Buongiorno lettrici e lettori !!!
Eccomi pronto a proporvi una nuova intervista. Il protagonista di questa volta è Alessio Cuffaro, autore del libro “Nessuna ragione al mondo” edito da “Elliot Edizioni”.
Se volete, potete leggere la mia recensione cliccando qui.
Intervista
1 – Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro “Nessuna ragione al mondo”?
Per scrivere ho bisogno di una suggestione molto forte e poi che questa suggestione sia abbastanza solida da reggere il peso di una trama che ci costruisco sopra. Una sera, a cena con amici, si parlava della storia di un libraio torinese scomparso, e ricordo di essermi estraniato dal gruppo e di essermi chiesto: e se il suo nome non fosse stato quello e adesso girasse sereno tra la gente con il suo vero nome? In qualche modo finisco sempre per raccontare storie di impostura, anche il primo romanzo ne parlava. Mi piace l’idea che qualcuno possa trovare il coraggio di portare la narrazione a un livello superiore, di farla diventare vita vissuta.
2 – Mi descriveresti il tuo libro con tre aggettivi?
Ti posso elencare gli aggettivi che vorrei i lettori usassero per definire il mio romanzo, ma non è affatto detto che coincidano con quelli che userebbero spontaneamente: avvincente, profondo, commovente.
3 – Puoi indicare un pregio e un difetto di Sergio ed Andrea?
No, mi pare abbia poco senso la domanda. Solo un pregio? Solo un difetto? Sono personaggi, e (mi si perdoni l’assenza di modestia a riguardo) sono ben costruiti; questo fa sì che siano pieni di innumerevoli difetti e pregi e di quella materia comportamentale difficile da categorizzare che è pregio e difetto insieme, e che alla fine è il vivere, il barcamenarsi, il farla franca, il provare a dormire la notte.
4 – Quale messaggio vorresti arrivasse per primo ai tuoi lettori dal tuo libro?
Che bisogna trovare il coraggio di vivere quanta più vita autentica riusciamo, che dobbiamo profanare scientemente la nostra reputazione, pagare il prezzo sociale che questo comporta, e poi, finalmente, vivere liberi!
5 – La copertina, secondo me, è meravigliosa: ce ne parli?
Con l’editore abbiamo valutato tante immagini, ognuna coglieva un elemento del romanzo, ma nessuna rendeva davvero giustizia. C’erano tatuaggi, perché il tatuaggio è un elemento fondamentale del romanzo, ma non è tutto il romanzo. C’erano due amici, perché l’amicizia è uno dei temi predominanti, ma di nuovo non è tutto il romanzo. E così via. Finché sfogliando rassegnati dei cataloghi fotografici non siamo finiti su questa foto. A quel punto non abbiamo avuto dubbi: quello sguardo rivolto al cielo (al destino o a Dio, scelga il lettore) è una richiesta di senso. Sembra chiedere: qual è la nostra ragione al mondo?
6 – Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?
Ce ne sono diversi. Te ne racconto due. Nel romanzo viene descritta una chiesa semi interrata. Quella chiesa era l’ambientazione di una scena madre del mio primissimo tentativo di romanzo. Io avevo vent’anni, ed ero un ragazzo sano, il che significa che avevo più voglia di far casino che di scrivere. Per questa ragione, com’è ovvio, quel primo tentativo risultò pessimo.
Anni dopo ho cercato di recuperare la chiesa ne “La distrazione di Dio”, ma la trama non voleva accoglierla. Questa volta ce l’ho fatta. Il romanzo doveva uscire ad aprile del 2020, poi la pandemia ci ha costretti a bloccarlo per un anno. Nella prima versione ringraziavo il maestro Ezio Bosso per avermi suggestionato con la sua musica. Avrei tanto voluto che lo leggesse, ma è morto in quel maledetto 2020 che abbiamo alle spalle. A quel punto ho chiesto di poter cambiare la pagina dei ringraziamenti. Non avrei sopportato che il libro lo ringraziasse al tempo presente. Il tempo in musica è tutto.
7 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?
Mi guardo bene dal farlo. Pensaci bene: a che servirebbe? Se è a favore del lettore, allora no, grazie. Perché il lettore non deve tenere in minimo conto l’autore. Quello che conta è l’opera. Siamo schiacciati da una produzione editoriale indegna che dà alla luce libri di persone che devono la loro fama a ciò che hanno fatto lontano dalla pagina. Libri che non valgono gli alberi abbattuti per stamparli e che stanno rovinando il gesto della lettura a migliaia di lettori che credono che quel niente sia la “letteratura”. E poi sarebbe finto da morire. Finirei per usare aggettivi di plastica, non troppo positivi, non fosse mai che io sembri immodesto, ma neanche troppo negativi, alla fine siam qui per vanità, col cavolo che parlo male di me stesso.
8 – Puoi anticiparci se hai in progetto un altro libro?
C’è un’idea su cui ragiono da un anno ormai. Non ho ancora scritto una riga, ma è lì che lavora in sordina, che chiede attenzione. Quando avrò finito di presentare questo romanzo, di incontrare i lettori, allora le darò lo spazio che merita. Speriamo sia robusta, speriamo sia fertile.
9 – Quali sono i tuoi autori e libri preferiti: puoi citarmene un paio?
Sono tanti. Molti diventano il soggetto di video divulgativi che pubblico sul mio canale youtube o che uso come base per le mie docenze alla Scuola Holden. Ti cito qualche vivente: J.R. Moehringer, Javier Cercas, Emmanuel Carrere, Sandro Veronesi, Milena Agus. Ma non dimentichiamoci degli sceneggiatori: Aaron Sorkin, Xavier Dolan.
10 – Infine una curiosità: qual è stato l’ultimo libro che hai comprato e/o letto?
Ne compro tanti, altri me li mandano in valutazione. Lasciamo stare il possesso materiale, quello conta poco. Sto leggendo un saggio su Silvio D’Arzo. Era uno dei grandi della nostra letteratura, ma è scomparso giovanissimo lasciandoci un racconto meraviglioso: “Casa d’altri”. E poi non vedo l’ora di leggere “Contro l’impegno” di Walter Siti.
Biografia
Alessio Cuffaro è nato a Palermo nel 1975, vive e lavora a Torino. Insegna Struttura del romanzo alla Scuola Holden, è autore di “La distrazione di Dio” – Autori Riuniti 2016 e “Nessuna ragione al mondo” – Elliot edizioni 2021. Si occupa di divulgazione letteraria sui social. È tra i fondatori della casa editrice Autori Riuniti.
Grazie mille !
Alla prossima
Gabrio