Titolo: Il racconto del barista
Autore: Ivan Doig
Editore: Nutrimenti
Pagine: 476
Prezzo: € 20,00
Uscita: 27 settembre 2018
Traduttore: Nicola Manuppelli
Recensione
Dopo aver atteso un po’ prima di iniziarlo, perché volevo gustarmelo con calma per assaporare la storia al meglio così, quando è arrivato il momento migliore, ho cominciato a leggere un po’ di pagine al giorno e, come immaginavo, sono stato catturato dalla narrazione di Ivan Doig e dal suo modo di scrivere.
Un libro assolutamente piacevole e scorrevole nonostante il numero di pagine che non deve spaventarvi perché vi innamorerete sicuramente de “Il racconto del barista”. La scrittura poetica vi conquisterà immediatamente e vi delizierà in un modo che non capita spesso. Le scene sono descritte davvero molto bene, con molta classe e si rimane soddisfatti pagina dopo pagina. Solo alcune parti risultano, forse, un po’ prolisse, ma indubbiamente si nota l’enorme cura e la grande bravura dell’autore nel comporre questo romanzo.
Una storia intensa che vi trasmetterà una grande pace proprio grazie alla penna di Ivan Doig.
Un romanzo che ci arricchisce e che ci regala una vicenda meravigliosa. L’autore racconta, con grande trasporto, il rapporto tra padre e figlio che torna a brillare, infatti riprendono i contatti che non avevano da tempo e decidono di ricominciare a vivere insieme.
Il bar gestito dal padre Tom è un punto di riferimento per molti clienti ed amici, un luogo dove ci si sente a casa e si trascorre tanto tempo insieme. Lui sa svolgere al meglio il suo lavoro, sa rendere accogliente quel posto. Il figlio Rusty, di dodici anni, è un ragazzino in gamba ed è il punto fermo di tutta la storia, assisteremo tramite lui a tutta la vicenda, vivendo, pure noi, i vari avvenimenti che lo vedranno anche crescere e maturare. Vi affezionerete sicuramente al giovane, al suo modo di affrontare le situazioni e di reagire.
Ogni dettaglio della storia è curato nel modo migliore, tanto da rendere il romanzo davvero splendido, un gioiellino che consiglio assolutamente, sia per la ricca storia, sia per la scrittura dalla quale abbiamo molto da imparare. I personaggi sono anch’essi un punto di forza de “Il racconto del barista” perché sono descritti assolutamente bene tanto da riuscire ad immaginarceli, come se fossimo seduti al bancone del bar a chiacchierare amichevolmente con loro. Un affresco di quel tempo arricchito da passaggi intensi ed indimenticabili. Una storia vera, sincera che coinvolge in modo delicato e costruttivo. Anche il libro in sé, come tutti quelli di questa casa editrice, è curato in tutti i suoi dettagli tanto da rendere la lettura ancora più piacevole.
Inoltre vi segnalo una chicca da non perdere assolutamente e, cioè, la postfazione del libro in cui troviamo un ritratto dell’autore Ivan Doig scritto da Nicola Manuppelli (che, col suo ultimo libro, è uno dei 57 candidati al Premio Strega 2019) che è anche il bravo traduttore di questo libro.
Per concludere voglio regalarvi uno dei tanti passaggi:
“Il mio umore cominciò a risalire – d’altronde, non sarebbe potuto scendere più in basso – il giorno in cui era previsto il ritorno di mio padre a casa. Continuavo a ripetermi che mi sarebbe bastato far passare le ore di scuola e poi lo avrei ritrovato dietro il bancone, lo stesso di sempre, con una camicia pulita e così bianca da far impallidire la neve. Sarei piombato dentro il bar dalla porta sul retro e tutto sarebbe terminato, niente più viaggi fino a quando quella stagione mostruosa non sarebbe stata archiviata nei libri di storia. Se ci si sforza abbastanza, ci si può persuadere di ogni cosa.”
Trama
Tom Harry è il proprietario di un bar chiamato Medicine Lodge, a Gros Ventre, in Montana. Tom è anche il padre di Rusty, che ha dodici anni. Entrambi sono stati abbandonati dalla madre di Rusty parecchi anni prima. Una famiglia singolare, la cui vera casa è il bar.
Tutto procede senza scossoni fino a quando, nell’estate del 1960, nella vita di Tom rispunta all’improvviso Proxy, che un tempo nel suo bar faceva la taxi dancer (la ragazza pagata per ballare con i clienti del locale) e con cui Tom ha avuto una relazione.
Proxy è tornata a Gros Ventre insieme a Francine, sua figlia, e chissà che Francine non sia proprio il frutto di quella vecchia relazione fra Tom e Proxy. Ogni dettaglio della storia – la vita semplice di una cittadina dell’Ovest, i personaggi bizzarri, i racconti da bar, il complicato mondo degli adulti – è visto attraverso gli occhi curiosi e ingenui di Rusty, il figlio di Tom, ormai sul punto di lasciare per sempre l’età dell’infanzia.
Comments
anna paola maga
eh si ! sicuramente da leggere !