano diverse domande e penso che sia una cosa dovuta, sia all’argomento, che al modo in cui ci viene proposto. Scorrano e Pirulli affrontano il tema toccando diversi argomenti e ciò è illuminante ed interessante. Tra questi, primo tra tutti, l’accoglienza che è stata riservata al protagonista, Luigi, che per gli zingari diventa “Luis”. All’inizio egli si trova parecchio spiazzato e noi insieme a lui. Infatti la prima domanda comune è chiedersi se si trova in quella comunità perché è stato rapito, oppure no.
“Sono completamente nel pallone, non capisco nulla di ciò che sta accadendo…Sicuramente mi ruberanno quel poco che c’è dentro, ma ciò che mi preoccupa di più è la sorte che aspetta me. Mi costringeranno a rimanere con loro? Mi manderanno a chiedere l’elemosina? .. Per quanto dovrò rimanere qui?…Mi stanno ospitando oppure mi hanno rapito?…”
Ed ecco che una serie di interrogativi si fanno strada nella mente del protagonista, ma nel corso del libro, si otterranno anche diverse risposte. Tutto ciò è, infatti, uno dei punti interessanti del libro che stuzzica la nostra voglia e sete di sapere di più della vicenda.
“Mi hanno rapito gli zingari” è un libro che ci conquista, non può essere altrimenti, infatti tutti noi siamo curiosi di sapere che cosa potrà accadere al protagonista che si ritrova in un campo di zingari.
Senza anticiparvi nulla, ho apprezzato molto il modo di Luigi, dopo la sua agitazione iniziale, di riuscire a prendere in mano la sua situazione e di provare ad adattarsi, tra alti e bassi, tra decisioni su cosa dire e su cosa, invece, tacere. Indubbiamente non è una situazione facile, ma egli piano, piano prova a trovare un modo per sopravvivere e cerca di conoscere meglio tutta la comunità.
Luigi, agendo così, ci racconta la sua vita insieme ad un gruppo di rom. Infatti sono molte le informazioni, le curiosità, gli aneddoti di cui veniamo a conoscenze ed è proprio ciò il bello di questa lettura: ci ampia la veduta sull’argomento. Ovvio che egli dovrà affrontare, sia momenti molto difficili, ma anche delle piacevoli sorprese.
Grazie a “Mi hanno rapito gli zingari”, scritto in forma di diario, facciamo la conoscenza di persone molto particolari e variegate, modi di vivere a noi sconosciuti, vite di vario genere, personaggi anche bizzarri. La lettura di questo libro ci provoca varie sensazioni che vanno, dallo smarrimento alla sorpresa, dall’ansia alla tranquillità e molto altro.
Il protagonista ci rende partecipi del suo viaggio e della sua permanenza, per un certo periodo, nella comunità rom e nel raccontarci la sua esperienza ci permette di riflettere sulla situazione particolare, svelandoci molte verità rimaste nascoste finora al nostro sapere.
Un libro che vi consiglio se vi interessa il genere, se vi incuriosisce e se volete conoscere il mondo rom nella sua interezza e in modo schietto e sincero.
Quarta di copertina:
“Le mie emozioni continuano a volare sulle montagne russe, da uno spavento al sollievo per poi piombare nello spavento successivo. È faticoso. Sarà sempre così? Riuscirò a vivere una giornata, almeno una, senza agitazioni e batticuori? È quello che mi succede a provocarmi tante ansie, oppure sono io che mi spavento troppo facilmente e mi lascio suggestionare dai pregiudizi che continuo ad avere”
Trama
Luigi, giovane italiano con pochi soldi e molti sogni nel cassetto, è in viaggio attraverso i Balcani con la sua auto sgangherata per raggiungere il mare della Grecia. Finisce invece dentro un fosso, in piena notte, su una mulattiera di campagna nella sconosciuta Macedonia, e il mattino seguente si ritrova circondato da un folto gruppo di zingari: in trappola, appiedato e senza mezzi, non può fare altro che seguirli.
Comincia così la sua permanenza a Shutka – sobborgo di Skopje in cui risiede la più grande comunità rom al mondo – che si protrae per quasi tre mesi. Durante questo periodo “Luís”, come ha iniziato a farsi chiamare, si confronta con una variegata serie di personaggi: padri di famiglia, bambini che fumano, prostitute, cantanti, giovani transessuali, volontari, testimoni di Geova, viaggiatori, delinquenti, santoni e dervisci musulmani; è coinvolto in situazioni ambigue e grottesche, avventure comiche e tragiche, trovandosi faccia a faccia con la morte e l’amore.
Una storia realmente accaduta, un diario di viaggio in cui le vicende narrate offrono originali spunti di riflessione e si intrecciano alla profonda maturazione del protagonista.