Titolo: Le ultime confessioni di Sylvia P.
Autore: Lee Kravetz
Editore: Fazi
Collana: Le strade
Pagine: 292
Prezzo: € 18,50
Uscita: 21 maggio 2024
Traduzione: Stefano Tummolini
Recensione
Il personaggio di Sylvia Plath è sicuramente uno dei più interessanti, profondi e misteriosi che troviamo nella letteratura. Sono usciti diversi suoi libri e la sua vita è sempre stata al centro di molte nostre domande e curiosità. Indubbiamente la sua storia non ci ha lasciato indifferenti, così come la sua morte violenta e, ancora oggi, intorno al suo personaggio c’è un fascino e un mistero particolare.
Quest’anno “Fazi editore, ha appena pubblicato il libro di esordio dello scrittore americano Lee Kravetz dal titolo: “Le ultime confessioni di Sylvia P.” che ovviamente mi ha attirato immediatamente e, quindi, ho deciso di leggerlo per saperne di più, per scoprire magari qualcosa di nuovo a proposito di questa bravissima scrittrice che ci ha lasciato da tempo.
Tutto ha inizio col ritrovamento di tre vecchi quaderni fitti di scrittura che potrebbero far riferimento proprio al manoscritto originale del meraviglioso romanzo “La campana di vetro” che personalmente ho amato parecchio.
Il libro è diviso in sette parti chiamate “stanze” e ognuna con un titolo. Ovviamente, per quanto mi riguarda, ho preso “con le pinze” come si usa dire, tutto ciò che ho letto in questo libro, ma indubbiamente qualche fondo di verità di sicuro lo troviamo.
Il romanzo ci propone Sylvia Plath in modo davvero umano, interessante e delicato che ce la fa amare ed apprezzare ancora di più.
Essendo una lettura che svela alcuni avvenimenti e che racconta situazioni nuove, non posso ovviamente anticiparvi molto per non rovinarvi la lettura e il fascino che essa trasmette. Ma posso comunque affermare che la scrittrice mi ha commosso, mi ha intenerito e conquistato maggiormente.
Nel corso delle pagine e specialmente alla fine, mi sono sorte, comunque, ancora ulteriori domande, in particolare sul contenuto della lettura. A mio avviso, “Le ultime confessioni di Sylvia P.”, potrebbe essere un misto tra romanzo e saggio. Inoltre, al suo interno, c’è anche mistero, curiosità e molto altro ancora, infatti è un racconto parecchio intimo, intenso e profondo che intrattiene il lettore dalla prima all’ultima pagina, mostrando l’animo delicato di Sylvia Plath e la sua essenza.
Questo esordio di Lee Kravetz, con protagoniste tre donne oltre alla famosa scrittrice, è da leggere, secondo me, lentamente per gustarlo al meglio, per soffermarsi a riflettere e per farsi coinvolgere maggiormente. Inoltre, “Le ultime confessioni di Sylvia P.” è un libro che apre ad un confronto tra chi lo ha letto e tra i fans della scrittrice, ai quali, indubbiamente, è maggiormente indicata la lettura.
Qui sotto vi riporto l’incipit:
“l caveau della Casa d’Aste St Ambrose non ha finestre. Dentro ci sono due dipinti a olio di fine Ottocento sulla parete in fondo, un tavolino di legno e un’atmosfera molto riservata – che è quanto di più prezioso l’archivio possa offrire. In qualità di curatrice responsabile della casa d’aste, mi presento a Elton e Jay Jay, i fratelli Dyce. Elton, che indossa una giacca sportiva grigia, jeans e una maglietta con la scritta «BIRRA GRATIS A COLAZIONE», mi chiede: «Cos’è una curatrice responsabile?». Non penso che il mio ruolo sia soltanto quello di un’intermediaria economica: mi considero piuttosto una specie di archeologa, una promotrice di restauri, un maggiordomo della storia, anche se il mio ruolo è essenzialmente quello di una custode, che svolge la sua funzione con cortesia e decoro…”
Trama
Nel 2019, a più di cinquant’anni dal suicidio di Sylvia Plath, Estee, la curatrice di una piccola casa d’aste del Massachusetts, si trova a esaminare tre vecchi quaderni fitti di scrittura. Non ci mette molto a intuire che potrebbe trattarsi del manoscritto originale del romanzo La campana di vetro: una scoperta sorprendente, che la porterà a capire di essere legata alla grande scrittrice in un modo che mai avrebbe potuto immaginare.
Sul finire degli anni Cinquanta la maliziosa poetessa Boston Rhodes (dietro a cui scorgiamo la figura di Anne Sexton) racconta in prima persona la rivalità con la talentuosa Sylvia, verso la quale nutre una rancorosa invidia nonostante Plath, dal canto suo, si mostri sempre gentile e incredibilmente fragile. La relazione tra le due, fatta di infiniti chiaroscuri, rischierà di gettare Sylvia in una fatale spirale di follia e, alla fine, forgerà la sua eredità.
Pochi anni prima, nel 1953, la dottoressa Ruth Barnhouse, tra le prime psichiatre degli Stati Uniti, cura la giovane Sylvia durante i giorni bui trascorsi in un istituto psichiatrico in seguito a un tentativo di suicidio; quello che si instaurerà tra le due è ben più di un rapporto tra medico e paziente e aiuterà la brillante poetessa a tornare sulla strada della letteratura.