Mentre tutto brucia

Titolo: Mentre tutto brucia

Autrice: Paulina Spiechowicz

Editore: Nutrimenti

Collana: Greenwich extra

Pagine: 240

Prezzo: € 19,00

Uscita: 24 gennaio 2025

Recensione

“Mentre tutto brucia” è il romanzo d’esordio di Paulina Spiechowicz, nata a Cracovia, che le ha permesso di vincere il premio Clara Sereni 2023.

Il volume, come tutti quelli pubblicati da “Nutrimenti”, è molto ben curato, sia nella carta interna, che nella copertina che presenta due alette meravigliose.

La trama mi aveva catturato ed incuriosito parecchio facendomi così venire voglia di leggerlo ed infatti ciò ho fatto. Purtroppo, probabilmente per colpa mia, mi sono trovato davanti un romanzo che non è riuscito a conquistarmi poiché ho riscontrato troppe frasi in dialetto che mi hanno reso più lenta la lettura, un po’ più pesante e sicuramente meno coinvolgente la narrazione. Inoltre, anche la storia, per quanto la riguarda, me la sono ritrovata diversa da come l’avevo immaginata.

Ci sono alcuni passaggi abbastanza coloriti e penso che non siano adatti a tutti, scene che non mi aspettavo. Scrivendo ciò, non è perché sono bigotto o mi scandalizzo, assolutamente, ne ho letti di libri che avrebbero fatto arrossire molte persone, ma non me, è solo che non mi aspettavo di trovare in “Mentre tutto brucia” una vicenda narrata con frasi e passaggi così particolari e che di certo non passano inosservati, ma preferisco non entrare nei dettagli.

I protagonisti, ossia Kamil e Beatrice, sono fratello e sorella che dopo essere stati dati in custodia al padre per determinati motivi, tornano in Italia dalla madre Viola. Tra le due figure di donne non c’è una che ho preferito di più rispetto all’altra, perché entrambe non mi sono piaciute molto, però mi complimento con l’autrice perché è riuscita a dare vita a personaggi parecchio ben carismatici e carichi di personalità che sono in grado di lasciare il segno in chi legge.

Il personaggio di Kamil, secondo me, è quello che ho preferito maggiormente caratterialmente e come comportamento, anche se pure lui non è certamente uno che brilla sempre. Beatrice, almeno all’inizio, non mi è risultata particolarmente simpatica, indubbiamente ha i suoi problemi il suo carattere, ma in alcune scene mi ha trasmesso un pochino di antipatia.

Il romanzo, inoltre, a mio avviso, è anche avvolto, ogni tanto, da un po’ di malinconia generale che rende pure l’atmosfera in cui è ambientato un po’ più cupa e meno frizzante. Ciò che invece mi ha colpito positivamente è stato il passaggio che fa riferimento alla libreria, in quel caso mi sono trovato a casa e a mio agio rispetto ad altri punti del romanzo.

Un ulteriore merito di Paulina Spiechowicz sono anche le descrizioni dettagliate, precise e ben realizzate che ha proposto a noi lettori nel corso di tutta la storia, sia nei momenti più tragici e coloriti, sia in quelli più pacati ed intensi.

“Mentre tutto brucia” è un romanzo che consiglio ai lettori meno sensibili e a quelli che sono abituati a leggere anche storie toste, forti. La scrittura di Paulina Spiechowicz è molto precisa, chiara e sa come intrattenere il suo pubblico, la storia è ricca di colpi di scena che difficilmente si dimenticano e il ritmo è spesso sostenuto. Inoltre c’è da segnalare che gli argomenti trattati sono davvero diversi e permettono di incuriosire il lettore e di invogliarlo nella lettura.

Concludo, qui sotto, proponendovi l’incipit:

“In lontananza una pozza di luce sul mare.

Più si avvicinavano, percorrendo la strada a bordo dell’auto di Ludovica, più l’intensità delle fiamme ne precisava la posizione: il fuoco non veniva dalla spiaggia, ma divampava li, all’altezza del campo profughi di Castel Fusano.

Nello specchietto Beatrice scorse l’amica alla guida, i tratti sensuali le inferocivano il viso. Pawel le sedeva accanto. Nessuno dei due sembrava dar peso all’incendio. Parlavano di come sarebbe stato strano vivere separati soprattutto dopo ciò che era successo quell’estate. Lei, col solito modo di portarsi le dita alla bocca, tamburellava i polpastrelli sulle labbra mentre lui, con una voce farinosa, prometteva che le avrebbe scritto una volta arrivato in Canada.

Ludovica fermò la macchina davanti al cancello che separava la pineta dal campo. Prima si voltò verso Pawel, poi guardò lei e disse: “Ti accompagniamo dentro. Va bene, Bea?”.

Scesero dall’auto, varcarono l’ingresso…

Trama

Ostia, estate anni Novanta. Kamil e Beatrice, sedici e diciassette anni, tornano in Italia dalla madre dopo un anno in Polonia dal padre. Kamil ha sentito la mancanza di Roma, soprattutto degli amici e della madre, Viola. Donna volubile, inquieta: mesi prima ha tentato il suicidio ma pare pronta a riprendersi. A Beatrice non è mancato nulla dell’Italia.

Ma l’adolescenza è un’età che riserva tante sorprese – amori, amicizie, rabbie – e tutto sta per cambiare. Kamil si rifugia nel branco, costretto a celare le fragilità e mostrare solo i muscoli. Beatrice s’innamora per la prima volta, accecata dalla passione per Nico. Odiato da Kamil, ex detenuto per spaccio, Nico sente che il destino che gli hanno cucito sopra – droga, furti, violenza – gli va stretto e vuol essere migliore per Beatrice. Giungere in Italia da esiliati politici, passare l’infanzia in campo profughi, essere lo straniero. Spiechowicz ne ha fatto esperienza, ma in Mentre tutto brucia sono punti di partenza.

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