Intervista all’autore: Luca Starita

Un saluto a tutti voi!

Oggi vi propongo l’intervista a Luca Starita che ho avuto il  piacere di conoscere domenica al “Salone del libro” di Torino. Il suo libro “La tesi dell’ippocampo” è edito da “Bookabook”

La mia recensione la potete leggere qui.

Biografia

Luca Starita nasce a Napoli nel 1988. Dopo il liceo classico a Siena si laurea in Lettere a Bologna e vive ritagli di tempo anche a Roma e a Firenze, città in cui si stabilisce definitivamente. Per questo suo continuo viaggiare, le radici, i sogni, la definizione diventano temi fondanti della sua scrittura. La tesi dell’ippocampo è il suo romanzo d’esordio.

Intervista

1 – Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro “La tesi dell’ippocampo”?

Scrivere storie è dare al mondo finali alternativi, scenari possibili e sperati. Avevo bisogno di un lieto fine e ho provato a immaginare come sarebbe stato se qualcuno avesse deciso improvvisamente di dedicare la propria vita ad impersonare il bisogno di qualcuno appena conosciuto. Con la tesi ho cercato di comprendere questa scelta e di dare a Damien l’assoluzione e una confessione sincera.

2 – Mi descriveresti il tuo libro con tre aggettivi?

Innaturale, religioso, un po’ cinico.

3 – Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?

Ho oscillato sul finale e sulla sua controparte opposta per una decina di volte, tornassi indietro forse lo cambierei, e forse lo cambierei di nuovo una volta cambiato. C’è solo una cosa successa per davvero, a chi la indovina regalerò una copia!

4 – Un pregio e un difetto del protagonista?

Talmente altruista da risultare quasi egoista. Quindi forse questo è contemporaneamente pregio e difetto.

5 – Il titolo come lo hai scelto e prima o dopo aver scritto il romanzo?

Il libro ha una focalizzazione maschile. Nonostante ci siano anche personaggi femminili (forti), è il dolore maschile che è messo in primo piano, la natura del padre. Ho scoperto, mentre scrivevo, per caso, che nei cavallucci marini è il maschio che porta a termine la gravidanza; ho voluto quindi dare all’animale una posizione di rilievo. Il termine “tesi” invece si collega al metodo che il protagonista idea per la sua vita.

6 – Puoi anticiparci se hai in progetto un altro libro?

Ho tante idee, dal cervello alla penna però, almeno per quanto mi riguarda, ne passa di tempo. Dopo la pubblicazione mi sto concentrando molto sulla lettura, appena avrò fatto un po’ di indigestione sicuramente ricomincerò a scrivere.

7 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?

 Religioso, un po’ cinico, bipolare.

8 – Per quanto riguarda libro c’è qualcosa di autobiografico o ti sei ispirato a qualcuno?

Di autobiografico ci sono solo le città, in cui ho effettivamente vissuto. C’è solo un personaggio che si ispira ad una persona realmente esistente, ed è Nadia: mi sono ispirato alla madre di un mio amore passato che all’inizio mi respingeva ma che oggi continua a scrivermi nonostante la mia storia d’amore sia finita da un bel po’ di anni.

9 – Quali sono le tue passioni?

Napoli, la letteratura omosessuale del dopoguerra, ascoltare Bon Iver.

10 – Quali sono i tuoi autori e libri preferiti: puoi citarmene un paio?

David Grossman “A un cerbiatto somiglia il mio amore” e “Che tu sia per me il coltello” e Stendhal “Il rosso e il nero”.

11 – Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?

Letto “Ulisse” di James Joyce, comprato “Sorelle Materassi” di Aldo Palazzeschi.

Grazie di aver partecipato alla mia intervista.

Alla prossima!!!

Gabrio

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