Titolo: Ma non in questa vita
Autore: Andrea Guerra
Editore: Scatole Parlanti
Collana: Voci
Pagine: 148
Prezzo: € 15,00
Uscita: 1 aprile 2023
Recensione
La casa editrice “Scatole Parlanti” ci propone il secondo romanzo di Andrea Guerra dal titolo: “Ma non in questa vita”. Si tratta di un noir molto crudo, a tratti forte e violento, ma anche parecchio intenso che tiene il lettore incollato alla storia facendogli vivere i vari avvenimenti passo dopo passo.
Ci sono due storie che procedono parallele, una con protagonista un clochard, con il suo affezionato cane Fiorello e inoltre trascorre il tempo col madonnaro Corvo Rosso e la tossicodipendente Norina e l’altra con Laura, una donna in carriera, spietata e cinica. Tutti si troveranno coinvolti in una triste e forte indagine in cui ha perso la vita una collega della donna.
Devo ammettere che la storia mi è piaciuta perché è ricca di adrenalina, ha un ottimo ritmo narrativo e ha alcuni colpi di scena. Inoltre, ci fa dubitare anche di ciò che ci aspetta nelle pagine seguenti, lasciandoci, quindi, in attesa di scoprire la verità, infatti fino alla fine è impossibile prevedere bene l’evolversi dei fatti.
Le scene sono molto ben descritte, ricche di dettagli e ciò rende il romanzo, in alcuni punti, anche agghiacciante, c’è un passaggio, in particolare, in cui sembra proprio di essere lì presenti.
I miei complimenti vanno all’autore Andrea Guerra, perché è riuscito a raccontare una vicenda così drammatica in modo schietto e senza risparmiarsi.
Ho letteralmente divorato “Ma non in questa vita” e mi ha regalato attimi taglienti e di panico. Una storia affascinante nella sua crudeltà e violenza, in alcuni punti, non in tutti ovviamente, una storia anche molto malinconica e triste, che non lascia indifferenti, specialmente per alcuni personaggi.
L’atmosfera che avvolge il romanzo è cupa come le loro anime, si riescono a percepire tutte le sensazioni narrate che ci avvolgono durante la lettura. Ovviamente è un libro che piacerà parecchio a chi ama il genere, a chi non è eccessivamente sensibile e a chi vuole una lettura ricca di adrenalina e di ottime descrizioni, a tutti loro è assolutamente consigliato!!!
Qui sotto vi propongo l’incipit:
“Frenkie distese accuratamente il cartone sulla panchina, srotolò una pesante coperta di lana e ve la poggiò. Diede un’ultima, lunga sorsata alla bottiglia di vodka da tre euro, comprata poche ore prima in uno degli squallidi supermarket della zona, poi si sdraiò.
Con un fischio deciso richiamò l’attenzione del suo cane, Fiorello, uno spinone bianco abbandonato da chissà chi in una piazzola davanti al parco. Il cane si precipitò dal padrone e come ogni sera si sdraiò dietro la sua nuca, donandogli un giaciglio morbido e caldo. Frenkie calò il cappello, afferrò un lembo della coperta e la fece passare attorno al corpo.
Rinfrancato, approfittò dello stordimento donatogli dall’alcol per dare un’ultima occhiata al cielo prima di addormentarsi; quella sera, la costellazione dell’Orsa Maggiore splendeva nitida nel firmamento, sovrastando altezzosa le luci artificiali dei palazzi. Fiorello aspettò che il respiro dell’uomo si acquietasse; una volta certo che si fosse assopito sistemò meglio la schiena, si rannicchiò e accostò il muso peloso al viso del padrone, affinché il vento freddo non ne turbasse il sonno, poi, anch’esso, si lasciò sprofondare nell’oblio…”
Trama
Ma non in questa vita è un noir dalle tinte forti con deviazioni pulp. Frenkie è un gigantesco senzatetto dal passato oscuro, trascorre le giornate in un parco assieme al suo cane e due altri clochard, il madonnaro Corvo Rosso e la tossicodipendente Norina. Esistenze ben distanti da quella di Laura, bellissima e spietata quarantenne in carriera; eppure, si ritrovano tutti e quattro coinvolti nell’indagine sull’omicidio di una donna facoltosa, collega della stessa Laura.
A cercare di fare luce sulla faccenda è il commissario DeAngelis, sbirro a fine carriera col pallino di Fred Buscaglione, gli Skiantos e la bottiglia. È l’innesco di un turbine di inquietudine e violenza nel quale finiscono per incappare coloro che entrano a contatto con i risvolti della storia. Il romanzo è crudo, si spinge sul terreno della solitudine, della depressione e dell’amore negato; quel terribile mix di fragilità che può rendere vulnerabile chiunque, a prescindere dalla classe sociale.