Buongiorno a tutti voi lettrici e lettori
Qui sotto una nuova intervista. Il protagonista è Flavio Ignelzi, autore del libro “Loro sono Caino” edito “Augh! Edizioni”
Se volete potete anche leggere la mia recensione che trovate cliccando qui.
Biografia
Flavio Ignelzi è nato a Benevento, ma vive a Caserta. Ha scritto di musica per “Salad Days Magazine”, su carta e sul web. È un amante della narrativa breve. Suoi racconti sono apparsi in “Verde Rivista”, “Cadillac”, “CrapulaClub”, “Spaghetti Writers”, “L’Inquieto”, “Carie”, “Squadernauti”, “Stanza 251”, “Lahar”, “Antimateria”, “Grado Zero” e in diverse antologie. Ha curato le tre raccolte “Oschi Loschi”, selezioni di narrativa sannita contemporanea. Ha esordito con il romanzo “Loro sono Caino” (Augh! Edizioni), a cui è seguita la raccolta di racconti “I punti in cui scavare” (Alessandro Polidoro Editore).
Intervista
1 – Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro “Loro sono Caino”
Nasce dalla consapevolezza che la violenza si assomiglia tutta, possiede una radice comune anche se si declina in modi diversi. L’idea era quella di confrontare quella generata dal singolo individuo (come la violenza sulle donne) a quella generata dalle masse (come i processi sommari a cui si assiste spesso), entrambe ugualmente devastanti.
2 – Mi descriveresti il tuo libro con tre aggettivi?
Oscuro, imprevedibile, apocalittico.
3 – Quale personaggio ti ha dato maggiori soddisfazioni?
Di certo la protagonista, che nel romanzo non ha un nome. Ho ricevuto molti risconti positivi sulla sua caratterizzazione, definita genuina e intensa, e anche sulle scene di sesso, per le quali molte donne si sono meravigliate: mi è stato detto che non sembravano scritte da un uomo.
4 – Dove hai trovato ispirazione per questo tuo libro noir e misto gotico?
Sono originario di un paesino dell’interno, in cui resistono climi nebbiosi, tradizioni rurali e anche qualche superstizione. In maniera involontaria il romanzo si è ritrovato a percorrere questo solco già tracciato nella mia mente.
5 – So che sei un amante della narrativa breve, da cosa nasce questa preferenza?
Penso che scrivere racconti sia difficilissimo. La forma breve permette di mettersi in gioco, di sperimentare e osare. Ho iniziato ad apprezzarli da ragazzino, con le raccolte di King, poi è arrivata “Gioventù cannibale” e le altre antologie italiane, il web e le riviste letterarie che oggi offrono qualità elevatissima a portata di click.
6 – Puoi anticiparci se hai in progetto un altro libro?
Da poco è uscito “I punti in cui scavare” per i tipi della Alessandro Polidoro Editore, raccolta di racconti che mette insieme il meglio di quelli pubblicati sulle riviste letterarie a una serie di inediti. Per il secondo romanzo è ancora presto, ho delle idee ma devo ancora metterle a fuoco. Tuttavia sono sicuro di sapere cosa scrivere: voglio raccontare le ultime ore di agonia della razza umana.
7 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?
Ansioso, sensibile, quadrato.
8 – Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?
“Loro sono Caino” ha una struttura particolare, con flashback e linee temporali diverse. Per schematizzarla ho utilizzato un foglio di calcolo, assecondando la mia forma mentis ingegneristica.
9 – Quali sono i tuoi autori e libri preferiti: puoi citarmene un paio?
I primi nomi che mi vengono in mente: “Hey Nostradamus” di Coupland, “Ninna nanna” di Palahniuk, “La vita umana sul pianeta Terra” di Genna, “Il superstite” di Governi, “Beverly” di Drnaso, “Sonnambulo e altre storie” di Tomine.
10 – Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?
Leggo sempre almeno un paio di libri in contemporanea. In questo momento sto leggendo “Viscere” di Amelia Gray e “Il commensale” di Gabriela Ybarra.
Ti ringrazio molto di aver partecipato all’intervista
A presto
Gabrio