Buongiorno!
Per il momento dell’intervista, ho il grande piacere di proporvi quella che vede come protagonista Alessia Castellini, autrice del libro “Una vita in puzzle” pubblicato da “Scatole Parlanti”.
Se volete leggere la mia recensione, la trovate qui
Intervista
1 – Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro “Una vita in puzzle”?
Ciao Gabriele, innanzitutto ti ringrazio per avermi dato questa bellissima opportunità.
Il sogno di scrivere romanzi mi è sempre appartenuto. Negli ultimi anni ho viaggiato tanto e, ogni volta che visitavo un luogo nuovo, sentivo la voglia di scrivere e di raccontarlo. A novembre 2019 ho finalmente scelto di dedicare del tempo alla scrittura, così ho iniziato a tracciare le linee di una storia che fosse collegata a tutti i luoghi meravigliosi che avevo visto.
Era il 14 Gennaio 2020 quando ho iniziato a scrivere quello che poi sarebbe diventato il secondo capitolo di “Una vita in puzzle”, ispirata da un grosso libro sui fari in casa di un’amica. Amo i fari, da sempre, e sfogliandolo ho scoperto la curiosa storia del famoso Faro della Jument, una storia che per certi versi aveva dei punti di contatto con parte della trama che avevo in mente.
Però mancava ancora qualcosa.
Avrei dovuto aspettare qualche giorno prima di avere l’idea definitiva. Arrivò mentre ero in aeroporto e aspettavo di prendere un volo per Parigi. Avevo trascorso giorni a comporre un puzzle di Topolino, avevo con me un taccuino e una penna. Ero in cerca di un mistero per la mia protagonista ed ecco che mi è venuta in mente l’idea dei tasselli inviati da un mittente sconosciuto, senza che i personaggi avessero alcuna idea di quale fosse l’immagine da ricostruire. La cosa si sposava bene con l’idea del viaggio, così una volta arrivata a Parigi ho cercato un caffè letterario e, circondata da libri e caffè, ho scritto il primo capitolo e fissato i dettagli principali della trama, ricollegandomi ad una particolarissima linea di puzzle inglesi che io adoro, i Wentworth Wooden Puzzles.
2 – Mi descriveresti il tuo romanzo con tre aggettivi?
Metaforico, introspettivo, magico (nel senso che c’è un pizzico di magia).
3 – Un pregio e un difetto di Emma e di Carlo?
– Emma.
Pregio: empatica; difetto: testarda.
– Carlo.
Pregio: paziente; difetto: troppo razionale.
4 – Quali sensazioni hai provato mentre scrivevi questo romanzo?
Scrivere questa storia mi ha fatto sentire libera, mi ha dato la sensazione di star davvero lottando per i miei sogni, proprio come insegnano le favole. Ci sono stati parecchi momenti di incertezza, anche perché per scriverlo ho messo in pausa tutto il resto. Ma sentivo che mi stava facendo bene, quindi non ho mai avuto dubbi sul fatto che lo avrei finito. Mi ha spinta a mettere davanti a tutto la mia felicità e ciò in cui credo.
Nonostante le vicende non siano autobiografiche, ogni personaggio ha qualcosa di me. E a volte raccontare di loro mi ha permesso di comprendere meglio anche me stessa.
5 – Hai trovato qualche difficoltà mentre scrivevi e se sì quali?
Più che difficoltà, direi che scrivere il romanzo mi ha messo davanti tante belle sfide. Avevo tanta paura di non avere gli strumenti giusti per fare un buon lavoro, così ho cercato di documentarmi, di leggere più del solito, e di fare tante ricerche in modo tale da rendere “persone” i miei personaggi, “case” i luoghi che descrivevo. Una cosa su cui ho perso tanto tempo è stato il far quadrare tutto, dettaglio dopo dettaglio.
Sarà che scrivere è ciò che amo di più fare, ma se ci sono state particolari difficoltà, sono state comunque messe da parte dal divertimento e dalla voglia di imparare e di raccontare. Quindi le ho dimenticate.
6 – Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?
Da tempo ormai seguo sui social un’illustratrice che adoro, Simona Pistorello. Mentre scrivevo il romanzo, le ho commissionato un quadro personalizzato che rappresentasse la mia scelta di dedicarmi alla scrittura, qualcosa da guardare un giorno e che mi ricordasse i colori dei mesi dedicati a “Una vita in puzzle”.
Simona mi ha inviato la foto del quadro finito esattamente lo stesso giorno in cui ho terminato la stesura del romanzo e in questa coincidenza ho letto tutta la magia che ho sentito mentre scrivevo. É stato come un sigillo sul manoscritto.
7 – Che rapporto hai con i puzzle?
Li amo. Ogni tanto li compongo con un’amica che non riuscirà mai a comprendere due cose di me: il fatto che io non guardi mai l’immagine da ricostruire e che io ami incastrare i pezzi delle zone a unica tinta. Entrambe le cose sono legate al fatto che, per comporlo, non vado per immagini ma per forma dei tasselli.
I miei preferiti in assoluto sono quelli in legno, tra l’altro hanno un odore buonissimo.
8 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?
Sognatrice, leale, tenace.
9 – Quali sono le tue passioni e hobby?
Naturalmente adoro leggere, da sempre. Amo la fotografia e ogni volta che posso vado in giro con la mia Reflex per catturare pezzi di mondo. Adoro fare Pilates e Yoga, in particolare Hatha Flow e Vinyasa. E ogni volta che posso, vado a fare una passeggiata al mare, soprattutto in inverno.
10 – Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?
L’ultimo libro letto è stato “Quel che affidiamo al vento” di Laura Imai Messina. Stupendo.
Biografia
Alessia Castellini è nata a Palermo nel 1992. Ha conseguito un dottorato di ricerca in fisica teorica all’Università di Palermo, trascorrendo alcuni mesi in Francia e in Inghilterra come ricercatrice. È co-autrice di diversi articoli scientifici. Una vita in puzzle è il suo primo romanzo.
Grazie di aver risposto alle mie domande
Alla prossima
Gabrio