Titolo: L’anno in cui imparai a leggere
Autore: Marco Marsullo
Editore: Einaudi
Pagine: 279
Prezzo: € 18,00
Uscita: 22 ottobre 2019
Recensione
“L’anno in cui imparai a leggere” di Marco Marsullo è un libro che ricorderò per sempre. Infatti sarò legato ad esso per diversi motivi. L’ho letto in pochissimo tempo perché mi ha catturato immediatamente, grazie alla scrittura fluida, scorrevole e a tratti ironica dell’autore. Si percepisce, leggendolo, la passione che l’autore ha messo nella stesura di questa storia e devo ammettere che questo romanzo mi ha rubato il cuore.
I temi che vengono affrontati sono diversi, infatti, si spazia dall’amore, all’amicizia, dal desiderio di realizzarsi, a quello di farsi accettare da chi inizialmente ci mostra la porta chiusa. Un libro ricco di sentimenti, ma anche di vita, quella vera, quella vissuta senza freno a mano.
I protagonisti sono quattro: Simona, che cerca di farsi strada nel mondo della recitazione per realizzare il suo sogno, il suo fidanzato Niccolò, uno scrittore il cui primo libro è stato un grande successo ed ora teme di non replicare col secondo, Lorenzo il figlio di Simona, che è un bambino molto sveglio e che non ha mai conosciuto il padre Andrés, musicista ed argentino, che ad un certo punto si presenta a casa loro senza preavviso, ma ad aprirgli la porta sarà Niccolò, dato che in quel periodo si sta prendendo cura del bimbo poiché la madre è partita per una tournée.
Assisteremo al mutamento degli equilibri di tutti i personaggi, ad una loro crescita interiore. Non sarà facile, specialmente per Niccolò, ma questa prova gli permetterà di guardarsi dentro e di capire realmente i suoi desideri e di affrontare i suoi fantasmi, dando voce al suo dolore silenzioso che riuscirà a colmare con grande impegno e desiderio. Egli imparerà a farsi apprezzare da Lorenzo, che inizialmente gli alzerà una barriera, accontentando le sue necessità di bambino e riuscirà a trovare il modo per andare d’accordo con Andrès gestendo, quindi, quella strana situazione nel miglior modo possibile.
“L’anno in cui imparai a leggere” è un romanzo in cui tutti e quattro impareranno qualcosa di importante e sarà una prova emotiva anche per noi lettori. Avremo la conferma di quanto importanti siano i legami di sangue che, nonostante tutto, si faranno sentire in modo forte e chiaro.
Marco Marsullo ci propone una storia ricca di sentimenti e ci dimostra come i bambini siano spesso molto più svegli degli adulti e di come occorre porsi con loro per farsi accettare ed instaurare un rapporto costruttivo basato sulla fiducia, sulla correttezza e lealtà, imparando la loro lingua. Ingannare un bambino è impossibile. Tutto ciò risulterà per Niccolò come una sfida personale che, in cuor suo, sente di voler vincere.
Anche Andrès, cambierà e, da grezzo ed immaturo, dimostrerà una certa crescita interiore e nei modi di comportarsi, riuscendo a farsi apprezzare anche da noi lettori, oltre che da Niccolò. Ebbene sì con molta fatica i due cercheranno di trovare un punto di incontro, di superare quella particolare situazione, tra liti, discussioni e problematiche varie, feste di Natale e di carnevale, si accorgeranno che tutto può migliorare.
Questo libro mi ha segnato molto, l’ho amato follemente, mi ha fatto sorridere grazie alla scrittura di Marco Marsullo, ed ammetto che mi ha anche fatto scendere qualche lacrima.
Indubbiamente rientrerà tra le mie letture preferite di questo 2019 e vorrei tanto che anche tutti voi lo leggeste.
Inoltre mi ha dato l’occasione di partecipare all’evento organizzato dall’autore (che ringrazio di cuore di avermi scelto) e dalla sua casa editrice Einaudi. Un pomeriggio indimenticabile (che mi ha permesso di conoscere anche altri blogger) e che porterò sempre nei miei ricordi.
Non è stato facile scrivere questa recensione, perché ho dovuto gestire il mio entusiasmo per questo libro. Ed anche ora che ve ne parlo sento il mio cuore battere di gioia per questa storia ricca di passione, di sentimenti veri e puri. L’ultima parte poi è spettacolare, ha una potenza pazzesca, bellissima, molto profonda, non riuscirete a staccarvene. Non si può non amare i suoi personaggi, il loro modo schietto e pulito di agire. Grazie Marco di aver scritto “L’anno in cui imparai a leggere”.
All’interno del romanzo troverete davvero molti passaggi che vi conquisteranno ed anche sui quali riflettere. Ne ho scelto uno anche se non è stato facile, quindi leggete il libro in modo da non perdervi anche gli altri:
“…“Perché i figli non sono solo di chi ci mischia dentro il corredo genetico. I figli sono di chi se ne prende cura, di chi scova un ultimo granello di energia per loro, la sera, dopo una giornata infernale. I figli sono di chi, senza pensarci troppo su e senza una garanzia, si innamora di loro, anche se hanno gli zigomi un’altra persona.”
Trama
Niccolò ha venticinque anni ed è innamorato perso di Simona. Cosí quando lei, bella e inquieta, parte mollandogli suo figlio Lorenzo, lui decide di prendersene cura, sebbene quel moccioso di quattro anni non lo abbia mai accettato e di notte lo sbattesse puntualmente fuori dal letto.
Niccolò non ha mai fatto il padre, e non sa come gestire capricci, routine, amichetti che giocano a fi ngersi d’improvviso morti e primi batticuori. In piú, a complicare le cose, ci si mette anche il padre naturale.
Riccioli scompigliati e chitarra in spalla, è arrivato dall’Argentina per incontrare il piccolo, e si è installato in casa senza alcuna intenzione di andarsene. Innamorati della stessa donna, lui e Niccolò si detestano, e il bambino non riconosce un ruolo a nessuno dei due.
Eppure, giorno dopo giorno, tra litigi e partite a pallone, pigiama party e impreviste abitudini, questi tre «ragazzi» abbandonati imparano ad appoggiarsi l’uno all’altro, per sorreggersi insieme contro il mondo.