Intervista all’autrice: Maria Elisabetta Giudici

Buongiorno lettrici e buongiorno lettori!!!

Oggi vi propongo l’intervista a Maria Elisabetta Giudici, autrice del libro “I guardiani delle aquile” pubblicato da “Castelvecchi”.

Per leggere l’articolo con alcune informazioni del suo libro vi basta semplicemente cliccare qui.

Intervista

1 – Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro “I guardiani delle aquile”?

I viaggi sono importanti nei miei romanzi e hanno un posto d’onore. Molti anni fa feci un viaggio in Asia centrale e me ne sono innamorata. È un territorio che ti offre la libertà che abbiamo perso con la nostra civiltà, che ti fa sperare di poter abbandonare quella brutta sensazione che è il disperdersi nella perenne ripetizione di noi stessi delle nostre città, che ti consente di immergerti nel continuo movimento nomade di un territorio selvaggio, sconosciuto, primordiale e di straordinaria bellezza. Come non ambientarci un romanzo?

2 – Mi descriveresti il tuo romanzo con tre aggettivi?

Storico, innamorato, avventuroso.

3 – Un pregio e un difetto di Tristan e di Arkadjy?

Tristan non riesce a superare la perdita della moglie ed è spaesato, perso nel suo dolore, ma è anche coraggioso e fermo nelle sue decisioni.

Arkadjy è un militare e in quanto tale rigido e freddo, ma è anche determinato e generoso

4 – Ogni capitolo si apre con una citazione: come le hai scelte?

In base all’argomento del capitolo. Ogni frase racchiude quella parte di narrazione.

5 – Ci racconti qualcosa circa il titolo?

Parliamo di cacciatori con le aquile, cioè degli uomini che, come arma per cacciare, usano un’aquila addestrata. Dopo due anni di lavoro gli animali vengono liberati e tornano alla loro natura. Mi colpì un giovane mongolo che mi specificò che loro non fossero “padroni” di quegli animali, ma solo dei guardiani temporanei. E poi il mio guardiano delle aquile è il coprotagonista del romanzo.

6 – Ti va, in poche parole, di provare ad invogliare noi lettori a leggere questo tuo romanzo?

I miei romanzi sono innanzitutto dei romanzi storici e come tali sono un dialogo stretto tra immaginazione e realtà con delle contaminazioni di genere perché c’è del thriller, del romanzo spionistico e dell’avventura. Io cerco il “possibile” da inserire nella Storia (con la esse maiuscola), in una realtà precisa con la sua cultura. In questo romanzo ho trovato una scusa per parlare di altro. La scusa è la caccia tra uomini e l’altro è il ritorno alla natura, l’amicizia, le promesse, le vite vissute e le vite spezzato. È tutto “molto” per chi vuole emozionarsi.

7 – Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?

Si. È la frase di Kipling: “Adesso andrò al Nord a giocare al grande gioco”. Kipling parla della guerra sotterranea, che chiamò” il grande gioco”, tra Impero russo e Impero britannico che impegnò gran parte dell’800.

8 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?

Eclettica, sognatrice, politica.

9 – Quali sono le tue passioni e hobby?

Mi piace restaurare mobili, dipingere, andare in bicicletta.

10 – Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?

Violeta di Isabel Allende.

photo Paolo Ferrera

Biografia

Maria Elisabetta Giudici è nata a L’Aquila ma è vissuta a Roma. Di professione architetto, il suo primo romanzo, Il re di carta, edito da Lit Emersioni, ha vinto il premio Histonium 2019. Con il secondo romanzo La foresta invisibile, edito da Castelvecchi, ha vinto il premio Acqui Terme 2020, il premio inediti Etna Book 2020 e il premio Pegasus Cattolica 2021.

Dal 3 febbraio 2022 è disponibile in libreria il terzo romanzo I guardiani delle aquile, edito da Castelvecchi.

Grazie di aver partecipato all’intervista

Gabrio

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