Titolo: La donna della domenica
Autore: Fruttero & Lucentini
Editore: Mondadori
Pagine: 518
Prezzo: € 15.50
Uscita: 9 maggio 2022
Recensione a cura di “Un libro in soffitta”
La recensione di tale romanzo è stata preceduta da attenta riflessione dal momento che, mai come in questa circostanza, la mia mente era alquanto dibattuta sul “taglio” da offrire alla recensione.
Un romanzo, a mio avviso, non facile, nonostante abbia una chiara impronta gialla e sia stato scritto da due autori universalmente considerati dalla critica come eccelsi.
Mi sento, tuttavia, di dover dissentire, in parte, dalla maggioranza dei lettori che hanno osannato questo libro, nonostante presenti alcuni indubbi punti di forza.
Va detto che risente pesantemente, a mio modesto parere, dell’ epoca in cui è stato scritto, il 1972, così come il film da cui è stato tratto e che annoverava nel cast nomi del calibro di Mastroianni, Jacqueline Bisset e Jean-Luis Trintignant.
La penna di Fruttero e Lucentini si spinge su terreni “audaci”, offrendo una connotazione dell’ architetto Garrone (il perno attorno al quale ruota tutta la trama) come un bon vivant, amante non solo della bella vita (di cui rimane sempre ai margini) ma anche come un personaggio dal linguaggio scurrile e dagli atteggiamenti decisamente equivoci.
Questa è indubbiamente la parte che ha accolto meno entusiasmo nel mio animo di lettrice sensibile.
Quanto all’impianto giallo, non v’è nulla da eccepire. Comprimari di prim’ordine, ambientazione torinese eccellente (qui si conosce la vera Torino) e implacabile quanto imprescindibile ritratto di quella borghesia tra vizi (poco privati) e virtù (maldestramente elevate) cui fa da contraltare la personalità bizzarra di soggetti che, grazie al sapiente uso di espressioni dialettali, conferiscono humor al romanzo.
Complessivamente buono.
/5
Trama
Torino, anni Settanta. Nel suo pied-à-terre viene ucciso l’architetto Garrone. Squallido personaggio che vive di espedienti ai margini della Torino bene, Garrone fa parte di una sorta di “teatrino privato” nel quale Anna Carla Dosio, la moglie di un ricco industriale, e Massimo Campi, giovane omosessuale della buona borghesia, stigmatizzano vizi, affettazioni e cattivo gusto dei loro conoscenti.
Il commissario Santamaria si trova così a indagare tra l’ipocrisia, le comiche velleità e gli esilaranti chiacchiericci che animano il mondo della borghesia piemontese, tra professionisti dalla doppia vita, dame dell’alta società affascinanti e snob, e industriali. Sullo sfondo – ma è in realtà la vera protagonista – vi è una Torino in apparenza ordinata e precisa fino alla noia, che nasconde un cuore folle e malefico: «La leggendaria monotonia della città era un’invenzione di osservatori superficiali. Torino era una città per intenditori» commentano gli autori (che sull’argomento la sanno lunga).
Uscito nel 1972, La donna della domenica – in questa edizione arricchito da contenuti speciali – è il primo e il più popolare dei libri di Fruttero & Lucentini, e resta tuttora l’insuperato capostipite del “giallo italiano”.