Titolo: Le eredi
Autore: Aixa de la Cruz
Editore: Fandango Libri
Pagine: 309
Prezzo: € 20,00
Uscita: 22 novembre 2024
Traduzione: Roberta Arrigoni
Recensione
Aixa de la Cruz, finalista al Premio Strega Europeo nel 2021, ci propone il suo nuovo lavoro dal titolo “Le eredi”, arrivato in libreria grazie alla casa editrice “Fandango”.
La trama ha stuzzicato, fin da subito, la mia curiosità.
Alla morte della nonna Carmen le sue quattro nipoti: Lis e sua sorella Erica, Olivia e sua sorella Nora, si ritrovano nel suo casolare, che hanno appunto ereditato, per trovare anche alcune risposte alle loro domande.
Le quattro giovani donne hanno caratteri parecchio diversi e contrastanti, inoltre, ognuna di loro ha i propri problemi, chi più seri e preoccupanti di altre.
L’atmosfera, in cui è avvolta la storia, devo ammettere che è, secondo me, lugubre e assai misteriosa. Per esempio una delle ragazze, Erica, si occupa anche di ritiri spirituali; quindi, potete immaginare cosa si respira all’interno della casa.
Olivia, invece, è quella più curiosa di scoprire il motivo della morte della nonna e, quindi, cerca degli indizi che possano spiegare il tremendo gesto di togliersi la vita nella vasca aprendosi le vene. La scena è veramente terribile, ma rende bene l’idea.
Aixa de la Cruz è davvero brava nel narrare e nel descrivere tutto in modo dettagliato, regalando ai lettori delle scene vivide e intense che si possono immaginare come se guardassimo un film. Inoltre, nel corso della storia, ovviamente, ci sono domande che sorgono alle protagoniste, ma anche a noi lettori.
Durante la lettura ci si imbatte pure in passaggi molto interessanti:
“Onorare la memoria dei morti significa anche rispettare le loro scelte, ma sembra che nessuno qui abbia chissà quale rispetto per il volere della nonna. Non hanno nemmeno sparso le sue ceneri, ancora nell’urna più economica proposta dall’agenzia funebre, in attesa che sua madre decida cosa farne. Come se l’avessero condannata al castigo medievale che privava i suicidi della sepoltura in terra consacrata.”
I rapporti familiari non sono sempre brillanti ed affettuosi, come per esempio nel caso di Nora che:
“Pensò a sua madre, con la quale non parlava da mesi, e a quello che le diceva sempre quando era ragazzina: che gli uomini ci usano e basta e nessuno l’avrebbe amata mai come l’amava lei. L’amore di sua madre è tossico, ma sarebbe bastata una telefonata e quella notte sarebbe corsa da lei. E lo stesso avrebbe fatto Olivia.”
“Le eredi” ha, quindi, pure dei momenti dolorosi, si respira, oltre ad una tensione molto forte, anche una certa dose di sofferenza da parte di ognuna delle quattro protagoniste. Tutto ciò mi ha colpito parecchio e ha reso la lettura, in alcuni casi, intensa e sofferente perché si percepisce bene ciò che l’autrice racconta. La sua penna incide come un coltello, arriva come una freccia al cuore, inoltre ci sono alcune parti più lente e che invitano ad una riflessione, mentre altre in cui il ritmo è un po’ più accelerato.
Questo romanzo di Aixa de la Cruz è psicologicamente forte, ma se pensate di esserlo anche voi, allora “Le eredi” è una lettura che non dovete perdervi!
Qui sotto l’incipit:
“Scatole, scatoline, portagioie, portapillole, urne, astucci, vasi. Questa casa che ora è di loro proprietà ospita un museo di recipienti. Di avorio, di legno di pino, di ebano, di argilla, di porcellana, di vetro, di carta satinata come quella da origami. Nora li ispeziona uno per uno, setacciando dall’alto verso il basso e da sinistra a destra ogni superficie del salotto e tasta quasi sempre il vuoto, o un fazzoletto di carta, o monetine da un centesimo e pile scariche, ma ogni tanto esulta, evvai!, e si infila un Valium nella tasca di dietro dei pantaloni che, dopo un’ora di perquisizione, cominciano a starle stretti. In più ha la bocca impastata a forza di mandare giù polvere vecchia di anni e farebbe volentieri una pausa per una birra, ma non può fermarsi, non può fermarsi; è una corsa contro il tempo e non può perdere, non può…”
Trama
Quattro giovani donne e un’eredità comune da decifrare: un vecchio casolare o una maledizione che scorre nei geni? Sono passati sei mesi da quando nonna Carmen si è aperta le vene nella vasca da bagno, e nessuno ha ancora scoperto perché.
Ora le sue quattro nipoti stanno tornando nella casa del paesino in cui è morta e che hanno ereditato, ma vedersi improvvisamente rinchiuse lì dove tutto ricorda il familiare diventa una forma di esorcismo: tutto ciò che è latente emerge.
Lis sta cercando di uscire da una crisi che l’ha travolta e vuole solo vendere e andare avanti. Sua sorella Erica per liberarsi dal dolore sogna di organizzare ritiri spirituali e passeggiate botaniche.
Olivia, cugina di Erica e Lis e maggiore delle nipoti, è una cardiologa e cerca in ogni cassetto un indizio che possa spiegare la fine della nonna. Dal canto suo, Nora, la sorella tossicodipendente di Olivia, considera l’idea di adibire la casa a magazzino per la merce del suo spacciatore.
“C’è qualcosa di strano in questa casa. È una di quelle in cui possono accadere delle cose”, dice una di loro. Ha un’anima, la casa, e piano piano prendono corpo tra le sue mura i fantasmi del passato: i fantasmi di ognuna di loro, quello della nonna e lo spettro della follia che aleggia sulla vita di tutte.