Un saluto a tutti voi.
Per il momento dell’intervista, vi propongo quella al grande Nicola Lecca, autore del libro “Il treno di cristallo” edito Mondadori
Se vi siete persi la mia recensione la potete leggere cliccando qui.
Biografia
Nicola Lecca (Cagliari, 1976) e’ uno scrittore nomade che ha abitato a lungo a Reykjavik, Visby, Barcellona, Venezia, Londra, Vienna e Innsbruck.
La sua raccolta di racconti Concerti senza Orchestra (Marsilio 1999) e’ stata finalista del premio Strega.
All’età di ventisette anni ha ricevuto il premio Hemingway per la letteratura.
Ha scritto, fra l’altro: Ritratto Notturno (Marsilio 2000), Ho visto Tutto (Marsilio 2003) Hotel Borg (Mondadori 2006), Ghiacciofuoco (Marsilio 2007 e’ Scritto con Laura Pariani) e Il corpo odiato (Mondadori 2009).
I suoi saggi filosofici L’amore perduto per l’attesa e Di quasi tutto non ci accorgiamo sono stati pubblicati in olandese dal Nexus Instituut di Tilburg.
Le sue opere sono presenti in quindici Paesi europei.
Fra gli altri riconoscimenti letterari ricevuti da Nicola Lecca figurano: il premio Elsa Morante, il Prix du Premier Roman, il premio della societe’ lucchese dei lettori, il premio Settembrini, il premio Joyce Lussu, il premio delle’Accademia del Ceppo, il premio Basilicata e il premio Rhegium Julii per l’opera prima.
Nel 2000 Mario Rigoni Stern ha identificato in Nicola Lecca l’autore più promettente della sua generazione e lo ha premiato a San Pellegrino Terme con la motivazione: “Su questo nuovo e giovane autore c’è da contare per il futuro della nostra letteratura”.
Per i suoi meriti artistici, Nicola Lecca è stato scelto a rappresentare l’Italia a bordo del Literaturexpress, un treno patrocinato dall’Unesco – con a bordo 100 scrittori di 46 paesi – che, nell’estate del 2000, ha viaggiato da Lisbona a Mosca.
È stato invitato a rappresentare l’Italia anche nell’antologia “RACCONTI SENZA DOGANA” – Giovani scrittori per la nuova Europa”, realizzata per iniziativa della Direzione Generale per la Promozione e Cooperazione Culturale del Ministero degli Affari Esteri, in collaborazione col P.E.N. Club.
Nicola Lecca ha firmato oltre mille articoli per le redazioni culturali di numerosi quotidiani e periodici, inclusi L’Unità, La Stampa, Il Giornale, L’Unione Sarda, Grazia e Studi Cattolici. Da qualche anno i suoi articoli appaiono anche su La Repubblica. Ha inoltre tenuto conferenze presso le Università e negli Istituti di Cultura di numerose città europee, fra cui Mosca, Londra, Lisbona, Madrid, Tallin, Roma, Lugano, Berlino, Parigi, Copenhagen, Reykjavík e Varsavia. Per Radio Rai è stato inviato in numerose città europee anche in qualità di critico musicale e ha scritto e condotto i programmi “Grand Hotel” e “Settimo Binario”.
Nicola Lecca è stato ricevuto da diversi capi di Stato e di governo e, nel luglio del 2000, ha tenuto un discorso al Parlamento Europeo. I suoi romanzi Hotel Borg, Ritratto Notturno e ‘Il Corpo Odiato’ e la sua raccolta di racconti ‘Ghiacciofuoco’ sono stati adottati dalla prestigiosa Svenska Akademiens Nobelbibliotek
Intervista
1 – Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro “Il treno di cristallo” ?
Sette anni fa, a Innsbruck, dove abitavo ormai da tempo, incontrai un giovane uomo che era fidanzato da un anno con una ragazza mai conosciuta di persona.
Si sentivano solo in chat. Ma non trovavano il coraggio di incontrarsi.
Ecco: la scintilla, forse, è stata questa. Il desiderio di raccontare le mille complicazioni che si celano dietro l’apparente semplicità delle relazioni online.
2 – Mi descriveresti il tuo libro con tre aggettivi?
Ipnotico, evocativo, vorticoso.
3 – Mi potresti indicare un pregio e un difetto del protagonista Aaron e di sua madre?
Aaron è un puro: sia un pregio che un difetto, dunque.
Sua madre Anja è ricca di ricordi, ma povera di un presente che si nega, vittima com’è di colpe, rammarico e rancori.
4 – Ci racconti le tappe con le quali hai dato vita a questo tuo nuovo romanzo?
Sono tappe di immensa cura. Ho lavorato a “Il treno di cristallo” per più di sei anni compiendo esattamente lo stesso lungo viaggio del protagonista: dalla piccola cittadina inglese di Broadstairs, in Inghilterra a Zagabria: passando per Dover, Amburgo, Praga, Bratislava, Lubiana e Szentgotthárd. Pensa: ho visitato tutti e cento i luoghi che racconto: dalla galleria Lucerna di Praga al mercato ungherese di Szentgotthárd.
Dai fasti dell’hotel Esplanade di Zagabria (dove ho soggiornato, sfortunatamente a caro prezzo) al tanfo orientaleggiante dei bordelli di Amburgo. Volevo che tutto fosse fortemente evocativo. Un viaggio vero e intenso per tutte le lettrici e per tutti i lettori.
Poi c’è stata la stesura e la correzione delle bozze. Negli ultimi quattro mesi, poi, ho lavorato con 4 diversi editor, tutti straordinari: Marilena Rossi per la trama, Laura Gagliardi per l’editing minuto, Paolo Valentino per i riscontri e i refusi e Anna Lorenzini per l’importantissima lettura finale: il giorno prima di andare in stampa.
Insomma: cura sartoriale fino all’inverosimile. Non c’è una parola lasciata al caso. “Il treno di cristallo”, mi emoziona dirlo, è anche un Sudoku, un mosaico…
5 – Come è nata la tua passione per la scrittura
È sempre stata in me. È un dono di Dio.
6 – Puoi anticiparci se hai in progetto un altro libro?
Certo, ci sto già lavorando, ma senza fretta. Come sempre. Continuo a scrivere a penna. Un’abitudine mai persa.
7 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?
Affidabile empatico e meticoloso.
8 – Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?
Ce ne sono un’infinità, naturalmente.
Nelle note ho ringraziato il pasticcere veneziano che, per mesi, mi ha offerto una squisita colazione per contribuire alla mia ispirazione. Si chiama Mario, ha settant’anni ed è un mio lettore affezionato.
9 – Quali sono i tuoi autori e libri preferiti: puoi citarmene un paio?
Thomas Bernhard (affilato), Ingeborg Bachmann (preziosamente spietata), Stig Dagerman (il più vicino al mio cuore) Francisco Coloane (maestro della scrittura ipnotica), Albert Camus (la semplicità come duro lavoro).
10 – Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?
“Congo” di David Van Reybrouck, su consiglio di Roberto Saviano. Un librone, un capolavoro per chi ama la saggistica storica.
Ti ringrazio moltissimo di aver partecipato all’intervista
Alla prossima
Gabrio