Ciao e bentornati,

riprendo a pubblicare le nuove interviste. Ricomincio con quella realizzata grazie a Daniela Longo, autrice del libro “La classe di Bruna” pubblicato da “Scatole Parlanti”.

Cliccando qui potete leggere anche la mia recensione.

Intervista

1 – Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro “La classe di Bruna”

“La classe di Bruna” è un romanzo giallo che mette insieme due grandi passioni: l’insegnamento e le indagini. Osservare, indagare, trascrivere il mondo della scuola con verità, ironia e un pizzico di sarcasmo. Una scuola fatta di volti, di umanità che Bruna, ora prof, ora donna, con le contraddizioni e il carisma del suo personaggio mette in luce.

Il tutto condito da una storia poliziesca, da un commissario che indaga non solo la scomparsa della prof Bruna ma anche l’umano e il disumano che c’è dentro. E la vita sentimentale di donna Bruna sarà una rivelazione. Per tutti.

2 – Mi descriveresti il tuo romanzo con tre aggettivi?

Intrigante, ironico, introspettivo.

3 – Un pregio e un difetto di Bruna e di Beatrice?

Il pregio di Bruna è l’essere carismatica. Il difetto l’essere ambigua. Il pregio di Bea intuitiva, il difetto asociale.

4 – Com’è il rapporto tra Bruna e i suoi alunni?

La prof Bruna vive i cambiamenti della scuola negli ultimi trent’anni. Una scuola che cambia come cambia la società, come cambia l’approccio degli studenti, dei docenti e dei genitori. Insegnare per lei è una vocazione lavorativa che si nutre del rapporto umano, aspetto imprescindibile che nessuna tecnologia potrà mai sostituire. In realtà l’insegnamento è un mestiere sempre più difficile che ti porta a confrontarti non solo con la cultura ma soprattutto con umanità disorientate che cercano e sfuggono al tempo stesso modelli di riferimento. Quindi ritorna un tema che circola in tutto il romanzo, i rapporti interpersonali, i legami che ti permeano, ti lasciano un segno indelebile.

5 – Come hai scelto gli argomenti “scolastici” di cui parlare?

Gli “argomenti scolastici” formano il ritrovato diario di Bruna. L’unica traccia della donna scomparsa è un manoscritto in cui la prof ha scelto di immortalare momenti di vita scolastica. Gli agenti di quel mondo sono i protagonisti del suo diario: i prof, gli alunni, visti dall’ottica di un’insegnante. Un dietro le quinte. Raccontarli significa presentare ironicamente il microcosmo scuola a tutti coloro che da alunni, da genitori o da insegnanti l’hanno vissuto o lo vivono a tutt’oggi.

Per esempio, ho creato dieci brevi ritratti di prof della scuola. Si tratta di prototipi in cui ci si può riconoscere o, ancora meglio, ognuno può ritrovare il suo vecchio insegnante di vent’anni fa o la prof dell’ultima ora.

Con realismo ed ironia, ovviamente. Proprio da questo diario si lascerà attrarre e affascinare il commissario Bea Bannò alla ricerca di Bruna.

6 – Scaletta sì o scaletta no e come ti sei organizzata per la stesura?

Scrivere è un atto complesso in cui metti insieme ispirazione creativa e razionalità organizzativa. Intendo dire che dopo la prima stesura cuci, ricuci, assembli, metti insieme, scomponi e ricomponi in un lavoro di labor limae continuo. La scaletta è importante, soprattutto quando scrivi un giallo e devi avere chiara la struttura della storia, i dialoghi, le analisi psicologiche dei personaggi, l’incastro degli indizi che ti porteranno allo scioglimento finale.

7 – Ci puoi raccontare un aneddoto in particolare?

Durante le presentazioni del mio libro ho avuto la fortuna di incontrare tante persone.  Ex alunni/e, alunni, studenti, genitori, colleghi e lettori appassionati.

Una delle cose più belle che mi è capitata è stato l’intervento di una giovanissima lettrice: “Leggendo questo libro mi è venuta voglia di fare l’insegnante”.  E’ un aneddoto perché qualche giorno prima una collega mi aveva espresso il suo apprezzamento per il romanzo aggiungendo che aveva notato una patina di disillusione verso l’insegnamento e la scuola.

Credo che i miracoli dei libri siano questi. La capacità di esprimere sentimenti, emozioni, situazioni che ognuno può liberamente interpretare e, soprattutto in cui ognuno può riconoscersi, empaticamente.

8 – Hai qualche passione e hobby che svolgi nel tuo tempo libero?

Lettura e scrittura. In questo momento sto lavorando al mio secondo romanzo.  Ma anche ascoltare musica e mantenere vivo il mio corpo con un po’ di sana palestra

9 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?

Sentimentale, ironica, attenta.

10 – Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?

“La banda dei carusi” di Cristina Cassar Scalia e “La canzone di Achille” di Madeline Miller che sto leggendo insieme ai miei alunni…

Biografia

Daniela Longo nasce a Catania il 1° luglio 1970. Si laurea in Lettere nel 1993 presso l’Università degli studi dell’Ateneo catanese e comincia ad insegnare nella secondaria superiore. Con il concorso a cattedra del ’99  entra di ruolo nella scuola statale.

Per Rubbettino Editore  pubblica il saggio Letteratura e televisione tra finzione e realtà. Dal romanzo giallo a Telefono giallo nella rivista di Filologia moderna «Le forme e la storia». Il saggio nasce dalla collaborazione con la redazione RAI del programma televisivo Telefono giallo condotto e curato dai giornalisti Corrado Augias e Franca Leosini negli anni ’90.

Nel 2011 si laurea in Filologia romanza all’Università di Catania.

Dal 2005 è docente di  Italiano e Latino  al Liceo scientifico “Principe Umberto “di Catania, dove ha curato i progetti patrocinati dalla Camera dei Deputati “Giovani e Montecitorio” e “60 anni della Costituzione” ricoprendo l’incarico di addetto stampa dell’Istituto scolastico.

Pubblica il suo primo romanzo La classe di Bruna con la casa editrice no eap Scatole Parlanti nel  dicembre 2022.  L’opera ha avuto una prima ristampa nel gennaio 2023.

https://www.instagram.com/danielalong0/

https://www.facebook.com/daniela.longo.73307/

Grazie di aver risposto alle mie domande!

Gabrio