Ciao lettrici e lettori,
il protagonista dell’intervista di oggi è Ivano Ricci, autore del libro “Ventitrecinquantasette” pubblicato da “Scatole Parlanti”.
Se desiderate leggere anche la mia recensione, potete farlo cliccando qui.
Intervista
1 – Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro “Ventitrecinquantasette”?
Ho avuto l’intuizione quasi dieci anni prima di completare l’opera. Avevo già scritto le prime e le ultime righe, ma mancava il 99% del testo. L’idea era sempre nell’aria ma non si concretizzava. Avevo quasi abbandonato l’idea quando la pandemia mi è venuta in aiuto, costringendomi ad acquistare un notebook con il quale mia figlia doveva seguire le lezioni on-line. La sera me ne impossessavo e così piano piano il romanzo ha preso vita.
2 – Mi descriveresti il tuo romanzo con tre parole?
Semplice. Attuale. Spiazzante.
3 – Ci puoi indicare un pregio e un difetto di Alessandro e di Caterina?
Il pregio che li accumuna è la complicità che hanno tra loro e l’empatia che riescono a creare con ogni lettrice o lettore, il difetto, se di difetto vogliamo parlare, è la voglia di non diventare grandi. Credo che chiunque affronti la lettura del mio libro si possa identificare in uno dei protagonisti, o addirittura invidiarlo per quello che il lettore avrebbe voluto essere.
4 – Il motivo del titolo lo si scopre leggendo il libro, ne avevi altri tra i quali decidere e com’è stato scelto?
In realtà erano giorni che producevo fogli A4 pieni di titoli ma nessuno di questi mi soddisfaceva davvero. Volevo che fosse un titolo breve, al massimo di tre parole, e che fosse onomatopeico. Sono stato serate intere a cercare IL titolo, non un titolo, fino all’intuizione di ‘Ventitreecinquantasette’, che è arrivata una mattina appena sveglio e mi ha fatto buttare nel cestino ogni alternativa.
5 – Come è nata la tua passione per la scrittura?
Ovviamente è nata molto prima la passione per la lettura, sicuramente ereditata da mio padre (che senza ammetterlo sarebbe stato orgoglioso di leggere ‘Ventitreecinquantasette’). Amo leggere di tutto, dal ‘Conte di Montecristo’ a ‘Bad as I wanna be’ di D.Rodman, da ‘Cose di cosa nostra’ di G.Falcone a ‘Dico tutto’ di A.Cassano. Ad un certo punto mi sono detto: “prima o poi ci riuscirò anche io”, e così ho lanciato l’ennesima sfida a me stesso, provandola a vincere. A distanza di quasi trent’anni, oltretutto, dovevo pur prendere la mia rivincita verso la Professoressa di lettere Bertolini che mi aveva rimandato a settembre in terza e in quarta superiore, no?
6 – Scaletta sì o scaletta no e come ti sei organizzato per la stesura?
Scaletta? Cosa era costei? Come ho già detto, avevo l’inizio e la fine del libro scritti da un po’ di anni e lasciati fermi in un cassetto, mai comunque definitivamente abbandonati. Così, da buon autodidatta, ho riaperto quel cassetto, ho sbirciato qua e là in rete e ci ho provato. Senza aiuti da parte di nessuno ho completato l’opera in poco meno di sei mesi e l’ho proposta a una ventina di case editrici.
7 – Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?
Ho cercato di realizzare l’opera senza sbandierarla molto, quasi sottotraccia, tra i ritagli di tempo che riuscivo a dedicarmi. Quasi tutti i nomi dei protagonisti sono frutto della fantasia di mia figlia Ginevra. Forse l’aneddoto più strano riguarda l’incontro, anzi, il rincontro con BoB Marongiu, l’autore della copertina di ‘Ventitreecinquantasette’, avvenuto in una spiaggia dell’oristanese mentre io stavo giocando a biglie con mio figlio Gregorio e lui stava pedalando sulla battigia con una strana bici.
Erano quasi cinque anni che non ci vedevamo, ci siamo sorprendentemente e piacevolmente rivisti e dopo due minuti eravamo a prendere l’aperitivo con le famiglie. Gli ho anticipato che stavo terminando un romanzo e che lui sarebbe stato l’autore della copertina! E’ rimasto praticamente spiazzato, nonché scettico e titubante finché non l’ho coinvolto nel progetto inviandoli quasi quaranta file audio tramite WhatsApp contenenti l’anteprima del libro. Talmente gli è piaciuto che neanche quarantott’ore dopo la prima copertina era pronta!
8 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?
Fantasioso, viaggiatore e curioso.
9 – Quali sono le tue passioni e hobby?
Amo molto lo sport, in qualunque forma, e praticarlo quando è possibile. Ho giocato molti anni a calcio e ora mi diletto allenando bimbi. Mi piace disegnare, leggere, scrivere (nel frattempo sto realizzando il seguito del romanzo) e viaggiare, che personalmente considero la migliore forma di apprendimento possibile, per qualsiasi età.
10 – Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?
L’ultimo acquisto è stato ‘Anna’ di Niccolò Ammaniti, che mi ha in parte deluso. Dopo aver letto tutta la biografia di Ammaniti ed essere rimasto folgorato da ‘Ti prendo e ti porto via’ credo che niente potrà avvicinarsi a tanto. L’ultimo volume letto invece, a voce alta ai miei figli prima di addormentarsi, è stato ‘Per questo mi chiamo Giovanni’ di Luigi Garlando, un meraviglioso libro che parla in maniera fresca e scorrevole di un argomento pesante e importante come la mafia, arrivando in maniera perfetta al lettore.
Biografia
Ivano Ricci è l’autore di questo racconto. Nasce a Firenze il 7 dicembre 1973 e cresce nel comune di Fiesole, alternando gli scarsi successi calcistici allo studio, grazie al quale si diploma ragioniere programmatore. Tornato dal servizio militare inizia il lavoro di impiegato ma grazie poi a un concorso diventa Agente di Polizia Municipale, vive per sette anni a Reggio Emilia ma il richiamo della sua amata Toscana lo riporterà ad Empoli, dove nel frattempo si sposa.
Il suo amore per la lettura nasce appassionandosi alla storia e ai crimini di guerra commessi dai regimi durante la Seconda guerra mondiale. Inizia a divorare qualsiasi genere letterario e nel frattempo si appassiona alla scrittura, dedicandosi a questa sua opera prima dopo aver scoperto che era troppo lento per dedicarsi ai 100 metri, non aveva il phisique du role per bussare alle porte di Hollywood, le sue corde vocali non gli avrebbero aperto le porte dell’Ariston a Sanremo e non avrebbe trovato posto a bordo della prossima missione NASA perché soffriva di vertigini. Così è nato VENTITREECINQUANTASETTE.
Grazie di aver risposto alle mie domande!
Alla prossima
Gabrio
Comments
Ivano Ricci
Grazie, per questo inaspettato riconoscimento.
Ginevra ricci
Bravoooooo!!!!!!!😄 Bellissimo libro, complimenti! Consiglio vivamente "VENTITREECINQUANTASETTE“, compratelo! 😄😃😃😄😲