Buongiorno lettrici e lettori,
il protagonista dell’intervista di oggi è Antonio Lidonnici, autore del libro “L’ombra del glicine” pubblicato dalla casa editrice “Edizioni Effetto”.
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Intervista
1 – Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro “L’ ombra del glicine” che è tratto da una storia vera?
Stavo frequentando un corso di scrittura creativa e il docente, una sera, ci disse: “prima di scervellarvi per trovare una storia originale, guardatevi intorno…”. Il giorno dopo conobbi per caso Claudia. Dopo poco, nacque la prima bozza dell’Ombra del Glicine.
2 – Mi descriveresti il tuo romanzo con tre aggettivi?
Tagliente, profondo, nudo.
3 – Un pregio e un difetto di Claudia e di Alfio?
Claudia: pregio -> capacità di adattamento, difetto -> impulsiva
Alfio: pregio ->carisma, difetto -> egoismo
4 – Quali sensazioni hai provato durante la stesura?
Ho iniziato con una profonda voglia di raccontare, di far conoscere la storia. Poi, più mi addentravo nella trama, più saliva l’ansia. Alcuni capitoli ho faticato a scriverli, non lo nascondo, ma erano fondamentali per il proseguimento della storia. Nel punto più “basso” della protagonista, mi sono sentito come in fondo al mare: in apnea. Avevo bisogno di risalire in superficie. Ricordo perfettamente l’istante in cui ho scritto la parola FINE.
5 – Quanto hai impiegato a scrivere il libro e hai avuto ogni tanto qualche dubbio o difficoltà?
Scrivendo di notte, dovendo comunque gestire anche un aspetto legale della vicenda, correggendo nomi e luoghi così da tutelare tutti, la stesura del romanzo ha richiesto più di tre anni. I dubbi, ciclicamente, tornavano a galla, così come le difficoltà: diverse volte mi sono chiesto se potesse avere senso raccontare una storia vera: solo il riscontro del pubblico mi ha dato poi ragione. Per ogni dubbio emerso durante la stesura ringrazierò sempre Sergio Badino, autore e sceneggiatore genovese che mi ha seguito per tutto il periodo ascoltando ogni mio dubbio.
6 – C’è un messaggio in particolare che vorresti arrivasse a chi lo legge?
I media ci hanno insegnato che le vittime di violenza sono soggetti passivi da ascoltare e compatire. Mi fa rabbia vedere i salotti tivù affollati di “esperti”, tutti uomini e nessuno mai direttamente coinvolto, mentre la vittima deve stare in un angolo, magari con l’identità oscurata, ad ascoltare e annuire senza poter intervenire, quando invece dovrebbe essere la prima persona, se non l’unica, legittimamente deputata a dire la sua.
Ho provato quindi a “smontare” questo cliché dando un ruolo attivo alla vittima, perché sono convinto che se in questi casi, pur comprendendo il dolore e la sofferenza della persona, si trovasse il modo di renderla partecipe della sua rinascita, sarebbe meglio per tutti. Se passasse questo messaggio, se l’Ombra del Glicine diventasse il manifesto di un messaggio, ne sarei contento. Per Claudia, e per quante come lei oggi non hanno ancora voce.
7 – Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?
Non esiste alcun personaggio di fantasia. Tutti gli attori sono persone che fanno parte della mia vita o che ho conosciuto per caso. Una su tutte, James. Una sera, stavamo festeggiando il compleanno di mia moglie nei vicoli, e mi aveva colpito questa figura slanciata con la borsa di pelle che stava fuori dal pub con la birra in mano.
Attraverso la vetrina guardava chi, come noi, stava dentro a bere. Finiva una birra, la buttava nel cestino, entrava per prenderne un’altra, usciva e si rimetteva nella stessa identica posizione, con il piede appoggiato contro il muro. Alla quarta birra sono uscito e gli ho chiesto chi fosse. Così è nato James.
8 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?
Testardo, responsabile, passionale.
9 – Quali sono le tue passioni e hobby?
Oltre alla scrittura e alla lettura, indubbiamente la cucina. Amo cucinare per gli altri.
10 – Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?
Un conto aperto con la morte – Bruno Morchio
Biografia
Nasco a Cariati (in provincia di Cosenza) il 23 Gennaio 1984. L’ adolescenza trascorre rimbalzando tra la passione di mio padre per il calcio e quella di mia madre per la letteratura italiana (complice il suo essere insegnante di italiano, sicuramente) che fin dalle scuole elementari mi chiedeva di scrivere dei piccoli racconti per mia sorella per farmi esercitare con la grammatica. Raggiunta la maturità, almeno anagrafica, vince la passione per i libri. Ho sempre scritto, più per me stesso che per gli altri, racconti brevi, riflessioni.
Solo alla soglia dei trent’anni, ho voluto dare una forma più concreta a questa passione. Ho iniziato a frequentare corsi di scrittura, seminari, ho letto tantissimi manuali. Nel 2010 mi trasferisco a Genova per lavoro e per amore, quindi renderla l’ambiente dove si muovono i protagonisti del mio romanzo d’esordio (l’ombra del glicine) e in generale ogni mia storia, è un gesto dovuto.
La mia prima lettrice e beta-reader è mia moglie Valentina, a cui tra l’altro propino ogni mia idea a qualsiasi ora del giorno e, soprattutto, della notte. A lei ho raccontato la storia di Claudia, la protagonista del mio romanzo d’esordio (l’ombra del glicine – Edizioni Effetto) prima che a Sergio Badino, autore e sceneggiatore di nota fama che ha accettato di seguirmi in questo progetto durato quasi cinque anni.
Flavio Passi e Giulia Consolandi, della casa editrice Edizioni Effetto, sono le due persone che hanno dato forma alla storia di Claudia (e, prossimamente, ad un nuovo noir).
Grazie di aver risposto alle mie domande
Ciao
Gabrio