Buongiorno a tutti,
vi propongo l’intervista a Gianluca Pietrosanti, autore del libro “Tutte le sfumature del mondo”?
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Biografia
Gianluca Pietrosanti (Latina, 1991) ha cominciato a scrivere all’età di 12 anni e da allora non ha più smesso. Durante gli anni di studi presso il liceo classico e la facoltà di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, dove consegue la laurea magistrale con lode, coltiva il suo amore per la scrittura sia privatamente sia collaborando con una testata giornalistica giungendo ad ottenere il tesserino da giornalista pubblicista.
Autore di numerosi scritti (testi di canzoni, poesie, racconti brevi) è con il suo primo romanzo che decide di tentare la strada della pubblicazione. Assiduo viaggiatore alla ricerca di nuovi luoghi o atmosfere e affetto da un disturbo d’ansia che lo costringe ad entrare in terapia per lungo tempo, in questo romanzo ha cercato di unire due degli aspetti più presenti della sua vita: il viaggio e la scoperta di se stessi.
Intervista
1 – Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro “Tutte le sfumature del mondo”?
Semplicemente amo scrivere! Da che abbia memoria ho sempre messo nero su bianco qualsiasi cosa mi sia passata per la testa. Inizialmente scrivevo canzoni, poi sono passato alle poesie e alla fine ai racconti brevi. Quindi un giorno mi sono detto “sai cosa, perchè non provare a scrivere un romanzo?”, e così è nato tutto.
E’ stata un po’ una sfida personale, volevo vedere se fossi stato in grado di elaborare una storia coerente e credibile e così ho iniziato a buttare giù una prima scaletta e le biografie dei personaggi. Da lì in poi mi sono appassionato così tanto a questo progetto che il resto è venuto da sé.
2 – Mi descriveresti il tuo libro con tre aggettivi?
Se dovessi usare tre aggettivi penso che lo definirei riflessivo, pungente e leggero. Volevo creare qualcosa che inducesse alla riflessione e a guardarsi dentro ma senza appesantire il lettore sul lato narrativo o stilistico.
3 – Un pregio e un difetto di Patrick e di Lucy?
Un pregio di Patrick è certamente il pragmatismo. E’ un uomo che ragiona per obiettivi, li pianifica, si organizza minuziosamente e fa tutto il necessario per raggiungerli. Questo però contribuisce anche al suo peggior difetto, cioè l’incapacità di vivere la vita senza pianificarla nei minimi dettagli. Credo che la vita vada vissuta anche alla giornata, sentendosi liberi e dandosi la possibilità di fermarsi, ascoltarsi e se necessario invertire la rotta. Patrick non si è mai dato queste libertà ed è finito per smarrire la propria strada.
Lucy invece è il suo opposto. Il suo miglior pregio è sicuramente quello di sapersi ascoltare dandosi la totale libertà in ogni scelta della vita. Lucy è una donna che vive ogni giorno ascoltando il suo cuore e i suoi impulsi più profondi, senza lasciarsi ingabbiare da schemi o programmi di sorta. Vive come vuol vivere e fa quel che sente di fare. Il peggior difetto è l’inaffidabilità. Lo spirito libero di questa donna e il suo vivere la vita seguendo solo l’istinto finirà infatti per renderla inaffidabile non solo per gli altri ma anche per se stessa.
4 – Quali sensazioni hai provato durante la stesura?
Ne ho provate a centinaia. Ho scritto questo romanzo in un periodo molto complesso della mia vita, in cui c’erano cose da sistemare, punti interrogativi e questioni insolute. Confesso che attraverso la storia di Patrick ed i suoi pensieri ho buttato fuori cose che avevo dentro da tempo e che spingevano per uscire. Il senso di liberazione e di serenità sono state sicuramente le due sensazioni più tangibili durante la stesura.
Infine aggiungerei un forte stimolo verso il coraggio e la speranza: se quell’uomo ha trovato la forza per affrontare quel tipo di cammino e nel farlo ha visto riaccendersi la fiducia verso la propria vita, chi ero io per non riuscire a fare altrettanto?
5 – Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?
Ce ne sono molti in realtà ma se ne devo scegliere uno direi quello legato alla copertina perchè le due persone raffigurate siamo io e Alessia, la mia fidanzata. Nel tempo libero mi diletto nella fotografia e quella sera avevo portato la macchina con me per esercitarmi negli scatti notturni. Così avevo provato anche a farne un paio a noi due con l’autoscatto per vedere cosa sarebbe uscito fuori.
Quella fotografia, anche leggermente mossa a dirla tutta, mi ha sempre strappato un sorriso perchè la lego ad un momento felice e divertente allo stesso tempo visto che faceva freddissimo, tirava vento e noi dovevamo restare immobili per 30 secondi per non uscire mossi. Alla fine abbiamo riso e tremato tanto da non esserci riusciti, ma credo sia bella proprio per quello. Quando terminai il manoscritto lo diedi ad Alessia per farglielo leggere per prima e pochi giorni dopo me lo riportò con questa foto in copertina con le scritte e tutto il resto. Mi piacque così tanto che la proposi come copertina anche all’editore che si è dimostrato più che favorevole all’idea di utilizzare proprio quella foto.
6 – Come è nata la tua passione per la scrittura?
Sinceramente non ricordo, so solo che ho sempre avvertito l’esigenza di buttare su un foglio quel che pensavo. Alle elementari tenevo un diario segreto che aggiornavo quasi tutti i giorni, poi con le canzoni i miei pensieri e le mie parole hanno cominciato pian piano ad aprirsi al mondo esterno.
In fondo ho sempre preferito la parola scritta a quella detta perché la ritengo più riflessiva, più pesata. Come diceva Nanni Moretti “le parole sono importanti” quindi mi è sempre piaciuto avere la possibilità, attraverso la scrittura, di dare grande significato ad ogni parola.
7 – Puoi anticiparci se hai in progetto un altro libro?
Assolutamente si. Ora come ora mi sto cimentando nella scrittura di una sceneggiatura a quattro mani con Simone, un caro amico. E’ una storia di redenzione e perdono di se stessi che spero possa finire presto su uno schermo!
Intanto ho già la bozza di un nuovo romanzo e spero di poter cominciare quanto prima. Tratterà un tema che mi ha toccato molto da vicino che è quello dell’ansia. Mi piacerebbe riuscire a creare qualcosa che sappia aiutare sia coloro che ne sono prigionieri, sia coloro che gli gravitano attorno.
8 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?
Sognatore, pragmatico e riflessivo. E credo che alla luce di questa risposta si possa capire quanto c’è di me nel libro. (ride)
9 – Quali sono i tuoi autori e libri preferiti: puoi citarmene un paio?
I due autori che porto nel cuore sono sicuramente J.K. Rowling per quel che riguarda la mia infanzia e Charles Bukowski per la mia vita adulta. La prima mi ha cresciuto, ho letto almeno 3 volte l’intera saga di Harry Potter e non nego che ha contribuito ad insegnarmi i valori fondamentali della vita come la lealtà, l’amicizia, l’importanza della famiglia. Il secondo mi ha insegnato il cinismo, a guardare la vita per quel che è togliendole quel velo illusorio fatto di merletti e paillettes.
10 – Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?
Fight Club di Chuck Palahniuk, che tu ci creda o no non ho ancora letto il libro di uno dei miei film preferiti! (ride)
Ti ringrazio di aver riposto alle mie domande
Ciao
Gabrio