Intervista all’autore: Gianmario Sacco

Ciao lettrici e ciao lettori,

questa settimana il protagonista dell’intervista è Gianmario Sacco, autore del libro “America Piccola” pubblicato da “Scatole Parlanti”.

Vi invito a recuperare anche la mia intervista: potete cliccare tranquillamente qui.

Intervista

1 – Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro “America Piccola”?

Cercavo una storia, molto semplicemente. Amo leggerle, raccontarle, ascoltarle. Ho pensato che quella storia, per le assonanze con un periodo particolare come quello del primo lockdown da COVID,  potesse essere interessante da sviluppare. La storia che racconto è ambientata nell’immediato secondo dopoguerra, periodo di stenti, di fatica e di compromessi obbligati, oltre che di scelte imposte da eventi catastrofici, così come è stato per l’epidemia da covid 19.

2 – Mi descriveresti il tuo romanzo con tre aggettivi?

Non ho paura di definirlo drammatico, complesso, a tratti disperato.  Sono questi i tratti di un momento storico che desideravo raccontare agli altri e, in qualche modo, raccontare a me stesso.

3 – Un pregio e un difetto di Pino Bonvissuto?

L’epoca che ha vissuto Pino non prevedeva grosse possibilità di scegliere con libertà e coscienza. Posso riconoscergli il pregio di aver provato a cambiare rotta: difficile trovare difetti per chi, come lui, ha dovuto vivere all’ombra di un Male da cui nessuno quasi poteva nascondersi.

4 – Una particolarità del libro che ritieni importante e a cui tieni?

Tengo molto alla copertina che Scatole Parlanti ha acconsentito a far realizzare “su misura” di  America Piccola, e tengo moltissimo alla dedica che ho ritenuto di fare a mio figlio Mario (che oggi ha quasi 6 anni), nella speranza che possa appassionarsi alla lettura e che possa avere voglia di leggere proprio il mio di libro.

5 – Come è avvenuta la scelta del titolo e della bellissima copertina?

Il titolo è indicativo delle immagini e dei colori di quel periodo. Pur non avendolo vissuto in prima persona le strade del paese che racconto erano “invase” da divise militari americane, che trasformano i colori stessi dei quartieri, traducendoli in una vera e propria “Piccola America”. C’è poi un riferimento chiaro alla mia città, Termini Imerese, che fu considerata negli in Sicilia meta commerciale importante: tanta era la fortuna di chi avviava commerci e attività, che spesso il mio paese veniva definito “America nica” (America piccola). La copertina invece è il regalo di una bravissima artista bagherese, che ha saputo cogliere il senso, i colori e le sensazioni di stento e di rassegnazione che intendevo raccontare, traducendole in una splendida opera.

6 – Quale aneddoto ricordi circa  il tuo libro?

Più che un aneddoto mi piace ricordare le fasi di preparazione del libro, tutte le domeniche mattina che ho passato con mio padre in giro per i vicoli del quartiere della nostra città, ascoltando i suoi racconti e i suoi ricordi da bambino. E’ stato un modo per riappacificarmi con un passato che non ho vissuto, ma del quale in qualche modo avevo sete. La scrittura, alla fine, per me questo rappresenta:  il modo migliore di stare soli e di fare pace col proprio passato.

7 – Ci puoi raccontare un po’ di Monbrugone il paese in cui è ambientata la storia?

Monbrugone  è la sintesi di mille borgate, che hanno vissuto in quegli anni immerse in un sentimento di omertà, di paura e di compromesso: tutti aspetti necessari alla sopravvivenza di intere famiglie.  Un paesino come tanti di una Sicilia complessa, tenuta in scacco da una mafia mascherata, celata dietro una falsa pietà; un quartiere difficile, dove tutti sanno tutto, dove ognuno ha la propria versione della verità, dove il compromesso morale e il patto con la malavita sono spesso taciti e obbligati. Un paese piegato in due, sottomesso alle dominazioni delle cosche locali, agli stenti del secondo conflitto mondiale e alla pacifica invasione delle truppe di liberazione.

8 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?

Credo sia la più difficile delle domande cui devo rispondere. Se proprio devo: sognatore, ipersensibile, innamorato (della vita e delle persone che amo, in ogni sua/loro sfaccettatura).

9 – Quali sono le tue passioni e hobby?

Amo lo sport, le lunghe passeggiate in natura, che spesso condivido con la mia compagna. Amo viaggiare, quando è possibile. Ma più di ogni cosa, amo le storie: scriverle… è il momento massimo della loro espressione.

10 – Infine una curiosità: qual è stato l’ultimo libro che hai comprato e/o letto?

“Le tre del mattino” di Gianrico Carofiglio.  Capolavoro totale, per quanto mi riguarda.

Adesso leggo “La felicità fa parecchio rumore” del mio amico Sandro Bonvissuto

Biografia

Nato a Petralia Sottana (PA), il 26/08/1983, vivo e lavoro a Termini Imerese (PA)-

Acquisita la maturità scientifica, mi dedicavo a esperienze di lavoro all’estero e in Italia (Monaco di Baviera, Roma, Torino, Milano, Siracusa), prima di intraprendere l’attività formativa professionale nel settore dei servizi ambientali e della gestione dei rifiuti, con particolare riferimento alla gestione dell’autotrasporto di rifiuti.

Nel giugno del 2017 nasce mio figlio Mario.

America Piccola, edito da Scatole Parlanti, gruppo Utterson, è il mio primo libro.

Grazie di aver risposto alle mie domande!
Alla prossima.

Gabrio

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