Titolo: Il piede destro di Byron
Autore: Alberto Toso Fei
Editore: Marsilio
Collana: Lucciole
Pagine: 247
Prezzo: € 15,00
Uscita: 2 maggio 2023
Recensione
“Il piede destro di Byron”, pubblicato da “Marsilio”, segna l’esordio di Alberto Toso Fei nella narrativa, la copertina è, a mio avviso molto bella e significativa, mentre la trama incuriosisce parecchio.
Una delle particolarità del libro è il formato che ha dimensioni più ridotte, infatti è più vicino ai tascabili, rispetto che a quelle usuali delle nuove uscite. Altro segno che contraddistingue questo romanzo è la presenza, ogni tanto, di frasi in dialetto veneziano che magari, però, non a tutti potrebbero piacere, nel senso che ci sarebbe il rischio di far calare un po’ la tensione e l’attenzione.
La storia è avvincente ed appassionante, una volta che si entra in confidenza con la sua scrittura, inoltre diventa coinvolgente man mano che si procede; infatti, ci sono momenti di tensione, che agitano e danno quel piacevole senso di adrenalina, tenendo il lettore incollato alla storia.
Indubbiamente posso affermare che la storia raccontata all’interno de “Il piede destro di Byron” è molto originale e, a tratti, anche particolare.
Protagonista, oltre ad Alessandro Nicoli, ex giornalista ed investigatore per caso, è Venezia in tutto il suo splendore.
Più che un giallo, potrebbe essere inquadrato come un noir, con le relative atmosfere e caratteristiche che lo contraddistinguono.
Il ritmo è giocato molto bene e crea quella giusta tensione che piace agli appassionati del genere. Inoltre, le descrizioni sono ben scritte e, durante la lettura, alimentano ulteriormente la nostra fantasia, permettendoci di immaginare le varie scene d’azione e non solo. Forse avrei gradito di più una maggior presenza di dialoghi.
Inoltre, la presenza di misteri fanno crescere in noi la curiosità e l’autore sa giocarsi molto bene questa carta che gli permette di tenere i lettori incollati alle pagine, desiderosi di scoprire che cosa accadrà nei vari capitoli e specialmente la conclusione della storia.
Alcuni passaggi sono molto incisivi e giocati bene per impressionare il lettore e per aumentare il ritmo della narrazione, fino ad arrivare ad essere come un thriller, provocando, in tal modo, le sensazioni emotive ad esso legate.
Non entro nel merito dei particolari della storia e dei vari avvenimenti per non spoilerare e quindi per non togliervi il gusto della lettura, posso anticiparvi che è un romanzo originale e particolare, che sa stupire ed incuriosire.
Non è detto che possa piacere a tutti perché, appunto, la sua particolarità può essere vista, sia come un fattore positivo, ma anche negativo e non essere, perciò, una lettura gradita a tutti.
Concludendo, per quanto riguarda il titolo, si fa riferimento a Lord Byron, il celebre poeta che abitò a lungo a Venezia.
Ed ora vi propongo l’incipit:
“La barca procedeva senza fatica, governarla con il remo era più che altro una questione di ritmo e controllo. Dentro, spinta, rapida torsione, e fuori: pala al cielo e ritorno lento, senza fretta, allo scopo di prolungare il piacere, prima di una nuova immersione. Una sorta di rituale pagano di cui, in quel momento, Alessandro Nicoli era il sacerdote consapevole.
Non aveva dimenticato le lezioni di voga alla veneta impartitegli da uno zio gondoliere quando aveva solo sette anni. Sebbene poi la vita lo avesse portato altrove – fin dentro la redazione di un giornale -, non rinunciava mai a un giro tra le isole di Venezia.. “
Trama
Lontano dall’assedio dei turisti, in una soleggiata laguna di Venezia, Alessandro Nicoli durante una gita in barca con la sua morosa trova un’antica moneta d’oro vicino all’isola abbandonata di San Giacomo in Paludo.
Per Nicoli, veneziano da sempre, ex giornalista e investigatore per caso, è l’inizio di un’indagine intricata che, tra fatti di cronaca e antichi enigmi, lo porterà a addentrarsi nelle calli e i canali più nascosti della Serenissima nel tentativo di capire cosa accomuni due omicidi senza un legame apparente, un frate esorcista che sostiene di avere inventato il Cronovisore – una macchina capace di superare le barriere del tempo –, l’Hypnerotomachia – un libro vecchio di secoli che racchiude i segreti dei sogni – e Lord Byron, il celebre poeta che abitò a lungo a Venezia fra licenze e scandali, la cui ombra inquieta aleggia sull’intera vicenda.