Buongiorno lettrici e lettori,
per il momento dell’intervista, oggi l’ospite è Marco Erba, autore del libro “Il male che hai dentro” pubblicato da “Rizzoli”.
Inoltre vi invito a recuperare la mia recensione, la potete leggere cliccando qui.
Intervista
1 – Chi è Marco Erba e che tipo di scrittore sei?
Sono un prof di lettere, ho cominciato a scrivere nel tempo libero. Ora la scrittura ha preso sempre più spazio nella mia vita, ma resto prima di tutto un prof. Le mie storie nascono tra i banchi di scuola, dove si nascondono tanta bellezza e tanta voglia di futuro, che meritano di essere raccontate. Poi ci sono anche molti problemi che non vanno taciuti, ma le moltissime ragazze e i moltissimi ragazzi che ho incontrato nella mia vita mi hanno insegnato che ogni caduta può diventare una rampa di lancio.
Sono uno scrittore con uno sguardo positivo sul futuro: nelle mie storie cerco di lasciare sempre almeno un po’ di speranza, perché la vita può sempre trovare la sua strada. Sono uno scrittore metodico fin quasi all’eccesso: quando mi tuffo in un libro, mi sveglio e scrivo sempre prima dell’alba e, prima di iniziare, pianifico nel dettaglio tutto ciò che deve finire sulla pagina.
2– Come, o da dove, è nata l’idea di scrivere il tuo libro “Il male che hai dentro”
Dall’incontro con una ragazza apparentemente dura, impenetrabile, provocatoria, ostile, che in un tema mi ha rivelato un suo grande dolore e mi ha fatto capire che dietro ogni corazza spesso c’è una ferita. E dalla mia esperienza di padre di un ragazzo in affido, che è nella nostra famiglia da ormai quindici anni.
3 – Mi descriveresti il tuo romanzo con tre parole?
Ferita, amicizia, futuro.
4 – Un pregio e un difetto di Eli, Cristian e Mike e come sono in generale di carattere?
Il pregio di Eli è la sua forza d’animo, il suo difetto è a tratti l’incapacità di sganciarsi dal giudizio degli altri. Il pregio di Cristian è la sensibilità, il suo difetto l’essere fin troppo introverso. Il pregio di Mike è l’empatia, il suo difetto è la paura di mostrare chi è davvero.
Sono tre personaggi ambivalenti, con luci e ombre, come tutti noi. Ciascuno di noi ha una parte oscura e una piena di luce: si tratta di accettare i nostri limiti e di provare a tirare fuori il meglio di noi, costruendo relazioni autentiche.
5 – Quali sono le tematiche trattate?
La tematica forse centrale del libro è il tema dell’amore in tutte le sue forme e, precisamente, una domanda: cosa è amore e cosa non lo è? L’amore non è solo intesa, alchimia, passione. L’amore è darsi libertà. Se quando dico a una persona “ti voglio bene” intendo “mi fai stare bene, tu sei mia”, in quell’amore c’è già un germe tossico.
Amare significa desiderare il bene dell’altro, che lei o lui sia ciò che desidera essere. Se ti amo davvero, ti amo perché tu sei tu, non perché sei come io desidero. Infatti il parametro fondamentale dell’amore è darsi libertà: la gelosia è il contrario di questo. Amare non è trattenere, è lasciare andare: lo dice alche uno dei protagonisti del romanzo. E per me ha ragione, perché l’amore vero è sempre dono, mai possesso. Vale anche per un rapporto tra amici o tra un genitore e un figlio.
6 – Qual è, secondo te, il punto di forza del tuo romanzo?
Questo lo dovrebbero dire i lettori. Io cerco sempre di tenere un ritmo narrativo sostenuto, il modo che il romanzo scorra veloce. In questo caso ho inserito anche una parte di giallo, di mistero, anche se non si tratta di un vero e proprio romanzo di genere, proprio per rendere la storia ancora più avvincente.
7 – Come sono, secondo te, gli adolescenti nel 2024?
Molto molto molto meglio di come ci vengono raccontati. Nelle classi incontro sempre persone straordinarie, piene di voglia di vita e di futuro. Certo, poi c’è la libertà che a volte viene giocata male e porta ad azioni che danneggiano gli altri e sé stessi. E c’è la fragilità, che a volte diventa aggressività, altre trasgressione, altre chiusura.
In casi estremi, la fragilità porta a farsi del male, come accade a Eli nel romanzo. Ma credo che la vita sia più forte. Credo che in ogni ragazza a in ogni ragazzo ci sia una scintilla di bellezza capace di cambiare il mondo in meglio. E credo che noi insegnanti, come qualsiasi altra figura educativa, a questa scintilla dobbiamo credere fermamente, per partire da lì.
8 – Ci puoi raccontare un aneddoto in particolare?
Ci sono tantissimi episodi che mi regalano speranza. Uno degli ultimi in ordine di tempo è l’incontro con un ragazzo che a scuola non era certo tra i più impegnati, poi, dopo una grave crisi che lo ha portato a fare una idiozia enorme, mettendo a rischio la sua salute, grazie alla fiducia dei suoi genitori ha saputo rialzarsi, ha capito che era necessario prendere in mano la sua vita. Oggi fa l’insegnante.
L’ho incontrato per caso, mi ha raccontato del suo lavoro con gli occhi che gli brillavano. Di fronte a quel giovane uomo, al pensiero di tutto il cammino che ha fatto, mi sono commosso.
9 – Come ti descriveresti con tre aggettivi e quali passioni/hobby hai nel tempo libero?
Sono impulsivo, ma credo anche sensibile e allegro. Nel tempo libero amo le passeggiate col mio cane, la bicicletta, la montagna, i giochi di società, il cinema e, ovviamente leggere.
10 – Infine una curiosità: qual è stato l‘ultimo libro che hai comprato e/o letto?
“Come l’arancio amaro” di Milena Palminteri. Bellissimo.
Biografia
Marco Erba, nato nel 1981, insegna lettere in un liceo milanese. Sposato con Cecilia, ha tre figli, di cui uno in affido. Fra me e te (Rizzoli, 2016), il suo primo romanzo, si è aggiudicato il Premio Galdus e il Premio Città di Cuneo, Sezione Scuole.
Ha pubblicato poi altri due romanzi: Città d’argento (Rizzoli, 2020, vincitore del premio Il Gigante delle Langhe), una intensa storia per ragazzi e adulti sul tema dell’odio, che racconta del genocidio di Srebrenica a venticinque anni di distanza, e Quando mi riconoscerai (Rizzoli, 2018). Ha curato Ci baciamo a settembre (Rizzoli, 2020), una raccolta di racconti degli studenti durante il lockdown.
È autore anche di Insegnare non basta (Vallardi, 2020), una lettera aperta sulla scuola destinata a una ex allieva diventata prof. Con Ancora Editrice ha pubblicato Il segreto della Spada Rubina (2020), una favola per bambini sulla potenza del perdono, e La casa viola (2022), un racconto per ragazzi sulla bellezza dell’imperfezione. D
a settembre 2023 tiene rubriche sul quotidiano Avvenire, nelle quali ha parla di scuola, di educazione, di letteratura.
Grazie di aver risposto alle mie domande
Alla prossima!
Gabrio