Titolo: La mia Ingeborg
Titolo originale: Tollak til Ingeborg
Autore: Tore Renberg
Editore: Fazi
Collana: Le strade
Pagine: 179
Prezzo: € 18,00
Uscita: 6 febbraio 2024
Traduzione: Margherita Podestà Heir
Recensione
“La mia Ingeborg”, scritto da Tore Renberg e pubblicato da “Fazi Editore”, è stato premiato come miglior libro dell’anno dai librai norvegesi.
Ho letto la trama e le mie aspettative sono schizzate immediatamente in alto. Vi dico subito che l’ho letto in un giorno, infatti è talmente scorrevole ed appassionante, che mi ha conquistato fin dall’inizio e, pagina dopo pagina, mi ha tenuto letteralmente incollato alla storia da non riuscire a staccarmi.
La sua particolarità è che i capitoli sono brevissimi, ma, nonostante ciò, sono ben scritti da avere tutta la capacità di narrazione. Vi confesso che all’inizio, quando ho preso in mano il libro e ho notato i capitoli di una o due pagine soltanto, ho avuto un piccolo tentennamento, un po’ di timore che la lettura mi avrebbe causato problemi nel prendermi e nell’appassionarmi, ma invece ho adorato “La mia Ingeborg”.
La scrittura di Tore Renberg è splendida, incisiva e pulita, inoltre non annoia mai, non ho trovato nulla fuori posto, direi che la sua penna affascina e ha qualcosa di ipnotico.
Il romanzo è parecchio potente e più si procede nella lettura, più si percepisce il ritmo e la tensione. Ogni tanto ho provato quella tensione che mi arriva durante la lettura di un thriller.
La storia è veramente intensa, a tratti struggente e si provano emozioni di vario genere, non si resta indifferenti, ma anzi, a volte, si ha la sensazione di un coltello affilato.
Protagonista è Tollok con la sua famiglia: la moglie Ingeborg e i loro due figli, Hillevi e Jan Vidar, ai quali si aggiunge un terzo, Oddo, di cui hanno deciso di prendersi cura. Quest’ultimo è chiamato da tutti “Oddoloscemo” per dei suoi problemi, ma dopo la morte della moglie è l’unico a restare con Tollok.
La storia è narrata dall’uomo che ci racconta la sua tristezza e la sua solitudine senza Ingeborg, infatti ne sente enormemente la mancanza, come se non riuscisse a vivere da solo. Si occupa della segheria che gli è stata tramandata dal padre e ovviamente di Oddo, ma convive anche con dei segreti molto pesanti e forti. La situazione precipita con una ennesima notizia che gli fa capire che è giunto il momento di confessare tutto ai figli; infatti, li richiama a casa per un’ultima volta, in modo tale da confidare loro quei pensieri che lo tormentano.
In alcuni momenti della storia ho provato i brividi per le sconvolgenti rivelazioni, raccontate con ottime descrizioni, e devo davvero ammettere che “La mia Ingeborg” è scritto in modo magistrale. Una saga familiare che vi conquisterà già dalle prime righe, che vi inchioderà alle pagine per la sua spettacolare narrazione.
Il protagonista ha una personalità particolare che viene fuori sempre di più nei dettagli, man mano che si procede nella lettura. Io sono stato letteralmente conquistato da questo romanzo, mi ha sconvolto, mi ha appassionato grazie alla scrittura, al ritmo, agli avvenimenti ben descritti, ai colpi di scena degni di un thriller, nonostante sia un libro di altro genere che racconta di un marito che perde la moglie e fa traspirare la sofferenza che prova a non averla più accanto, era il suo faro, il suo amore più grande ed ora che la donna non è più in vita, né il suo corpo, né la sua mente riescono ad accettarlo.
“La mia Ingeborg” scritto da Tore Renberg è un romanzo da leggere, che vi consiglio davvero tanto, una lettura che vi lascerà senza fiato, vi sorprenderà per la sua potenza narrativa, per la scrittura incisiva e perfetta che vi trascinerà di pagina in pagina e che vi lascerà sconvolti una volta che saprete i suoi due segreti.
Qui sotto l’incipit:
“Tutto a un tratto la bocca aveva cominciato a sanguinare e avevo sputato un dente sul palmo della mano. Aveva piovuto tutto il giorno, una pioggia greve e scrosciante, ma in quel momento, a sera inoltrata, le nuvole si erano svuotate. Sulla lingua avevo avvertito un sapore metallico e, mentre deglutivo e mi raschiavo la gola, dalla finestra del soggiorno vedevo la luna che, come recisa a metà, pendeva a occidente sopra i boschi del Vestmarka. Novembre era agli sgoccioli. Mi ero diretto verso la lampada, quella che Ingeborg accendeva sempre dopo cena, quella sotto cui sedeva tutti i giorni, con i suoi libri, i suoi giornali, era una donna che leggeva. Avevo disteso la mano sotto il cono di luce. Era un molare superiore…”
Trama
Tollak è un uomo pieno di contraddizioni: testardo e sensibile, rude e orgoglioso. Un uomo impossibile, a detta di molti. Ormai vecchio e solo, barricato nella sua fattoria, non fa che imprecare contro il mondo che da tempo, per lui, ha smesso di avere senso. L’unica persona che lo teneva attaccato alla vita era lei: sua moglie Ingeborg, amatissima, scomparsa da qualche anno. “Tollak di Ingeborg”, lo chiamava la gente del paese.
I suoi due figli, ora adulti, hanno abbandonato la valle, teatro di un’infanzia difficile; oggi vivono in città e passano a trovarlo di rado. Soltanto Oddo è rimasto con lui: “Oddoloscemo”, per i vicini, lo zimbello di tutti, un ragazzo problematico di cui si prende cura da quando, ancora bambino, è stato abbandonato dalla madre. La vita di Tollak, soprattutto negli ultimi anni, è stata avvolta nel silenzio: troppo difficile dare voce alla rabbia che gli brucia dentro. Ma ora è giunto il momento di parlare, di raccontare finalmente la sua verità. Così, l’uomo insiste affinché sua figlia e suo figlio tornino a casa ancora una volta, forse l’ultima. Prima che sia troppo tardi ha bisogno di condividere il suo segreto. O meglio, i suoi segreti: le verità che Tollak ha sempre tenuto per sé sono molte, e sono una più sconvolgente dell’altra