Un saluto a tutti voi !
Oggi è Nazzareno Lasagno, autore del libro “Amara luce a Villa Margot” edito da “Spunto edizioni, il protagonista della nuova intervista che vi propongo.
Per leggere la mia recensione del suo libro, potete cliccare qui.
Biografia
È nato a Cardè (CN) e vive ad Alpignano (TO).
Laureato in Scienze Politiche, da oltre trent’anni è imprenditore nel settore dell’Information Technology.
Ha anche fondato e diretto per alcuni anni la casa editrice Rolling Group che pubblicava il settimanale con CD Il tuo computer a casa al lavoro:
Scrittore per passione, ha esordito nel 2009 con Il pino di via Jervis, romanzo autobiografico del periodo trascorso in Olivetti. In seguito ha pubblicato il libro di racconti Pezzi unici, e nel 2014 Una storia di cuore e di musica – L’incredibile caso di Antonio Maria Lacasella, la storia vera di un impiegato postale che dopo un grave attacco cardiaco si è scoperto compositore senza aver mai studiato musica né suonato alcuno strumento.
Ha conseguito il Primo Premio per la narrativa al Concorso “Rivoli 2015” e nel 2016 il Primo Premio per la poesia.
Intervista
1 – Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro “Amara luce a Villa Margot”?
L’idea è nata molti anni fa sulla base di un racconto che avevo scritto, ma il romanzo ha avuto una gestazione abbastanza lunga e discontinua, tant’è che più di una volta sono stato tentato di abbandonarlo. L’ho lasciato decantare e nel frattempo ho pubblicato una serie di racconti (Pezzi unici) e una storia vera del mio territorio (Una storia di cuore e di musica). Solo successivamente l’ho ripreso e portato a termine.
2 – Mi descriveresti il tuo libro con tre aggettivi?
Scorrevole, sottile e coinvolgente.
3 – Un pregio e un difetto di Piero e di Donato?
Piero è estroverso e sa godersi la vita, a volte può apparire un po’ superficiale. Donato è serio e controllato, poco portato a manifestare i propri sentimenti. Sono due amici che stanno bene insieme perché hanno caratteristiche complementari: la spavalderia di Piero ha un influsso benefico sui freni inibitori dell’amico.
4 – Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?
Più che un aneddoto vorrei rivelare un piccolo retroscena: l’episodio del ristorante a Parigi è del tutto autobiografico perché racconta quanto è realmente accaduto a me (Donato) e un mio amico.
5 – Le storie ambientate nelle case e nelle ville hanno un loro fascino: esiste veramente Villa Margot?
Villa Margot esiste… nella mia mente. Tuttavia a Rivoli e ad Alpignano dove abito vi sono alcune vecchie ville che hanno acceso la mia immaginazione e potrebbero somigliare molto a Villa Margot.
6 – Quali sono secondo te gli elementi importanti per scrivere un buon romanzo?
Per me un romanzo è buono se dopo le prime tre pagine sono invogliato a continuare la lettura, ritengo quindi che lo stile conti molto.
Tuttavia per scrivere un buon romanzo occorre anche una storia interessante, possibilmente avvincente e ravvivata ogni tanto da colpi di scena che spiazzino un po’ il lettore.
Poi, affinché il romanzo non sia soltanto puro divertimento, non è male tra le sue righe passano anche messaggi seri o leggere provocazioni che inducano il lettore a pensare.
Infine la mia opinione è che per rendere più fluente un romanzo lo scrittore debba avere il coraggio di tagliare, sfrondare e asciugare il più possibile il testo: come nella scultura, è più importante togliere che aggiungere.
7 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?
Riservato, pragmatico e perseverante.
8 – Puoi anticiparci se hai in progetto un altro libro?
Ho scritto diversi racconti ancora inediti ma non penso di pubblicarli in una raccolta perché mi pare che in Italia il racconto non abbia molto successo, perciò penso che ne sceglierò uno che mi piaccia particolarmente e lo trasformerò in un romanzo. Il genere dovrebbe essere un noir.
9 – Quali sono i tuoi autori e libri preferiti: puoi citarmene un paio?
Penso che il mio modo di scrivere sia stato influenzato in parte dagli scrittori nordamericani e in parte da quelli italiani del novecento.
Se dovessi indicare quelli che per me sono stati dei veri capisaldi, citerei Ernest Hemingway e Primo Levi. Il primo per il suo stile giornalistico, semplice, diretto e incisivo. Caratteristiche che per certi versi ritrovo anche in Primo Levi, in particolare nella Chiave a stella.
Tuttavia, se non li citassi, farei un torto anche gli altri grandi scrittori che ho amato: gli italiani Pavese, Calvino, Cassola e gli americani Steinbeck, Kerouac, Salinger, Asimov.
Un libro che ho letto all’età di diciassette anni e che mi ha segnato profondamente è stato Furore di John Steinbeck. Di Hemingway mi piace quasi tutto, ma ritengo che Il vecchio e il mare sia un vero capolavoro.
10 – Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?
Quest’estate ho letto il romanzo “Così scorre il fiume” della scrittrice australiana, Nancy Cato, un libro scritto nel 1958 ma pubblicato in Italia solo nel 1985.
Grazie di aver partecipato alla mia intervista
Ciao
Gabrio