Titolo: La metà del doppio
Autore: Fernando Bermudez
Editore: Edizioni Spartaco
Collana: Dissensi
Pagine: 135
Prezzo: € 14,00
Uscita: 29 ottobre 2020
Curatore: Giovanni Barone
Recensione
“La metà del doppio” è un libro di racconti scritto da Fernando Bermudez e firmato da “Edizioni Spartaco”. Ha vinto il Premio Cortázar e del Premio Juan Rulfo e devo ammettere che sono assolutamente meritati. Infatti la scrittura di questo autore mi ha conquistato fin dall’inizio per la sua profondità che invita spesso a soffermarsi per riflettere su alcuni passaggi del racconto.
Il libro è di sole 135 pagine, ma bastano per restarne conquistati ed apprezzare il lavoro dello scrittore che ci delizia con 7 ottimi racconti che hanno dei lati psicologici molto interessanti. Anche la sua scrittura è sicuramente molto ben curata (ne sono rimasto subito assai colpito), affascinate, infatti riesce a coinvolgerci e ad intrattenerci con storie di vita e con personaggi che colpiscono immediatamente il lettore, almeno per me è stato così, grazie anche al fatto che provocano spesso emozioni di vario genere, facendo sentire palpitare anche il cuore.
Personalmente mi sono lasciato conquistare da quasi tutti i racconti presenti, alcuni mi hanno provocato sensazioni maggiori e li ho trovati affascinanti nel loro modo di essere introspettivi. Senza dubbio è un libro che merita di essere letto e interiorizzato.
La scrittura è veramente meravigliosa e spesso di una perfezione imbarazzante, tanto da rimanerne come ipnotizzati. A volte le frasi sono brevissime, molto incisive e profonde che catturano immediatamente la nostra attenzione. Le riflessioni che si possono fare sui questi racconti sono diverse, secondo me, anche a seconda di come uno le interiorizza. Sicuramente “La metà del doppio” è il libro di racconti più profondo ed appassionante che abbia letto.
Ho trovato molto costruttiva ed utile anche la sezione finale scritta da Giovanni Barone ed intitolata “La scrittura che scrive se stessa mentre si guarda scrivere”, in cui ci racconta anche della vita Fernando Bermudez e, ovviamente, suoi racconti.
Ammetto che, purtroppo, non conoscevo questo grande scrittore, ma grazie ad “Edizioni Spartaco” ho potuto rimediare alla mia mancanza ed invito anche voi a leggerlo.
Chi ama i racconti deve assolutamente leggere quelli contenuti in “La metà del doppio” e sono certo ne resterà positivamente colpito. Inoltre mi sento di consigliarlo anche a coloro che vogliono un libro molto significativo e scritto splendidamente da lasciare a bocca aperta, quindi adatto a chi è assai pignolo ed esigente in fatto di scrittura.
Quarta di copertina:
“Le luci della strada viste dall’alto si accendono nel colmo della malinconia. Un’immagine del genere si potrebbe vedere dalla loro finestra, se uno dei due potesse sciogliersi dall’abbraccio, accostarsi al davanzale e odorare una parte intera dell’estate.”
Trama
Sprofondare nella codardia paralizzati dal giudizio altrui. Vestire il rimpianto, allontanare la felicità.
Guardarsi dall’alto, come da uno specchio sul soffitto, mentre si fa o si perde l’amore e ci si scioglie in un orgasmo o in un addio.
Girare per le strade di una città, cercare e trovare chi inseguivamo, un sogno, un ideale.
Viaggiare il mondo attraverso cartoline illustrate.
Affrancarsi da un sogno, una superstizione, un presagio di morte.
Perdersi nelle possibilità infinite partorite da una mente agonizzante.
Discutere, litigare, impuntarsi su futilità e scoprire ridicolo il quotidiano.
Immergersi in queste storie è diventarne protagonista, esserne risucchiati, restarne aggrovigliati, viverle in prima persona. Fernando Bermúdez è un maestro nel mescolare le carte, giocare con l’indefinito, creare orditi e intanto entrare nelle trame dialogando col lettore, che ne diventa così personaggio attivo. Leggendo, ci inoltriamo tra «sentieri che si biforcano», finzioni e realtà vagheggiate. I piani temporali sono stravolti, i punti di vista e le prospettive in continuo movimento.
L’esperienza che ci regalano questi racconti è un viaggio in noi stessi, l’accensione dei sensi e dell’immaginazione. La scrittura labirintica ci fa riflettere sul destino, sul tempo, sull’amore, sulla circolarità dell’esistenza. Il linguaggio è curato ma essenziale, dai rimandi ai grandi autori (da Macedonio Fernández a Borges e Calvino), caratterizzato da strutture sorprendenti e innovative, da una ricca e articolata intertestualità.