Titolo: I giusti e i peccatori
Autore: Luigi A. Galluzzo
Editore: Augh! Edizioni
Collana: Ombre
Pagine: 213
Prezzo: € 14,00
Uscita: 18 giugno 2021
Recensione
Il thriller “I giusti e i peccatori”, pubblicato da “Augh! Edizioni”, segna l’esordio narrativo di Luigi Galluzzo.
La storia è un fiume in piena con diversi omicidi che invogliano a leggere la storia con frenesia per scoprire le motivazioni e specialmente il responsabile di queste violenze.
Ciò che colpisce, però, è anche Elena Martire, commissario di polizia e protagonista della vicenda. Infatti, la donna è molto aggressiva nei modi e nella terminologia, usa un linguaggio a volte colorito, ma efficace. Inoltre è tosta, tenace e testarda, ma pure un po’ stanca, a volte, del suo lavoro. Questo suo carattere lo si intuisce bene durante la lettura. La sua particolarità, sia per chi le ruota intorno, ma specialmente per noi lettori, è il suo olfatto molto marcato e che utilizza parecchio.
Inoltre, vi propongo subito la quarta di copertina in modo da poterla conoscere meglio:
“I presentimenti la irritavano, da sempre. Aveva presentito la morte di suo padre; aveva presentito il primo delitto di cui si era occupata quando era entrata in Polizia, quindi il secondo, il terzo e tutti gli altri ancora. Non era intuito femminile, non era una risorsa né un dono: era una dannazione.”
Tutto ciò mi ha colpito parecchio e l’ho trovata davvero interessante, fuori dal comune, infatti è un personaggio che lascia il segno e si fa ricordare. Ritengo, quindi, che già da questo suo esordio, Luigi Galluzzo ha fatto centro grazie a questo personaggio.
Un’altra particolarità di questo libro è che, pur essendo un thriller, troviamo, durante la lettura, dei passaggi ironici che fanno anche sorridere. Essi si alternano con i vari momenti, invece, di tensione e di angoscia dati dai ritrovamenti dei cadaveri, con le varie descrizioni circa la morte e i dettagli di essa.
I vari personaggi che ruotano intorno a Elena Martire, sia quelli che lavorano con lei come il suo assistente Sanfilippo, che i vari abitanti del posto danno alla storia un ulteriore movimento ricco di azione.
La vicenda man mano che prosegue diventa sempre più appassionante ed avvincente, infatti, ho divorato il libro in poco tempo e devo ammettere che mi è piaciuto davvero molto, mi ha conquistato per il suo mix di ingredienti particolari. Tra questi vi segnalo che tutto è “condito”, giusto per stare in tema, dalla musica che diventa come una protagonista della storia, grazie anche a dei ritornelli o brevi pezzi di canzoni riportati in alcune pagine.
La lettura de “I giusti e i peccatori” è caratterizzata pure da un po’ di psicologia ed è sicuramente una storia a tratti introspettiva, specialmente verso la fine che lascia il lettore sorpreso. Inoltre, per fortuna, ci sono diversi colpi di scena che movimentano la vicenda e ci tengono ben vigili durante la lettura.
L’autore ci sfida a scoprire e a capire circa gli omicidi e specialmente: chi sarà il responsabile e perché? Il ritmo, quindi, è ovviamente molto veloce e vivace, proprio come piace a me e ciò ci permette di non annoiarci, ma di leggere con grande interesse e piacere.
Elena Martire dovrà fare i conti anche con una vicenda personale che la segnerà parecchio e pure per questo motivo, mi piacerebbe che Luigi Galluzzo non si fermasse qui a scrivere, ma che ci proponesse, prossimamente, un altro thriller con protagonista questo commissario di polizia.
Se amate questo genere non fatevi scappare “I giusti e i peccatori” perché potrebbe conquistarvi parecchio e farvi apprezzare Elena Martire come è accaduto a me.
Qui sotto l’incipit del libro:
“Lacrime nella notte respirano in silenzio. Tutti dormono, anche tu dormi, ma il nemico è vigile. Cos’è accaduto ieri, cosa accadrà domani? Ombre sulla terra, cupa è la notte, buio il sentiero.
Fleba il fenicio morto da 15 giorni
dimenticò il grido dei gabbiani
And the deep sea swell
Elena Martire si svegliò di soprassalto, saltò giù dal letto, e corse verso la finestra. L’aprì, guardando fuori: silenzio e buio, un deserto. «Un omicidio» disse. «Presto».
Parlava spesso a voce alta, parlava da sola, per abitudine, per costernazione. Cercò l’interruttore e accese la luce. Strabuzzò gli occhi nell’abbaglio, quindi li richiuse, poi attraversò il salotto barcollando ed entrò in cucina. Apri l’anta della madia, cercò la macchinetta del caffè e la trovò, cercò il caffè e lo trovò, cercò un cucchiaino e lo trovò. Riempi la macchinetta, la mise sul fuoco e rimase in attesa. L’orologio sulla mensola segnava le cinque e mezza del mattino. Dalla finestra arrivava una luce fioca di lampioni: si avvicinò alle imposte e le aprì, lasciandosi investire dall’odore di rugiada e dall’umidità della notte. Richiuse nel momento in cui il caffè prese a gorgogliare. Riempì la prima tazza e finalmente si mise a sedere…”
Trama
Esiste una sottile linea di confine che separa i giusti dai peccatori? Attorno a questa domanda ruota l’indagine di Elena Martire, commissario di Polizia per caso e per necessità. Il ritrovamento di un cadavere sulla spiaggia di Friddi Marina, località balneare di Sicari, è l’epicentro del mistero: la vittima è un tranquillo impiegato comunale, privo sia di nemici che di zone d’ombra. A investire Sicari di ulteriori scossoni di inquietudine è un secondo omicidio, cui segue il ritrovamento di alcuni ordigni all’interno delle scuole locali. Crimini inspiegabili nel quadro di un anonimo paesino sospeso tra terra e mare nonché deturpato dall’abusivismo edilizio.
Per determinare il filo conduttore che lega l’intrigo, Elena Martire dovrà affacciarsi oltre una nube di scetticismo e ambiguità, tra vite segnate dal dolore, dalla sofferenza e dall’abbandono. Certezze e paure popolano, in contrapposizione, uno scenario oramai privo di punti di riferimento. Una doppia indagine che la costringe a prendere in esame anche se stessa, le proprie passioni e delusioni e, non ultimi, il senso della vita e i limiti intrinseci della giustizia umana.