Titolo: La morale del centrino
Autore: Alberto Milazzo
Editore: SEM
Pagine: 140
Prezzo: € 13,00
Uscita: 13 giugno 2019
Recensione
Ho letto “La morale del centrino” veramente tutto d’un fiato, come si dice, e non avrei potuto fare che così.
La storia conquista immediatamente e la scrittura di Alberto Milazzo è assolutamente scorrevole, fresca, attuale, tanto da riuscire a tenere il lettore incollato alle pagine.
Inoltre, un altro merito dell’autore, è aver dato vita ad un personaggio come Manon che è fantastica. Ha la capacità di conquistare tutti nonostante il suo carattere molto energico, autoritario, duro, a volte scontroso. Lei tiene in riga la famiglia con il suo personale modo di pensare, di affrontare le varie situazioni e, specialmente in quelle che non condivide, dà vita ai migliori ed interessanti confronti.
Ovviamente, a volte, il suo modo di vedere le vicende sono un po’ datate, mentre sono i figli che portano in casa e nella sua vita una certa dose di modernità. Si nota molto bene la grande differenza generazionale che è presente tra lei e i suoi tre figli che la mettono a dura prova. Inoltre non è per nulla una donna malleabile, ma anzi ogni tanto si impunta e non c’è modo di farle cambiare idea. Col tempo, però, è interessante notare una certa dose di cambiamento e chissà che possa anche lei aprirsi a un mondo nuovo, moderno ed accettare, con maggior serenità, le decisioni dei figli per quanto riguarda le loro vite.
Il libro ha diversi passaggi ironici e regala una lettura fresca, spumeggiante, ma in alcuni punti ci invita anche a riflettere su determinate situazioni. I tre figli movimentano la vita della madre, con le loro vite e le loro decisioni sulle quali Manon deve sempre esprimere il suo pensiero, che risulta spesso opposto a quello dei figli. Le discussioni che nascano sono molto carine, fanno sorridere, ci sono passaggi in cui si ride in modo sincero e trascinante, ciò non sempre avviene in modo così calibrato nei libri di questo genere.
Circa la scelta del titolo, scoprirete la motivazione proprio all’interno del romanzo (oltre ad un accenno in quarta di copertina) e trovo sia molto interessante, inoltre fa parte della conversazione, che vi segnalo di non perdere, tra Manon e la figlia Rosa circa l’uncinetto: “perché la vita è fatta di nodi..”. Formidabile, fantastica. Indubbiamente, come si legge anche in copertina, i figli dovranno sopravvivere a una mamma siciliana, in particolare il protagonista che trasferitosi a Milano, avrà le sue difficoltà nel gestire la sua nuova vita (con le varie sue decisioni e scelte) e la sua famiglia in Sicilia, specialmente l’ingombrante mamma, che comunque nonostante il suo carattere particolare saprà come dimostrare il suo amore per i figli.
La conclusione, seppur a mio avviso forse è leggermente frettolosa, regala un’altra scena esilarante.
“La morale del centrino” è un libro che mi sento di consigliare più o meno a tutti. Vi saprà conquistare ed intrattenere in modo sorprendentemente piacevole grazie proprio ai personaggi che sono ben descritti e rappresentati. Ognuno con la propria vita, i propri problemi, ma legati da grande affetto, sempre pronti ad ascoltarsi e a consigliarsi.
I passaggi che andrebbero citati sono diversi. Ne ho scelto uno:
“Il cane di Manon ha ovviamente i suoi centrini, che lo accompagnano ogni volta che sceglie di fare una pennichella. Purtroppo il picciriddu non ama sonnecchiare sul centrino predisposto, ma Manon aspetta che si addormenti, poi lo solleva cauta, gli fa scivolare sotto la pancia il centrino da sonno, e lo riadagia senza che il baffetto si accorga della truffa”
Trama
Manon è una strabordante mamma siciliana, la cui massima più celebre suona: “L’unica felicità possibile è la media delle nostre infelicità”. Ma Manon è anche un modo di stare al mondo, un bizzarro codice etico, un esilarante manuale delle buone maniere. In fondo, Manon è un altro modo per dire una certa Sicilia. Il confronto con una madre del genere è una lotta per la sopravvivenza.
Le tappe della crescita del protagonista di questo libro diventano battaglie epocali per l’indipendenza, fatte di tradimenti, di rimpianti, ma anche di inciampi comici. La modernità irrompe nel più sonnacchioso immobilismo siciliano e i risultati non sono per nulla scontati. Manon, il cui universo si ripete identico e immutabile, come le stagioni, viene messa a dura prova da figli che in nulla rispondono ai suoi ideali di madre.
Il protagonista e i suoi fratelli infatti sembrano nati per contraddirla, fra divorzi, matrimoni mancati, insuccessi professionali, scelte di vita e di identità sessuale lontane dal suo orizzonte. Manon si trincera dietro una difesa strenua di ciò che lei considera “giusto”. Salvo, alla fine, essere capace di una vera rivoluzione, per quanto domestica, che conferma la leggendaria propensione all’accoglienza e al dialogo dei siciliani. Un libro in cui si ride molto, e con il sorriso si scende nelle pieghe di un dialogo intergenerazionale a volte difficile, ma sempre necessario.
Comments
anna paola maga
dalla tua recensione sembra sia un libro simpatico da leggere