Titolo: Il pozzo vale più del tempo
Autrice: Ginevra Lamberti
Editore: Marsilio
Collana: Romanzi e racconti
Pagine: 253
Prezzo: € 18,00
Uscita: 13 febbraio 2024
Recensione
“Il pozzo vale più del tempo” è scritto da Ginevra Lamberti e pubblicato dalla casa editrice “Marsilio”.
Questo romanzo è stato proposto da Jonathan Bazzi nella cerchia dei numerosi libri al Premio Strega 2024.
Indubbiamente la trama attira ed incuriosisce parecchio e così ha fatto anche con me. Mi sono avvicinato ad esso con passo lento, ma con l’intenzione di venire conquistato dalla storia. Posso invece affermare che mi ha conquistato maggiormente la scrittura dell’autrice. Infatti, la vicenda narrata, man mano che proseguivo con la lettura, non mi ha preso più di tanto.
Indubbiamente è molto particolare, assai originale e ricco di descrizioni ed elementi importanti che è giusto si sia distinto da altri romanzi, da venire addirittura proposto al Premio Strega (anche se non è stato scelto tra i 12 candidati). Il problema, per quanto mi riguarda, è che mi sono reso conto che non rispecchia i miei gusti di lettura. In alcuni punti ho fatto un po’ fatica a stare dietro alla storia inoltre mi trasmetteva sensazioni non del tutto piacevoli.
“Il pozzo vale più del tempo” è un libro indubbiamente distopico e pur apprezzando, in genere, questo tipo di lettura, questa volta mi ha lasciato parecchio perplesso. Inoltre, a mio avviso, non è da leggere in estate perché la storia racconta anche di un mondo che si surriscalda e, quindi, al lettore viene ancora più caldo, di quello che già deve sopportare realmente in questo periodo, inoltre, per uno come me che odia profondamente le alte temperature, diciamo che è stato faticoso leggere una storia di questo genere.
Ginevra Lamberti, però, ha voluto affrontare, giustamente, l’importantissimo tema del cambiamento climatico e lo ha fatto a modo suo. Su ciò è da apprezzarla e da farle davvero molti complimenti perché ha centrato l’argomento.
Inoltre, la sua scrittura è parecchio dettagliata, precisa, ricca di passaggi importanti e significativi. Si percepisce che dietro c’è stato uno studio accurato, una ricerca profonda circa l’argomento e le tematiche affrontate. Purtroppo, penso che sia una storia appropriata solo per chi apprezza il genere e il tipo di vicenda narrata. A me ha trasmetto un po’ di ansia e di angoscia, pur comunque affermando che è un romanzo scritto molto bene, significativo e costruttivo.
Ammetto che il “Il pozzo vale più del tempo” possa essere, per alcuni lettori, un gran libro, perché ha tutti gli elementi particolari per distinguersi da altri romanzi, è assolutamente originale e quindi verrà apprezzato da chi ama distaccarsi dalle solite letture. Semplicemente a me non ha conquistato, ma, nonostante ciò, mi sento di consigliarlo se siete incuriositi dal genere e se apprezzate il mondo distopico. Un consiglio: leggetelo in inverno.
Qui sotto l’incipit:
“Prima di stabilire di chi sia stata la colpa, bisogna considerare che la malinconia è nata nella stanza dei bambini. Strisciata fuori dalla porta, si è fatta strada fino a nascondersi nel pozzo. Nella stanza ci sono tre letti. Sono occupati da due bambine di otto anni e un bambino di tre. La prima bambina è composta, tiene le mani in grembo e guarda davanti a sé con due grandi occhi gialli. La seconda bambina ha la bocca aperta da un marchingegno di ferro, non può parlare; si agita e lamenta. Il bambino più piccolo è arrivato dormendo. Versa in uno stato soporoso. La febbre gli fa venire tanto sonno. La testa è un impasto di ricci scuri per via del sudore…”
Trama
Dalia, otto anni, dopo un incidente passa molti giorni in un ospedale che non è un ospedale perché il mondo non è più il mondo; viene dimessa, torna a casa, la casa è vuota, probabilmente tutti sono morti. Dalia, nei giorni di ricovero, conosce due bambini che hanno avuto pure loro un incidente: il bambino soporoso che non può parlare e Morena, che non si muove bene, ma riesce a scrivere.
Uscita dall’ospedale, di quei bambini, Dalia per molto tempo non saprà niente. Senza famiglia, senza soldi e senza casa, Dalia viene accolta dalla vecchia Fioranna, che ha fatto la maestra, sa insegnare e sa difendersi. Fioranna insegna a Dalia due cose: che il mondo così come gli esseri umani l’hanno conosciuto esiste ancora ma è nascosto sulle montagne, e come seppellire un corpo.
Così Dalia, dalla valle tiranneggiata dalla famiglia Boscarato, i padroni di sempre – perché il mondo non è più lo stesso, ma chi è padrone tale rimane –, ascende alla montagna e arriva al Villaggio dei Pozzi. Sapendo come accudire e come seppellire, Dalia sa come trattare i corpi vivi e morti, anche quelli non umani. È così che diventa l’assistente del macellaio Biagio e la dama di compagnia dell’eccentrica Orsola.
Se in ospedale, da bambina, i compagni di Dalia erano il bambino soporoso e la bambina con la penna, nella sua età matura sono proprio loro: Biagio, il macellaio burbero perseguitato da una gatta bianca, e Orsola, la donna delle storie, che vive da sola in un albergo dismesso dove, come ormai ovunque, si è consumato un delitto.