Ciao a tutti,
oggi voglio proporvi l’intervista con la scrittrice Ivana Salvemini, autrice del libro “L’amore è la risposta” edito da “L’erudita”
Biografia
Ivana Salvemini è nata nel 1973 a Bari, dove vive.
Avvocato.
Questo è il suo primo romanzo.
Intervista
1 – Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro “L’amore è la risposta”?
L’amore è la riposta è nato dall’esigenza di scrivere per raccontare, è vero, ma la scrittura è per me stratiforme, io scrivo per divertirmi nel farlo, nello scegliere le tecniche, la struttura, lo scheletro di un romanzo, sì, ma scrivo per denunciare. E’ il mio modo di guardare la società, per descriverla, per cercare di capirla.
È un modo per volgere lo sguardo alle vite degli altri, che non significa curiosità, ma cura per l’altro. Interesse. Io sono interessata alla tua vita. Sei felice, oppure no? Vedere le cose con gli occhi degli altri è fondamentale anche per la vita insieme. Il cambio di prospettiva è fondamentale, in democrazia, in amore, nel lavoro. Ovunque.
È il mio modo di osservare l’umano. Come si fa a scrivere senza voler urlare qualcosa? Ci sono tantissime cose per cui urlare, scegli tu: il lavoro, i diritti umani, i rapporti tra le persone, il rispetto, l’amore, il diritto di scegliere chi amare e chi no, sembra ormai che le donne non abbiano più diritto di scelta. Quante donne sono state assassinate per aver detto no, non ti amo più? Ti sembra che si possa restare in silenzio dinanzi ad una simile tragedia?
E’ la mia prima volta, è vero, ma quante cose si possono fare nello scrivere “semplicemente” una storia.
2 – Come mai la scelta di inserire testi di canzoni?
Sono nata e cresciuta in una casa dove la musica era sempre presente. E ho imparato ad ascoltarla. E poi la musica, come la poesia, ha una identità doppia. È universale ma è soggettiva. Piace a molti, ma ciascuno ci trova qualcosa che lo colpisce in particolare. Come i versi di Cesare Pavese che attraversano il capitolo di Rinaldi. Io ci ho letto il mio dolore, Rinaldi il proprio. Chi lo leggerà riconoscerà qualcosa di profondamente intimo, che nessuno di noi altri saprà mai.
E poi non posso nascondere l’influenza che il cinema ha avuto sulla mia scrittura, tanto da aver immaginato un libro con una colonna sonora.
3 – Mi descriveresti il tuo libro con tre aggettivi?
Neorealistico, non mi sono volutamente staccata dalla realtà che mi circonda, ho tentato di riportare i suoni, i colori, i rumori delle strade della mia città, Bari, personaggio fantasma, ma fantasma solo perché non ha un capitolo a sé intitolato. È la scena, è il luogo dove tutto si svolge. La scelta del registro verbale del primo capitolo è chiarissima. Vito non ha studiato, parla male. Se avessi scelto di scrivere in italiano corretto non avrei trasposto correttamente la sua identità. Vito parla barese, pensa barese, non conosce la sintassi. L’avrei tradito se lo avessi fatto parlare in maniera corretta.
Duro. Non ci sono filtri. Eufemismi di sorta.
Pieno di speranza. L’amore deve avere la speranza dentro di sé. E la gioia. L’empatia.
4 – Quale parte ti ha emozionato maggiormente durante la stesura?
Rinaldi è il capitolo nel quale ho riversato sentimenti forti, nel quale ho tirato fuori un dolore grandissimo e l’ho lasciato descrivere a lui, al Professor Rinaldi. Ma allo stesso tempo, poiché l’amore è speranza e gioia, descrivere il rapporto, l’amore verso i miei figli e l’uomo che amo, è stato catartico e bellissimo.
5 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?
Io sono l’entusiasmo, la trasparenza, la gioia, ma sono la notte, la forza e la fragilità.
6 – Puoi anticiparci se hai in progetto un altro libro?
Ora che ho cominciato a scrivere, non mi fermo più! Ho terminato il secondo libro e sto lavorando ad un terzo manoscritto.
7 – Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?
È bellissimo il legame che si crea con chi lo legge, tutti quelli che hanno potuto, mi hanno scritto non appena lo hanno terminato, per raccontarmi le loro sensazioni, le loro emozioni, il loro punto di vista. E poi in molti, quasi tutti quelli che non mi conoscono bene o non mi conoscono affatto, mi hanno chiesto se fosse autobiografico, e posso dirlo ad un pubblico più ampio, adesso, no, non lo è.
8 – Oltre alla scrittura quali sono le altre tue passioni?
La lettura, ovviamente, e come potrebbe essere altrimenti? Si scrive perché si legge. Mi piace viaggiare, tantissimo, essere una viaggiatrice e non una turista è quello che mi sono sempre prefissa prima di un viaggio. E poi mi piace correre, tantissime pagine del mio libro sono nate durante una corsa!
9 – Quali sono i tuoi autori e libri preferiti: puoi citarmene un paio?
Non amo le classifiche, quindi assolutamente in ordine sparso e assolutamente non esauriente: Haruki Murakami (vabbè, sparso, ma fino ad un certo punto!) e Jane Austen, Amelie Nothomb, Charlotte Brontë e Banana Yoshimoto. Pavese, difficile per me non piangere mentre lo leggo, impossibile, direi. Autrici ed autori che prendi in mano e non molli più, neanche per cuocere le pasta! Camilleri, Ammaniti. Mi piace Fred Vargas, un’altra di quelle che cominci e non molli più. E la Rowling. Ogni volta che penso alla parola “Always” , ovvero “per sempre” mi si riempiono gli occhi di lacrime.
10 – Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?
Sto leggendo “Asimettria” di Lisa Halliday, un esordio importante, ma ho già in mano “W o il Ricordo d’infanzia” di George Perec, un libro con una struttura davvero particolare e che non vedo l’ora di leggere.
Grazie di aver risposto alle mie domande.
A presto
Gabrio