Magnificat

Titolo: Magnificat

Autore: Sonia Aggio

Editore: Fazi

Collana: Le strade

Pagine: 201

Prezzo: € 17,00

Uscita: 2 settembre 2022

Recensione

“Fazi Editrice” ha pubblicato “Magnificat” che è il primo romanzo scritto da Sonia Aggio

Come accade sempre, sono molto curioso, quando mi capita di leggere un’opera prima, di scoprire la scrittura e la storia, così è avvenuto anche questa volta. Mi ha ricordato vagamente, ma posso sbagliarmi, un altro romanzo di una scrittrice italiana, forse per l’atmosfera che circonda le varie scene.

La trama è indubbiamente molto interessante e incuriosisce, intrigando parecchio. Leggendo questo romanzo salta subito all’occhio un evidente ed importante ingrediente: il mistero, che fa da traino a tutti i capitoli.

Le protagoniste, Norma e Nilde, sono due cugine con un legame molto forte, come se fossero sorelle. Tra le due, Norma è quella più misteriosa, più particolare, a volte, risulta inizialmente, a mio avviso, anche antipatica, arrogante, mentre Nilde è quella più pacata, dolce e gentile.

Il lettore è sicuramente invogliato a leggere la storia con grande interesse per scoprire il mistero che si nasconde dietro alle sparizioni di Norma e ai vari avvenimenti. Oltre a loro, però, ci sono anche altri personaggi che reputo interessanti, per esempio Gigliola e suo figlio Domenico. Quest’ultimi due, ogni tanto, mi hanno intrattenuto ed incuriosito maggiormente rispetto alle due ragazze.

Gli eventi ruotano intorno ad una leggenda che regala una certa tensione a tutta la vicenda, inoltre, ammetto che al povero lettore si crea anche un po’ di ansia perché si trova immerso tra le pagine di “Magnificat” e quindi scaturisce pure una sana dose di adrenalina.

La penna di Sonia Aggio scorre bene, abbastanza dettagliata e descrittiva. Il ritmo della storia procede in modo significativo e, in alcuni momenti, arriva ad essere bello vivace, per esempio durante la terribile alluvione (che travolse la zona del Polesine nel 1951) che mi ha trasmesso una certa dose di agitazione e di frenesia. L’autrice è riuscita a farmi immedesimare bene nei personaggi, infatti, mentre leggevo, mi mancava l’aria, mi sembrava di correre e di cercare anche io un riparo. Inoltre, nel corso dei capitoli, è assai interessante il rapporto tra le due cugine che risulta essere molto vario.

Di “Magnificat” ho amato molto l’atmosfera che circonda l’intera storia, secondo me è il pezzo forte di tutto, è ciò che maggiormente mi ha invogliato la lettura e tenuto incollato alle pagine. I colpi di scena, ogni tanto, fanno la loro parte agendo e creando un’ulteriore tensione. Devo ammettere che Sonia Aggio, con questa sua opera prima, si è dimostrata in gamba nel tenere viva l’attesa del lettore ed incuriosirlo. Forse avrei gradito ulteriore maggiore spazio riservato a Gigliola e a Domenico, seppure capisco siano personaggi secondari rispetto alle cugine. Inoltre, personalmente, avrei calcato la mano maggiormente sulla parte psicologica e su quella introspettiva che adoro trovare sempre nei libri e che, a mio avviso, avrebbero potuto avere ampio margine all’interno della storia.

Sicuramente “Magnificat” è un romanzo ricco di fascino e di carisma, che merita di essere letto per scoprire una nuova scrittrice italiana, per appassionarsi alla storia e per fare la conoscenza delle due particolari cugine Norma e Nilde, oltre a scoprire il mistero all’interno della storia.

Concludo con l’incipit del primo capitolo che segue il prologo:

“Quel pomeriggio, Nilde si attarda per dare gli ultimi punti al ricamo di un lenzuolo; quando posa il tamburello da cucito ed esce a stendere i panni, la bacinella piena contro il fianco, il sole è già basso ed è cominciato il lungo tramonto. Affaticata, disturbata dalla luce, le occorre un attimo per distinguere Norma, una figura controluce, e la bicicletta gettata sul prato. Sorride, posa la bacinella e le si avvicina a passi leggeri. Le arriva alle spalle senza che lei se ne accorga. Un odore dolce e acre le riempie il naso.

«Sono caduta dalla bici», dice Norma, seduta sull’erba. Nilde si inginocchia, guarda le sue dita insanguinate che sollevano l’orlo della gonna e scoprono le ginocchia sbucciate, il sangue addensato dalla polvere della strada. «Sono caduta», ripete…”

Trama

È il 1951. In un piccolo casolare nella campagna del Polesine, dove i temporali ingoiano all’improvviso i cieli luminosi e il granturco cresce alto e impenetrabile, vivono Norma e Nilde, due cugine cresciute come se fossero sorelle dopo che un bombardamento durante la guerra ha ucciso le loro madri. Nilde è una ragazza riservata e timorosa di tutto e la sua ansia aumenta quando Norma inizia a comportarsi in maniera strana.

Da quando è caduta dalla bicicletta mentre raccoglieva le ciliegie, sua cugina non sembra più la stessa: scompare senza motivo ogni volta che scoppia un temporale, è scontrosa, non le parla, impedendole persino di avvicinarsi. Nilde prova a seguirla nei campi, ascolta le voci che circolano in paese, ma non riesce a capire perché la sua Norma, il suo punto di riferimento nella vita, bella come la Madonna del Magnificat che le loro madri tanto veneravano, le stia facendo questo.

Cosa spinge Norma ad allontanarsi da Nilde e a fuggire come una bestia selvatica al primo rombo di tuono? Cos’è successo quel pomeriggio lungo l’argine del fiume? Perché tra di loro quell’abisso improvviso di silenzi e bugie? Il legame indissolubile che lega le due protagoniste verrà messo a dura prova da inquietanti apparizioni e inspiegabili fughe in una storia perturbante fatta di assenze e di mistero. Sullo sfondo, una terra magnetica, insidiosa come il fiume che la attraversa: quel Po che la rende fertile ma che talvolta la travolge per riprendersi tutto.

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