Titolo: L’anno delle parole ritrovate
Autore: Bea Buozzi
Editore: Morellini
Collana: Narrativa
Pagine: 382
Prezzo: € 17,90
Uscita: 18 novembre 2022
Recensione
Dopo il successo del libro precedente, “L’anno dei nuovi inizi”, Bea Buozzi è tornata in libreria, sempre con Morellini, con un nuovo romanzo dal titolo “L’anno delle parole ritrovate”. La copertina, grazie anche ai suoi bei colori brillanti, incuriosisce ed invoglia a tuffarsi tra le pagine. E così ho fatto anche io.
Sicuramente la mia curiosità di scoprire la storia e la scrittura dell’autrice era molto alta. Devo subito complimentarmi con Bea Buozzi per l’originalità con la quale ha deciso di dare vita a questa nuova storia perché la si legge con parecchio trasporto.
Si parte dal mese di gennaio e si arriva, ovviamente, a dicembre. Ho adorato come è stato suddiviso tra i dodici mesi, all’interno dei quali troviamo i vari paragrafi, oltre a degli “specchietti” utilissimi e molto interessanti. Tutto risulta parecchio moderno, frizzante e coinvolgente.
All’interno del romanzo ci sono moltissimi personaggi e sono tutti ben caratterizzati, forse è proprio questo il successo de “L’anno delle parole ritrovate”, vengono cioè proposte tante vite diverse che animano le pagine e tengono viva la nostra attenzione. Essendo così numerosi, c’è la possibilità, per i lettori e per le lettrici, di trovarne uno a cui immedesimarsi, a cui magari ci si avvicina circa il carattere, o per qualche caratteristica o elemento in comune.
Altra particolarità importante del romanzo è, secondo me, l’attualità, infatti è un libro che si avvicina e rispecchia molto gli avvenimenti vissuti, anche da noi lettori o che abbiamo passato negli ultimi tempi. Tutto ciò fa in modo che ci possiamo immedesimare maggiormente e ci permette di capire di più le situazioni, come se fossimo conoscenti dei personaggi o, comunque, ci è più facile essere coinvolti, come se sentissimo sulla nostra pelle ciò che l’autrice ha scritto.
Alcune delle parole chiave del romanzo sono a mio avviso: coinvolgimento, attualità, frizzante, curiosità, quotidianità.
Oltre a tutto ciò ci sono pure alcuni passaggi ironici e piacevoli che ci fanno sorridere. Inoltre, ho trovato che sono diverse le emozioni che Bea Buozzi ci fa vivere grazie alla sua penna incisiva e capace. Anche il titolo penso sia azzeccato perché le parole sono un qualcosa a cui la scrittrice dà molta importanza e attorno alle quali ruota la storia, nel senso che sono diverse quelle che tornano e arrivano a colpire il lettore.
Tutto è pieno di vita a 360 gradi, infatti ci sono momenti, sia piacevoli, che meno gradevoli, ma si respira davvero tanta vita e la si condivide con i vari personaggi, attraverso la loro la quotidianità. Bea Buozzi affronta varie tematiche, diversi argomenti molto attuali, alcuni appena trascorsi, altri tuttora presenti.
Ripensando alla storia mi verrebbe quasi da dire che “L’anno delle parole ritrovate” è un libro che profuma di vita!
Indubbiamente è adatto a chiunque, l’importante è aprirsi ad accogliere la storia ed essere disposti a farsi travolgere dalle varie vicissitudini e dai diversi avvenimenti narrati.
Tutto risulta scorrevole e ciò rende la lettura gradevole, mai superficiale. Grazie alle tante storie presenti, ai vari personaggi che le animano, vi sentirete a casa e passerete degli ottimi momenti di svago e di gradevole compagnia.
Qui sotto vi propongo l’incipit:
“«Lenticchiieeeeee!»
Un grido disumano squarciò il corridoio della clinica. L’ostetrica, minuta e paziente, invitò la gestante a cambiare posizione. Sdraiata sul fianco l’aiutò ad alzarsi, la accompagnò sotto la doccia e la bagnò di acqua calda, ma non ci fu verso. La donna, stremata dalle contrazioni, ripeteva come un mantra le stesse parole, “lenticchie”, alternato a “toglietemela di lì”.
Arrivò perfino a formulare una frase di senso compiuto, un anatema che mal accompagnava il contesto festoso: «Possa morire tra i dolori del parto chi parla delle gioie della maternità!».
La voce, straziata dal dolore, risuonava come un monito nella notte più lunga dell’anno. Maurizio, lo chef del Macondo, diede un tiro alla sigaretta elettronica, cercando sotto la luce intermittente del neon una posizione comoda sulla sedia di metallo…”
Trama
Nel cimelio liberty di corso Buenos Aires, una misteriosa lettera viene lasciata nella guardiola della portineria scatenando la curiosità degli inquilini. Chi sarà l’ignoto mittente? La ricerca si trasformerà in una caccia al tesoro che consentirà ai destinatari di fare i conti con i propri desideri, i propri sogni, e le proprie paure. Non mancheranno, così, nuove avventure che coinvolgeranno Diana e Regina, Agnes, Buk, Bea e il chihuahua Rimbaud, la vedova Merlizzi e la sua gatta Papillon, il dottor Bronte e il resto della compagnia del Macondo a cui si aggiungeranno nuovi adorabili personaggi.
Un ulteriore mistero avvolgerà il palazzo: chi racconta le vite nel podcast “Le voci del condominio”? Dopo “L’anno dei nuovi inizi”, torna la compagnia ironica e travolgente di palazzo Ranieri. Sullo sfondo di una Milano che riparte, le vicende di un anno che non dimenticheremo: il conflitto in Ucraina, il giubileo della regina Elisabetta, le elezioni presidenziali.