Titolo: Il bene che ti voglio
Autore: Sandro Frizziero
Editore: Mondadori
Collana: Scrittori italiani e stranieri
Pagine: 223
Prezzo: € 18,50
Uscita: 28 febbraio 2023
Recensione
Sandro Frizziero ci propone il suo ultimo lavoro, pubblicato da “Mondadori”, dal titolo meraviglioso “Il bene che ti voglio” che, insieme alla copertina, cattura subito la nostra attenzione invogliandoci a leggerlo con grande interesse.
Le mie aspettative erano alte e devo ammettere che non sono state deluse.
È un libro potente, in alcuni punti anche forte e colpisce il lettore, facendolo commuovere in alcuni passaggi.
Una particolarità è che, praticamente, non ha capitoli e neppure dialoghi, ma è tutto un monologo, un racconto del protagonista, Alessio Gorgosalice (cognome particolare di cui ci viene un po’ raccontato nel corso del romanzo), ricco di dettagli, di precise ed intense descrizioni con molti particolari.
Gli argomenti che l’autore affronta sono diversi e alcuni sono anche assai importanti, come per esempio l’Alzheimer.
Durante la lettura si soffre, ci si commuove e si rimane anche sconvolti. Inoltre, tramite il protagonista e il suo lungo e preciso racconto, veniamo a conoscenza di diversi avvenimenti della sua vita.
Egli ci parla della sua carissima nonna Armida, che mi ha trasmesso tanta tenerezza e mi ha risvegliato alcuni ricordi, che si trova nella residenza per anziani, dal nome significativo “Villa della pace”, e della sua famiglia con vari particolari e passaggi intensi e dettagliati. Il lettore viene così a conoscenza di moltissimi elementi della vita dell’anziana donna.
Oltre a lei ci sono altri personaggi molto importanti, sia per la storia, che per Alessio, ossia la moglie Isabella e l’amante Barbara. Entrambe regalano alla vicenda momenti significativi che alimentano la narrazione di ulteriori particolari ed informazioni. Le tre donne sono assai significative per la vita del protagonista, rappresentano tre parti della sua esistenza, tre elementi imprescindibili a cui è legato.
Il romanzo è ricco di passaggi introspettivi, a volte mi sono commosso, di racconti delle storie d’amore di Alessio e delle due donne, di momenti di sesso che l’autore racconta in modo schietto, senza però appesantire il romanzo o fargli prendere altre pieghe.
La scrittura di Sandro Frizziero è particolarmente potente, incisiva e precisa, inoltre riesce a provocare nel lettore una grande serie di emozioni di vario genere che suscitano, in alcuni casi, brividi. Tutto è avvolto da sensazioni di ogni tipo, si respira amore, sofferenza, tristezza, solitudine e speranza.
“Il bene che ti voglio” coinvolge il lettore e non lo molla fino alla fine, a volte può mancare il respiro, è commovente e fa anche riflettere parecchio, oltre a farci sorgere diverse domande. Devo ammettere che ho amato parecchio questo romanzo e lo promuovo pienamente!!!
Ve lo consiglio perché è pieno di vita, è una storia intensa, raccontata con grande capacità e precisione, oltre ad essere ricca di dettagli. Le descrizioni sono assolutamente potenti e arrivano come frecce. “Il bene che ti voglio” un romanzo da leggere e da cui farsi conquistare”!!!
Qui sotto vi propongo l’incipit:
“Nel bel mezzo del Pleistocene, il Golfo Padano, che più che golfo, per la sua immensità, era mare ricco d’ogni sorta d’animale, quasi catalogo intero della creazione; il Golfo Padano, profondo e lucente specchio d’acqua, illuminato ogni giorno dai raggi miracolosi del Pianeta che genera e nutre la vita, iniziò progressivamente a intasarsi, non senza allarme da parte dei tanti esseri che vi risiedevano e vi avevano fatto, com’è logico, progetti e investimenti.
S’ingorgò, quel mare, non già di peli, di capelli, di pelle morta, come può accadere ancor oggi allo scarico del più comune dei lavandini provocando, in proporzione, disagi non di molto inferiori, ma dei detriti che per chiara e imperscrutabile volontà del Pantocratore presero a scivolare senza sosta e in gran quantità dalle pendici delle Alpi, che Alpi ancora non erano, per lunghi decenni, forse secoli, per non dire millenni, ammonticchiandosi qua e là, un po’ come succede in qualche tratto del Po dove la morchia sabbiosa fa scaturire spiagge improvvise e posticce prontamente ricoperte dalle acque…”
Trama
È la Vigilia di Natale e Alessio Gorgosalice si affretta sul vialetto di Villa della Pace, la residenza per anziani in cui vive nonna Armida. Ha bisogno di parlare con lei. Non che si aspetti grandi risposte: la demenza senile le consente a stento di riconoscere chi ha davanti. Ma il suo obiettivo, forse, è un altro. Alessio ha poco più di trent’anni, fa l’assicuratore e ha una vita estremamente regolare.
È sposato con Isabella e insieme abitano in una villetta a schiera acquistata grazie all’aiuto del suocero e scrupolosamente arredata coi mobili prodotti in serie da un “mobilificio incapannonato al centro della campagna, una specie di microcosmo in miniatura, un’epitome di mondo, un museo della creazione”.
Ogni giorno Isabella, ingegnere che si occupa di progettare e collaudare impianti, una mente votata ai calcoli e alle previsioni, gli prepara un pasto sano da portarsi al lavoro, che Alessio accetta con un sorriso. Ma sotto la superficie levigata di una vita come tante – il matrimonio, il desiderio di paternità, la dedizione al lavoro – fremono istinti selvaggi, risvegliati dalla relazione extraconiugale che Alessio intrattiene con Barbara.
La recita che è sempre stata la sua vita si è incrinata in modo irreparabile e in lui stanno esondando pulsioni impossibili da arginare. Con una voce brillante, complessa, divertita e fantasiosamente ipertestuale, il narratore segue il magma dei pensieri di Alessio negli abissi dell’introspezione per poi andare a stanare tutti gli altri personaggi fino ad assumerne il punto di vista.