L’abbandono

Titolo: L’abbandono

Autrice: Valentina Durante

Editore: La nave di Teseo

Collana: Oceani

Pagine: 300

Prezzo: € 20,00

Uscita: 3 aprile 2024

Recensione

La casa editrice “La nave di Teseo” ci propone il nuovo lavoro di Valentina Durante intitolato “L’abbandono”. Ho conosciuto questa autrice grazie al suo libro “Enne”, pubblicato da Voland e di cui trovate la mia recensione qui sul blog.

Ma tornando all’ultimo romanzo, devo ammettere che mi è piaciuto, nonostante il tanto dolore che, a mio parere, sprigiona. Durante la lettura ci sono state delle parti che ho gradito maggiormente, mentre altre mi hanno fatto soffrire un po’ di più, frenandomi. Inoltre, ci sono passaggi che aprono ad una riflessione e che possono sorprendere lasciando increduli.

La scrittura è molto fluida, assolutamente incisiva e forte in alcuni punti, ma si apprezza la schiettezza e la sincerità con cui Valentina Durante racconta la storia e, immagino, non sia neppure stato facile farlo dato che provoca molta emozioni in noi lettori, quindi in lei ancora di più.

Anna, la protagonista, si è trasferita a vivere dal padre malato, sia per accudirlo, ma anche perché è rimasta senza lavoro e non può permettersi di avere una casa sua.

L’autrice ci racconta la vicenda alternando momenti del presente con quelli del passato, grazie ai quali ci permette di conoscere meglio, sia i personaggi, che la loro vita precedente e i vari avvenimenti. In questo modo veniamo a conoscenza anche della zia, che viveva con loro accudendoli dopo la morte della madre, che ora si trova in una casa di riposo, di Stefano, suo fratello, col quale il rapporto è molto particolare.

Per quanto riguarda il passato ci sono molti flashback che permettono, alla ragazza, di ricordare i diversi eventi accaduti e a noi di venire a conoscenza dei fatti che li riguardano. Durante il racconto del presente, Anna si dimostra una persona paziente col padre e con la situazione attuale. L’autrice ci fa intuire che per loro, indubbiamente, non è facile vivere insieme, gli equilibri sono cambiati e loro hanno caratteri molto diversi.

La ragazza è. a volte remissiva, sia con il padre, ma specialmente, in passato, col fratello che invece è un tipo molto orgoglioso e sicuro e che ora vive lontano facendo la bella vita, ma che ha Anna come suo unico amore. Ora lui è sfuggente, insensibile e duro, mentre lei, dopo la fine del suo matrimonio, si ritrova sola, amareggiata e sconfitta dalla vita.

Ne “L’abbandono” c’è una forte parte psicologica che è una delle protagoniste della storia; infatti, fa sentire parecchio la sua presenza proprio tramite Anna e il suo rapporto col fratello.

Valentina Durante è stata davvero brava a raccontarci questa storia, perché ci arriva tutta la carica emotiva, tutta la tensione dei ricordi del passato e la destabilizzante situazione del presente.

I personaggi sono tutti ben delineati, i loro caratteri sono stati descritti con ricchezza di particolari che permettono, a noi lettori, di inquadrarli bene e di capire meglio anche la sofferenza dentro di loro. Ho sottolineato diversi passaggi, alcuni sono davvero profondi e possiedono un forte effetto emotivo oltre ad essere scritti davvero bene.

La precisione di Valentina Durante è un punto di forza del romanzo, inoltre con la sua storia riesce ad incantare il lettore tenendolo incollato alle pagine, nonostante i salti temporali che a volte destabilizzano chi legge, ma non in questo caso, perché si ha sete di conoscere i fatti del passato per poi tornare a continuare a leggere il presente.

I ricordi una sono parte importantissima de “L’abbandono”, infatti la storia ne è ricca e tramite Anna ne veniamo a conoscenza. Promuovo questo romanzo e ve lo consiglio, però dovete tenere presente che è un libro a tratti forte, specialmente dal punto di vista emotivo e psicologico.

Qui sotto l’incipit del primo capitolo:

“Entro in cucina: devo pensare alla cena. Lui è di là in salotto. Preparerò qualcosa di semplice, mi dico: verdura, un po’ di formaggio… Volendo abbiamo anche il melone. Sfilo i guanti di cotone, li metto in tasca e indosso quelli di lattice; c’è un’afa greve come piombo e la pelle sudata della mano si appiccica alla pelle sintetica del guanto. Da fuori si sente musica, è la signora Favero che ascolta New York, New York con le finestre aperte.

these vagabond shoes are longing to stray

“Vanno bene le verdure cotte?” chiedo. Silenzio. Prendo dal frigo tre carote, un paio di zucchine e mezza melanzana grossa. Le carote le raschio alla buona passandoci sopra la lama del coltello: il pelapatate non sta sulla mensola solita e non ho voglia di cercarlo…”

Trama

Esiste un modo, un farmaco, una terapia per liberarsi da un legame che, pur sciolto, continua a imprigionarci mentalmente?

Se lo chiede Anna, trentotto anni, da poco separata dal marito e in panne con la sua attività di copywriter freelance. È tornata a vivere con il padre, un tempo insegnante di Lettere spietato e integerrimo e oggi pensionato ipocondriaco. Nella casa che l’ha vista bambina, presa dall’accudimento del genitore con le sue bizze e le sue manie e in affanno nel tentativo di rimettersi in pista con il lavoro, Anna finisce in un vortice di ricordi oppressivi sui quali si staglia la relazione tossica vissuta durante l’adolescenza con lui, Stefano: il fratello di intelligenza brillante ma dai comportamenti brutalmente narcisistici. Il peso di quel passato scomodo, tenuto a bada con fatica per ventitré lunghi anni, travolge tutto e tutti la sera in cui Anna decide di invitare Stefano a una cena di riconciliazione, dopo una lontananza che sembrava irrevocabile.

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