Titolo: La leggenda del Malombra
Autore: Vincenzo Sacco
Editore: Edizioni Spartaco
Collana: Dissensi
Pagine: 141
Prezzo: € 14,00
Uscita: 22 aprile 2021
Illustrazioni: Alessio Furfaro
Recensione
“Edizioni Spartaco” ci propone l’ultimo lavoro di Vincenzo Sacco dal titolo: “La leggenda del Malombra”. Al suo interno sono presenti anche alcune illustrazioni di Alessio Furfaro. Il sottotitolo è abbastanza significativo: “C’è un nuovo eroe in città. Anzi, c’era”.
L’atmosfera in cui è avvolta tutta la storia è, a mio avviso, lugubre e cupa come è giusto che sia per una vicenda del genere. Ciò che ho apprezzato maggiormente sono state, indubbiamente, le descrizioni perché mi hanno permesso di provare sensazioni consone alla lettura, oltre ad immaginare le varie scene. L’autore è bravo nel creare momenti di tensione e a regalare una sana dose di adrenalina a tutti coloro che sono immersi tra le pagine del romanzo.
Quarta di copertina:
“Un fruscio alle spalle. Si voltano. Sopra le loro teste svetta una figura scura. La avvolge un mantello color porpora: le casca dalle spalle come una fontana di sangue…”
Lo stile narrativo è abbastanza scorrevole e vi segnalo che, ogni tanto, sono presenti delle parole in dialetto. La storia è, inoltre, alimentata da molti elementi importanti e di vario genere: storia, politica, oltre a battaglie ed ovviamente tanto mistero e anche paura alimentata da personaggi fuori dal comune.
Il Malombra domina la scena e provoca scombussolamenti e forti timori, specialmente perché agisce di notte e, ciò che appare di lui, provoca brividi, direi che è uno spettacolo particolarmente adrenalinico. Da qui scatta la curiosità, anche nel lettore, di saperne di più.
“La leggenda del Malombra” è sicuramente un libro adatto a chi ama il genere e riesce, quindi, a gustarsi ogni passaggio e ogni singola azione. Sicuramente coloro che vengono catturati dalle pagine non se ne staccano fino alla fine. Per chi è assetato di leggende, di mistero e si nutre di curiosità per tutto ciò, troverà in questo romanzo di Vincenzo Sacco “pane per i suoi denti”.
La storia è ambientata in Sicilia e, a mio avviso, il libro è scritto bene, ma è indicato specialmente per palati raffinati e amanti del genere. La copertina è, secondo me, molto suggestiva e aggressiva al punto giusto, suscita già forti sensazioni, permettendoci di entrare nella giusta atmosfera della storia. Pure il titolo è un buon punto di partenza per alimentare la curiosità nel lettore; infatti, le leggende sono sempre state parecchio apprezzate ed inoltre stuzzicano la fantasia di tutti. Vi segnalo che nella prima pagina c’è un interessante ed utilissimo elenco con i nomi dei personaggi.
Concludo, stavolta, con l’inizio del capitolo terzo de “La leggenda del Malombra”
“Un urlo sinistro, mai udito prima.
Una fanciulla dai fulvi capelli sciolti corre incontro al giovane.
Patti!
Con il viso sul petto di Leonardo, la principessa soffoca le lacrime sulla foggia del vestito, e acquieta lo spavento iniziale nell’abbraccio del fratello.
Da quando il maestro di casa ha dovuto allontanarsi per sbrigare alcune commissioni, servi e famigli non sono più attenti come un tempo nel prendersi cura della padroncina.
Il colonnello Melia abbandona l’ombra della loggetta e segue il principe nel salone. Come la prima volta che vi mise piede, tanti e tanti anni prima, il suo sguardo è rapito dagli episodi biblici dipinti sul legno del soffitto: su tutti trionfa l’Annunciazione di Antonello da Messina, li esposta a testimoniare l’opulenza della dinastia Valentini. Le mani bianchissime di Patti spazzano via le lacrime”
Trama
Nel 1848 Messina è sconvolta da tumulti insurrezionali contro il governo borbonico. Gli echi giungono al villaggio di San Sallier sui Nebrodi, dove si combatte un altro tipo di battaglia. Il Partito, come un fiume sotterraneo, avvelena le radici del potere istituzionale, straripando con atti di violenza e soprusi. A opporsi è un demone, uno spirito che s’insinua nel corpo delle vittime rianimandole per punire gli oppressori. All’affilata spada francese e alla lunga catena avvolta a un braccio, affianca un’arma più potente, la paura. I superstiziosi picciotti al comando del vampiresco avvocato Ginestra ne sono terrorizzati.
La leggenda si diffonde di bocca in bocca. Lo chiamano Malombra. Il fantasma compare di notte e negli inferi svanisce dopo le sue incursioni, in sella a un cavallo dal muso scheletrico, seguito da un feroce cane di mannara. Gli occhi scintillano al buio. Sono di un tormentato verde cinabro, ricordano forse quelli del principe Leonardo Valentini, appena rientrato da Parigi al compimento degli studi alla Sorbona. Il giovane era stato mandato oltralpe dieci anni prima, quando i genitori scomparvero in circostanze sulle quali nessuno ha saputo fare chiarezza. Il nobile si ricongiunge alla sorella minore Patti, al tutore Savino Melìa, all’eccentrico e geniale cugino Federico.
Ritrova inoltre il suo amore fanciullesco, Doriana, ora splendida donna in fiore irresistibilmente sfrontata. E Diavolo, il suo fedele amico a quattro zampe. Oscuro, beffardo, inquieto, il Malombra è una figura dell’immaginario popolare del Meridione italiano, antesignano dei supereroi moderni più amati, che tutti ricomprende sotto il suo cilindro vermiglio.