Titolo: In un mare senza blu
Autore: Francesco Paolo Oreste
Editore: iDobloni del Covo della Ladra
Collana: iDobloni Enigmi
Pagine: 223
Prezzo: € 14,90
Uscita: 12 marzo 2024
Recensione
“iDobloni del Covo della Ladra”, tra i suoi vari libri, ha pubblicato “In un mare senza blu” scritto da Francesco Paolo Oreste. La copertina è impattante, sia per i colori, che per il forte significato.
I protagonisti principali sono tre: Michele, Ciro e Mario, tre personalità molto diverse, ma ciò non impedisce una bella e forte amicizia. La storia è ambientata a Napoli e l’autore è stato bravissimo a trasmetterci l’atmosfera giusta e coinvolgente raccontata nella storia.
La scrittura, infatti, è davvero ben studiata, precisa ed incisiva, capace di far arrivare al lettore vivide immagini, sia delle scene, che dei personaggi. Ma non è tutto, infatti si percepiscono pure le emozioni, l’enorme sofferenza che a volte avvolge le loro vite, la tristezza e la solitudine. Tre vite non facili per diversi motivi, passaggi a volte agghiaccianti e forti, che attirano subito la nostra attenzione provocando, ogni tanto dei brividi freddi.
“In un mare senza blu” è una storia che trasmette molto a chi la legge, tutte le sensazioni arrivano ben precise e mirate grazie alla penna di Francesco Paolo Oreste.
Quello che ho letto è un libro che lascia il segno, che coinvolge, sia per la storia che racconta, ma anche per il modo con cui viene narrato, le parole, a volte, sono spilli o addirittura lame che penetrano nella nostra pelle e ci fanno percepire la difficile situazione di quel momento.
Ho apprezzato tutti e tre i personaggi, ma uno di loro mi ha fatto particolarmente tenerezza e un pochino di tristezza, infatti ho sofferto maggiormente per lui, però lascio a voi scoprire chi ed il motivo. Nonostante tutto ciò, traspirano, a mio avviso, anche una grande forza e bei caratteri marcati e tenaci.
Mi complimento con l’autore per averci proposto una storia, indubbiamente non facile da raccontare, ma lo ha fatto in modo schietto, preciso e dettagliato, senza osare troppo, ma semplicemente raccontando in tutta libertà ciò che gli premeva far sapere e senza spettacolarizzare per attirare l’attenzione.
“In un mare senza blu” non è, a tratti, un libro facile da leggere per gli argomenti toccati, specialmente per chi ha una spiccata sensibilità, ma merita la lettura perché è scritto molto bene, perché propone tematiche importanti, anche crudeli e forti, e perché lancia messaggi di grande interesse collettivo. Inoltre, si legge velocemente poiché, secondo me, è parecchio coinvolgente ed appassionante, tutto ciò fa riflettere molto e ci pone diverse domande.
Concludo con l’incipit:
“Le vie della città del sole sono invase da un caldo asfissiante che ottunde e sfibra. C’è, però, la luce, che le inonda e le illumina. E non è poco, e non è niente. Si suda, l’aria si fa afa e ondeggia sospinta da un timidissimo e impolverante libeccio. Ogni cosa è piena, di sole e di sale. Tranne il vico.
La luce rispetta il confine e non entra. Ma il caldo no. Qui l’aria non balla, tutto è fermo e ostenta immutabilità. Perfino i panni stesi ad asciugare. Che sono sempre gli stessi, sempre più vecchi, come i fili arrugginiti che li sorreggono e li espongono al giudizio impietoso dei passanti. Il vico è il regno degli odori che non vanno via, del vuoto senza spazio intrappolato nelle case senza finestre, del niente che, immobile, ristagna e macera in disperata attesa del niente che seguirà. Ma pure il niente fa paura…”
Trama
Michele non è che un ragazzino quando prende in mano, per la prima volta, una pistola. Ciro è troppo bello e troppo sensibile per sopravvivere alle anime del Vicolo in cui cresce e da cui fugge. Tra loro un’amicizia indissolubile, Mario a unirli per la vita e una Napoli ai margini, sfruttata e abbandonata. E i più bei sogni, nati guardando il blu del mare sono destinati a durare poco.
Vico Stella, dove Michele, Ciro e Mario sono nati, diventa troppo presto Vicolo Nero e tutti loro si ritroveranno a fare i conti con un’esistenza dura. Un romanzo di scelte e compromessi, di gabbie e libertà e di un mare il cui blu non è per tutti.