Titolo: Il sinonimo di insoddisfazione
Sottotitolo: Diario di una sguattera
Autore: Ilaria Fanton
Editore: Augh! Edizioni
Collana: Acchiappasogni
Pagine: 122
Prezzo: € 13,00
Uscita: 15 giugno 2020
Illustrazioni: copertina di Giulio Rincione, interne di Denis Selis
Recensione
“Il sinonimo di insoddisfazione”, scritto egregiamente da Ilaria Fanton e pubblicato da “Augh! Edizioni”, è un libro molto originale e particolare. Infatti è un romanzo con racconti. Ebbene sì !!! Durante la lettura si segue la storia della protagonista, che lavora come cameriera e si diletta anche come scrittrice di racconti ogni volta le viene l’ispirazione giusta. La copertina del libro la trovo quindi ben realizzata.
Questi suoi scritti sono proprio all’interno del libro, quasi ad intervallare la storia narrata. Durante la lettura scattano in noi, oltre che in lei, diverse domande che ruotano spesso intorno al tema dell’insoddisfazione ed al significato della parola. Infatti non sempre ciò che abbiamo fatto nel corso della vita ci ha regalato quel grande entusiasmo che cercavamo, non ci ha permesso di provare quel senso di soddisfazione che pensavamo di ottenere e al quale aspiravamo.
L’autrice, tramite il suo libro, ci fa riflettere parecchio e, con sconcerto, apriamo gli occhi sul fatto che non sempre si è in grado di rispondere a determinate domande, oltre a renderci conto che la nostra vita ci ha regalato anche momenti di grande tristezza e, ogni tanto, di risultati insoddisfacenti.
Mentre leggiamo la vicenda della protagonista, al tempo stesso pensiamo anche alla nostra esistenza, come se riflettessimo sulla nostra vita mentre lei lo fa sulla sua, da una parte le nostre riflessione e dall’altra le sue. “Il sinonimo di insoddisfazione” è un tuffo negli anni passati, ci permette di mettere a confronto ciò che volevamo e ciò che invece abbiamo ottenuto.
Indubbiamente è un libro amaro, a tratti triste e devastante, ma ci invoglia, secondo me, a non arrenderci, infatti è come se, tra le righe, affermasse che se finora non abbiamo ottenuto delle soddisfazioni, c’è comunque tempo per riprovarci, per rincorrere i nostri sogni, i nostri desideri, magari tenendo un occhio sul passato e sugli errori, a causa dei quali non siamo riusciti ad ottenere ciò a cui aspiravamo, per non ripeterli.
Ho trovato veramente molto interessanti e costruttivi i momenti di confronto tra la protagonista e il suo datore di lavoro. Due personaggi con due caratteri molto ben descritti e marcati. Ammetto, inoltre, in tutta sincerità, che mentre leggevo le varie pagine ho provato un po’ di angoscia, di ansia, di desolazione, ma ci si rende conto che, a volte, la vita è così.
Bisogna anche affermare, comunque, che la ragazza si dedica alla sua passione, che è la scrittura, e lo fa con buoni risultati, seppure i suoi racconti non siano proprio allegri.
“Il sinonimo di insoddisfazione” è un libro molto schietto, sincero che ci racconta l’esperienza della protagonista senza giri di parole, a tratti si respira un po’di filosofia nelle riflessioni e nei dialoghi tra i personaggi. Troviamo anche un interessante confronto tra i termini: sguattera, cameriera e schiava. Inoltre Ilaria Fanton ci porta a riflettere su varie situazioni e momenti della quotidianità, sull’amicizia, il lavoro, il sesso. Indubbiamente è un libro molto potente e ricco di argomenti, una lettura che va assimilata piano, piano per non farci soccombere dal fiume in piena che può travolgerci pensando alle varie tematiche.
Vi segnalo, inoltre, che all’interno sono presenti anche tre illustrazioni.
Quarta di copertina:
“Lo specchio presenta la tua immagine oggettiva, ma al tempo stesso sei tu, solo tu, che ti stai guardando. E mentre guardi te stessa, anche se è difficile mentirti, scegli l’espressione di te che vuoi vedere”
Trama
Qual è il sinonimo di insoddisfazione? Per la protagonista di questo romanzo-raccolta di racconti la risposta non è facile; il filo conduttore delle proprie esperienze di vita si interseca con gli alti e i bassi di un’esistenza vissuta nella dualità di laureata in Estetica e… sguattera. Una condizione che le permette di conoscere e confrontarsi con personaggi come l’Artista, titolare del ristorante dove lavora; un pittoresco mentore che la spinge a definirsi attraverso i racconti che la ragazza ama scrivere quando viene colta dall’ispirazione.
Ma la sua dimensione di “umile filosofa” le impone anche di dover affrontare numerose amarezze, in bilico tra i fantasmi del passato e l’amore impossibile per un uomo impegnato e indeciso. Il sentimento di frustrazione, assieme alla presa di coscienza del proprio valore, porteranno la protagonista a dei bivi sia in ambito professionale che sentimentale, permettendole di compiere le scelte decisive per il proprio destino.