Titolo: La fortezza
Autore: Nicola Pera
Editore: GM.libri
Collana: NarraLibri
Pagine: 315
Prezzo: € 18,00
Uscita: 9 luglio 2020
Trama
Durante la Grande Guerra alcune reclute vengono trasferite in una caserma periferica, lontana dalla prima linea, sulle rive del Piave. Il prezzo da pagare per evitare i pericoli del fronte è quello di ubbidire all’ossessione del colonnello Alfieri di voler costruire una vera Fortezza per pareggiare un suo antico e inconfessabile debito di guerra, a qualsiasi costo. I lavori procedono con fatica tra insoddisfazione, incidenti e sabotaggi, in un equilibrio instabile, dove nulla è come appare e che si rompe solo al crollo del fronte a Caporetto. Da quel momento, le giornate di soldati e ufficiali vengono scandite dall’attesa del nemico e dal rumore dell’esercito austro-ungarico che avanza, mentre termina l’illusione di essere lontani dalla guerra. L’inganno della Fortezza stessa, e delle persone che la abitano, diventa chiaro a tutti. Italiani e austriaci.
Quarta di copertina
La Fortezza è stata un inganno che ha consumato le nostre vite. Gli uomini combattevano con ferocia mentre noi risplendevamo in una piccola caserma sul fiume, spaventati ed eccitati dalla possibilità che solo una guerra ci poteva dare. Forse la nostra è stata una briciola di follia nella pianura della malvagità. E non ci siamo accorti che, giorno dopo giorno, questa follia ci camminava accanto per prendere le nostre mani. Ma non poteva essere colpa nostra. Eravamo così giovani da non capire, e non abbiamo capito.
Biografia
Nicola Pera vive a Livorno. Una volta amava scrivere storie ed è tornato a farlo da pochi anni, dopo molto tempo. Ha già pubblicato due raccolte di racconti (Acque sporche e Amerikana, Edizioni Il Foglio) e un romanzo (Benzina, Mds Editore). Collabora con il laboratorio e il blog de “I Parolanti” e, ogni tanto, si ricorda di curare il proprio.
Incipit
“Mi chiamo Carlo Gottardi, per ore ho guardato fuori dal finestrino, come tutti, premuto sul sedile di legno della terza classe. La fronte appoggiata al vetro, il mio respiro disegnava sotto il naso un alone umido e opaco. La campagna scivolava via, l’odore di carbone bruciato passava dai finestrini aperti senza andarsene mai e si univa a quello del sudore. Non avevo voglia di parlare con gli altri e nemmeno di fumare, avevo fatto una scelta e se andava tutto in malora l’avrei pagata cara. Sapevo che la cartolina precetto poteva arrivare da un momento all’altro e in casa ho raccontato che tornavo a Milano, per un esame. Alla partenza mia madre ha acceso una candela sotto la piccola immagine della Madonna che teniamo in corridoio, come faceva sempre per proteggere un mio viaggio. Mio padre era fuori a seguire la sua condotta.
«Dite una novena per me» le ho chiesto già sulla soglia. Sentivo pietà per la pena che le lasciavo oppure volevo che capisse che disertavo dagli austriaci e se mi avessero riconosciuto non avrebbe più riabbracciato suo figlio. Avrei fatto la fine del di sgraziato che un anno fa hanno trascinato per il paese, prima di condurlo a Trento e farlo fucilare.…”