Titolo: L’isola
Autore: Ragnar Jónasson
Editore: Marsilio
Collana: Farfalle
Pagine: 249
Prezzo: € 18,00
Uscita: 24 gennaio 2023
Traduzione: Valeria Raimondi
Recensione
“L’isola” è il secondo volume della trilogia scritta da Ragnar Jónasson, quindi sempre firmato da “Marsilio”.
Il primo libro intitolato “La signora di Reykjavik”, la cui recensione potete trovarla sul mio blog, mi era piaciuto moltissimo; quindi, le mie aspettative per questa seconda indagine erano alte. Ho letto con interesse tutta la storia, ma purtroppo non mi ha soddisfatto esattamente come il precedente.
La scrittura di Ragnar Jónasson è sempre molto interessante ed appassionante, ma questa volta ho trovato un po’ troppo di tutto. Infatti ci sono parecchi personaggi, molti capitoli dedicati a loro, specialmente nella seconda parte, che è quella che più mi ha spiazzato e che mi ha fatto gradire meno il libro.
La storia inizia con la narrazione ambientata nel 1987, per poi passare al 1997. I capitoli sono davvero tantissimi, a volte sono brevi e ho faticato ad appassionarmi, ad immedesimarmi nelle scene, o semplicemente a restare con la testa nella storia narrata. Un vero peccato, a mio avviso e per i miei gusti, perché la scrittura dell’autore la promuovo assolutamente. Può, comunque, essere anche colpa mia e cioè perché dalla trama mi ero immaginato altro, esaltandomi perché mi aveva conquistato ed incuriosito parecchio.
Con “La signora di Reykjavik” sono stato catturato dalla prima all’ultima pagina e mi ha conquistato ed appassionato parecchio. Sicuramente la protagonista, Hulda, è un personaggio che regala emozioni e rende tutto più appassionante, mi piace molto come persona e la trovo umana, ricca di lati interessanti ed avvolta da un velo di malinconia e di solitudine, almeno è ciò che mi ha trasmesso. Inoltre ho avuto la conferma dei suoi pregi e doti che già avevo apprezzato nel precedente volume. Forse, quindi, sono io che l’ho trovato leggermente più complicato di come me lo immaginavo, rispetto alla prima indagine che è stata assai scorrevole.
I colpi di scena e i momenti abbastanza rilevanti sono sicuramente presenti nel corso de “L’isola”, ma, a mio parere, non a sufficienza o comunque non nel modo che speravo e che mi aspettavo.
Ho però l’intenzione di rileggerlo prima dell’uscita della terza indagine di questa trilogia. Se, quindi, avete letto “La signora di Reykjavik” dovete ad ogni modo tuffarvi tra le pagine de “L’isola”, almeno per approfondire la conoscenza di Helda che penso vi conquisterà. Se amate le trilogie, lasciatevi allora incuriosire da questa scritta da Ragnar Jónasson, tenendo presente che per me il primo volume è assolutamente promosso, mentre il secondo mi ha lasciato un po’ perplesso, quindi, al momento, il mio giudizio è congelato. La penna dell’autore, il suo stile di scrittura sono, invece, ottimi!!!
Ed ora vi propongo l’incipit del primo capitolo che segue il prologo e che, magari, riuscirà ad incuriosirvi:
“Trascorrere il weekend nel remoto Nord-Ovest era stato un capriccio improvviso, una sfida all’oscurità autunnale. Dopo aver gettato i bagagli nella vecchia Toyota di Benedikt, erano partiti da Reykjavík piuttosto emozionati. Avevano viaggiato per ore, spesso lungo strade sterrate e in pessime condizioni, e quando raggiunsero la penisola dei Fiordi occidentali stava ormai calando la notte. La valle a cui erano diretti era ancora lontana, Benedikt era nervoso.
Dopo aver attraversato le brughiere dell’altopiano, un paesaggio brullo che si estendeva desolato all’imbrunire, erano discesi verso il mare, nel braccio più interno del grande fiordo chiamato Ísafjarðardjúp. Benedikt allentò la presa sul volante mentre la strada scorreva per un breve tratto lungo la costa, prima di risalire e superare un altro passo. Poi i tornanti presero a scendere fino al mare. Le montagne incombevano minacciose su entrambi i lati, appena distinguibili nell’oscurità. Nemmeno uno spiraglio di luce. Il fiordo era disabitato, le fattorie della zona ormai da tempo deserte: la gente aveva abbandonato il duro lavoro della terra, chi scegliendo di stabilirsi nella piccola città di Ísafjörður, a centoquaranta chilometri sulla costa frastagliata, chi attirato dalle luci di Reykjavík, nel Sud-Ovest
Trama
Hulda Hermannsdóttir, ispettore della polizia di Reykjavík, ha sempre dovuto rinunciare alle sue ambizioni, ma il nuovo caso che le viene affidato potrebbe finalmente aprirle delle opportunità di carriera. Una domenica mattina, più per noia che per senso del dovere, Hulda decide di accettare la richiesta di aiuto di un collega delle Isole Vestmann e di mettersi in viaggio per l’arcipelago a sud-est della capitale. Deve scoprire cos’è successo nell’isola abbandonata di Elliðaey, luogo aspro e meraviglioso, una vera e propria stanza chiusa a cielo aperto.
Lì un uomo di trent’anni ha riunito gli amici di un tempo in quella che viene considerata la casa più solitaria del mondo, ma quando arriva il momento di rientrare sulla terraferma uno di loro manca all’appello. Intrecciando passato e presente, le indagini di Hulda riportano in vita fantasmi che tutte le persone coinvolte, in un modo o nell’altro, hanno tentato di mettere a tacere. E mentre cerca la verità di Elliðaey, l’ispettore finisce per ritornare su un vecchio caso, un omicidio avvenuto dieci anni prima in un luogo altrettanto isolato, che svela come, in quella strana storia, siano in tanti ad avere diversi peccati sulla coscienza.